K2 Advisors, prospettive di secondo trimestre per le strategie alternative

A cura di Brooks Ritchey e Robert Christian, Co-Head of Investment Research and Management di K2 Advisors

La pandemia di coronavirus ha creato una serie di anomalie di prezzo nei mercati di tutto il mondo. Nelle sue prospettive per il secondo trimestre, il team di K2 Advisors illustra come si stanno muovendo i gestori di strategie alternative nell’attuale contesto di mercato e quali di esse stanno beneficiando di opportunità grazie a queste anomalie.

Secondo noi le asimmetrie di prezzo tra società, industrie, regioni e asset class dovute all’impatto del Covid-19 e le conseguenti correzioni dei prezzi offrono molte opportunità per talune strategie alternative. La durata e la profondità delle correzioni della curva dell’offerta e domanda economica sono fondamentali per la ricchezza e il tenore delle opportunità.

Rotazioni settoriali, geografiche e fra gli asset in pieno svolgimento

Anche prima che il Covid-19 influenzasse i mercati globali, ci attendevamo rotazioni di settore, movimentazioni geografiche e ribilanciamenti delle asset class, destinati a creare un ambiente favorevole alla generazione di alfa. Oggi il tema è ancora più presente, ma a causa della profondità e della durata dell’impatto del Covid-19, il settore dell’energia, come pure diversi altri settori fra i quali trasporti, viaggi, ristorazione e shopping al dettaglio, si trovano oggi ad affrontare sfide mai contemplate in precedenza nei modelli di business aziendali. Anche tecnologia, assistenza sanitaria, giochi e intrattenimento online e consegna di cibo beneficiano di condizioni (favorevoli) non preventivate. Le differenze regionali nelle misure di distanziamento sociale, e quindi nei tassi di contagio, influenzeranno i paesi e le regioni in diversi modi. Prevediamo che i tassi d’interesse e i tassi di cambio aiuteranno a “stemperare” pressioni esogene, creando una serie di valide opportunità per i gestori che utilizzano il rischio in queste asset class.

Quale durata e profondità avrà l’impatto del Covid-19 sull’economia, sui consumi e sulle misure del governo?

Chiaramente, sia lungo la curva della domanda che lungo quella dell’offerta è in pieno svolgimento una revisione dell’impatto del Covid, da noi classificata come crisi sanitaria con ripercussioni sui mercati finanziari e del lavoro. La durata e la profondità dell’impatto del Covid-19 influenzeranno la futura velocità e la futura portata del riprezzamento. Se le curve epidemiologiche globali si appiattiscono e/o si rende disponibile un vaccino, si innescherà rapidamente una risalita della propensione al rischio. Qualora invece il numero dei morti arrivasse a segnare livelli inimmaginabili, il virus mutasse o il blocco proseguisse più a lungo di qualche mese, prevarrebbe di nuovo l’avversione al rischio che si rifletterebbe nei prezzi dei titoli.

La crisi sanitaria ha favorito una riduzione della leva finanziaria e del livello di rischio sostenuto?

A metà febbraio, nessuno voleva detenere liquidità in quanto i tassi del mercato monetario rendevano poco o niente e si stimava che il costo opportunità della rinuncia ad altre opportunità di investimento fosse elevato, a maggior ragione in un contesto di tassi storicamente bassi e di impiego della leva finanziaria per aumentare il rendimento degli investimenti. La riduzione della leva e la “corsa alla liquidità” hanno messo le banche centrali nella condizione di dover abbassare i tassi d’interesse e acquistare titoli dal mercato che cerca di allentare e ridurre il rischio. Ne hanno risentito i segmenti dei titoli di Stato, delle obbligazioni societarie e, più di tutti, del credito strutturato.

Per quanto tempo la volatilità può rimanere così alta?

Negli ultimi 10 anni gli investimenti più remunerativi sono venuti dal posizionamento breve sulla volatilità, dalla vendita durante i picchi di volatilità e dal gamma negativo. Molte società sono nate e hanno vissuto grazie al ricorso a tali strategie e metodologie. Nel marzo 2020 il Covid-19 ha spazzato via queste strategie in un colpo solo, estromettendo dal mercato alcune aziende e causando ai gestori che seguivano unicamente questo approccio un carico di perdite inattese accumulatesi più velocemente di quanto non fosse possibile immaginare. Come nella maggior parte degli scenari di avversione al rischio, la volatilità è aumentata, la liquidità è evaporata e le correlazioni si sono moltiplicate. Per tutte le strategie di copertura, orientarsi in uno scenario di questo tipo ha costituito una grande sfida. I gestori che si sono adattati rapidamente si sono difesi meglio degli altri. In generale, le strategie convergenti hanno registrato molte difficoltà, mentre quelle divergenti hanno funzionato meglio.

In conclusione…

Pensiamo che la corsa al rialzo degli investimenti unidimensionali a beta passivo sia finita. Le attuali turbolenze del mercato riportano in auge una gestione attiva degli investimenti. Siamo fermamente convinti che i gestori attivi e competenti in grado di attingere a un set completo di strumenti per esprimere le loro valutazioni riusciranno più facilmente in futuro a beneficiare di un mercato molto dinamico.

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