La Bce sta vincendo la sua battaglia contro la deflazione?

di Jérôme van der Bruggen, Head of Investments Private Banking di Petercam

I più recenti dati sull’inflazione dell’Area Euro, diffusi a fine aprile, evidenziano un aumento dell’inflazione annuale, da -0,1% di marzo a 0% in aprile, il primo dato non negativo da novembre dello scorso anno. Contemporaneamente, sembrerebbe che anche le aspettative del mercato per l’inflazione di lungo termine stiano lentamente cambiando rotta. Il tasso swap forward 5a/5a, che indica il tasso di inflazione atteso a 5 anni tra 5 anni (metodo utilizzato dalla Banca Centrale Europea per definire l’inflazione di medio termine) è aumentato rispetto ai livelli molto bassi toccati a gennaio.

Questo significa che la BCE sta vincendo la sua battaglia contro la deflazione? La risposta deve essere articolata. La prima constatazione è che la normalizzazione dell’inflazione, rispetto ai dati negativi visti all’inizio di quest’anno, era destinata ad accadere. Sappiamo che l’inflazione headline (cioè il cambiamento annuale del totale dell’indice dei prezzi al consumo, che rappresenta l’evoluzione del costo del paniere di acquisto) tende a muoversi di pari passo con gli sviluppi dei mercati energetici. Il prezzo del greggio deve rimanere attorno ai livelli attuali (o meglio, non deve crollare ulteriormente, rispetto ai livelli del primo trimestre 2015) affinché l’influenza al ribasso dei prezzi dell’energia sull’inflazione headline inizi ad affievolirsi. Il recente rimbalzo del petrolio da 45 a circa 60 dollari al barile accelererà in qualche modo tale processo.

Perciò la recente caduta dei prezzi nell’Area Euro è stata dovuta interamente all’andamento dell’energia? La paura di una “deflazione stile giapponese” si è poi ridotta a un passaggio temporaneo in territorio negativo, con una deflazione risoltasi a inizio 2015? Non ancora. Sebbene i prezzi dell’energia giochino un ruolo importante nello sviluppo dei prezzi per i consumatori, anche altri fattori sono in azione. I servizi, ad esempio, costituiscono una componente importante del paniere d’acquisto e l’inflazione in questo settore sta rallentando, a causa della mancanza di pressione salariale, ben lontana dal concretizzarsi, con la disoccupazione fissa al di sopra dell’11% (dati dell’Area Euro a marzo 2015).

Nonostante quotazioni dei prodotti energetici più stabili siano destinate a stabilizzare l’inflazione stessa, per aumentare l’inflazione di medio-termine in modo significativo, bisogna agire sugli stipendi. Per farlo, però, è necessario fermare la disoccupazione. La buona notizia è che sembra che il trend della disoccupazione sia al ribasso; ma ha ancora molta strada da fare.

In conclusione possiamo dire che è ancora presto per stabilire chi sia il vincitore della battaglia contro la deflazione. Tuttavia, la pressione ribassista sull’inflazione da parte del prezzo del petrolio sta iniziando a svanire.

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