La febbre elettorale attraversa l’America Latina

A cura di Vivienne Taberer, Portfolio Manager, Emerging Market Fixed Income di Investec Asset Management
 I risultati delle molte elezioni di quest’anno in America Latina plasmeranno la politica del prossimo decennio. Gli appuntamenti sono numerosi: il calendario prevede sei elezioni presidenziali, un referendum e molte elezioni legislative.
Il Cile e l’Honduras hanno avuto le loro elezioni nel 2017. Le elezioni legislative e il primo turno di quelle presidenziali in Costa Rica, insieme al referendum in Ecuador, hanno aperto a febbraio il calendario elettorale del 2018. A marzo sono seguite le elezioni legislative in Colombia e a El Salvador.
Sebbene anche Paraguay e Venezuela abbiano entrambi elezioni programmate per la prima metà dell’anno, il mercato si focalizzerà soprattutto su Brasile, Colombia e Messico.
Corruzione e insicurezza mettono alla prova gli elettori. La corruzione e la mancanza di sicurezza sono alcuni dei temi chiave che interessano gli elettori rispetto a uno scenario economico in generale più favorevole. Tutto ciò ha portato all’affermazione di un atteggiamento anti-establishment più forte di quanto sarebbe in altre circostanze emerso, indebolendo l’affidabilità dei sondaggi nel prevedere l’esito delle varie elezioni.
La Costa Rica ne è un esempio: qui si sono infatti osservate ampie oscillazioni nei sondaggi e un’elevata percentuale di elettori indecisi nel momento in cui i valori conservatori diventavano un tema fondamentale. Tutto ciò prima che gli elettori rieleggessero il candidato del partito di governo, a dispetto di quanto previsto dagli ultimi sondaggi, che invece non lo davano come favorito.
 Tre elezioni presidenziali nel 2018. Quest’anno sono previste tre elezioni presidenziali in tre dei maggiori mercati, un’occasione che si presenta una volta ogni dodici anni: in Colombia, Messico e Brasile.
Colombia: il candidato più apprezzato dai mercati al momento è in vantaggio. Il primo turno elettorale in Colombia sarà il 27 maggio, cui seguirà eventualmente un ballottaggio il 17 giugno in caso nessun candidato ottenga la maggioranza assoluta. Il candidato di centro-destra, Ivan Duque, è passato avanti nei sondaggi fin dalle primarie. Pare improbabile una sua vittoria già al primo turno, ma gli attuali sondaggi lo danno al momento ben posizionato. Il suo principale rivale pare essere Gustavo Petro, l’ex-sindaco di sinistra di Bogota. I mercati hanno registrato un forte rally dalle primarie, fiduciosi del fatto che prevarrà un candidato di centro-destra apprezzato dal mercato e che la direzione politica intrapresa più di recente non verrà rivoluzionata.
Rischi e opportunità in Colombia. Nonostante la buona performance dei prezzi degli asset registrata recentemente, i mercati colombiani sembrano ancora ben posizionati per un rialzo nel caso Duque vinca al ballottaggio. L’orientamento di centro-destra nel Paese sembra solido e per questo motivo il nostro scenario di base va nella direzione di una vittoria di Duque, anche se Petro facesse meglio di quanto prevediamo nel primo turno. Considerata la nostra view positiva, siamo sovrappesati sul peso e sui bond in valuta locale.
Messico: possibile svolta a sinistra. I mercati sono sempre più convinti sull’esito delle elezioni presidenziali in Messico dell’1 luglio. Sebbene prevediamo che vi sarà solo un impatto modesto sullo scenario di investimento, la direzione politica dovrebbe spostarsi verso sinistra, una dinamica legata soprattutto alle preoccupazioni degli elettori rispetto al tema della corruzione.
Il candidato di sinistra Andrés Manuel López Obrador, di solito indicato come “AMLO”, continua a essere ben posizionato nei sondaggi, ben davanti ai candidati dell’Institutional Revolutionary Party (PRI) e del National Action Party (PAN) Ricardo Anaya e Jose Antonio Meade. Senza un secondo turno in Messico, è probabile che il vincitore sia Obrador e nulla lascia ipotizzare il consolidamento di un ampio voto anti-AMLO sostenuto da uno dei suoi due rivali politici.
Rischi e opportunità in Messico. Il mercato sembra rassegnato a una vittoria quasi sicura di Obrador, pertanto occorre riflettere su quale sarà l’impatto di quel risultato. Finora, la politica proposta da quest’ultimo sembra concepita per rassicurare gli investitori e non prevede posizioni economiche radicali. Inoltre è molto improbabile che il suo partito, Morena, ottenga la maggioranza in Parlamento, perciò sarà comunque difficile apportare cambiamenti drastici. Pertanto, sebbene la direzione futura non sembri esaltante sotto una presidenza di AMLO e vi siano rischi di lungo periodo, nel breve termine prevediamo rischi di ribasso relativamente limitati sui mercati qualora prevalesse l’orientamento a sinistra come previsto. Qualora invece un candidato PAN o PRI rovesciasse la situazione si presenterebbero ovviamente potenziali significativi di rialzo.
Molti elettori sono indecisi e i dibattiti presidenziali potrebbero essere determinanti nel decidere il ritorno verso destra dello scenario politico. Sia Anaya che Meade dovrebbero secondo le previsioni condurre dibattiti positivi e Obrador dovrà evitare gli errori che ha commesso nelle due elezioni precedenti. Siamo posizionati in modo neutro sulla valuta e abbiamo portato la nostra allocazione verso bond di lunga scadenza sul mercato locale. Ci saranno probabilmente opportunità di investimento con la maggiore volatilità che si potrebbe presentare a ridosso delle elezioni.
Brasile: molti scenari possibili. In Brasile la partita è ancora molto aperta. Vi è una diffusa incertezza di fondo, sebbene permanga l’aspettativa che il centro-destra si consolidi dietro a un singolo candidato eleggibile. Il primo turno è previsto il 7 ottobre, con un ballottaggio il 28 dello stesso mese. A sinistra, l’ex Presidente Luiz Inacio Lula da Silva (Lula) resta avanti nei sondaggi nonostante il suo arresto e l’elevata probabilità che non potrà correre alle elezioni, mentre anche il populista Jair Bolsonaro è ben messo nei sondaggi, collocandosi al secondo posto nelle preferenze degli elettori. Le registrazioni dei partiti si sono da poco concluse: il numero di candidati del centro resta alto e con un sostegno molto frammentato. Alckmin, il governatore di San Paolo, è il preferito dai mercati tra questi candidati ma non è ben posizionato nei sondaggi. Marina da Silva è invece salita nei sondaggi recentemente e sembra potrà utilizzare a suo vantaggio la situazione che riguarda Lula.
Rischi e opportunità in Brasile. La situazione in Brasile resta molto incerta e continuerà in tal modo fino a quando il centro-destra non si consoliderà dietro un suo candidato. Sebbene molti analisti siano convinti che questo candidato alla fine emergerà e vincerà, i rischi sono troppi perché questo diventi al momento lo scenario di base. I prezzi degli asset continueranno a reagire probabilmente a questa incertezza, soprattutto per la grande disaffezione dell’elettorato verso l’establishment politico. Una cosa però è chiara: la pressione per le riforme sarà forte per qualsiasi candidato. La maggior parte di essi sottolinea l’importanza di una riforma del sistema di previdenza sociale, per questo motivo le opportunità offerte dal rapporto rischio-rendimento ci hanno resi positivi sull’estremità lunga della curva. Per quanto riguarda la valuta, riteniamo non vi sia sufficiente valore al momento e ci aspettiamo che vi saranno migliori opportunità per aumentare l’esposizione con l’aumento della volatilità illustrato prima.
In conclusione. Nonostante ci si attenda una certa volatilità sui mercati dell’America Latina, sembra improbabile che assisteremo un ampio deterioramento del quadro politico complessivo. Paesi come il Venezuela sono l’eccezione più che la regola. Siamo pertanto positivi sulla regione, soprattutto visto il recente rafforzamento della crescita economica globale. I mercati quasi sicuramente offriranno interessanti opportunità di investimento.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!