La Federal Reserve sta diventano la banca centrale di tutto il mondo

A cura di Arif Husain, Head of International Fixed Income di T. Rowe Price

Negli ultimi mesi, quattro crisi diverse – ma connesse tra loro – hanno colpito i mercati finanziari nello stesso momento: una crisi della sanità pubblica, una crisi economica, una crisi di liquidità e una crisi energetica. In risposta a questi eventi straordinari, le principali banche centrali hanno adottato importanti programmi di allentamento monetario, con la Federal Reserve in prima linea, che deciso di scavare più a fondo che mai nel suo kit di strumenti per la lotta alle crisi.

La Fed si spinge ben oltre quanto mai fatto finora

Andando ben al di là di quanto non abbia fatto durante la crisi finanziaria globale, la Fed ha tagliato i tassi di interesse e annunciato molteplici programmi per supportare il corretto funzionamento dei mercati. Per la prima volta, questi programmi includono piani per l’acquisto di obbligazioni societarie investment grade e di alcune tipologie di bond high yield. In tal senso, l’azione della Fed è davvero senza precedenti, e si spinge ben al di là rispetto a quanto mai annunciato finora.

Le misure si stanno dimostrando essere d’aiuto. I mercati supportati dalla Fed si sono ora stabilizzati dopo i drammatici eventi di marzo, quando qualsiasi settore obbligazionario si è fermato a causa dell’enorme domanda di liquidità, causando alti livelli di stress anche sull’attività di trading nei Treasury – il mercato obbligazionario più liquido. Di fronte ad azioni così aggressive da parte della Fed, gli altri istituti centrali si trovano a dover recuperare il loro ritardo. Sebbene quasi tutte le principali banche centrali abbiano avviato diverse tipologie di programmi di easing, è alla Fed che tutti guardano per capire la direzione da intraprendere.

I Treasury Usa potrebbero continuare a essere il miglior bene rifugio nel fixed income

Con il quantitative easing (Qe) e i tassi vicini allo zero, la curva dei titoli di Stato Usa è ben supportata al momento, con i rendimenti a due anni ancora stabili attorno allo 0,25%. Il Qe lanciato dalla Fed ha sostanzialmente ridotto la volatilità, stabilizzando i tassi di interesse negli Stati Uniti.

Un contesto del genere potrebbe persistere per un certo periodo di tempo. La ripresa da quella che potrebbe essere una delle maggiori contrazioni economiche dei tempi moderni sarà probabilmente lenta, con potenziali battute d’arresto lungo il cammino. Per i mercati più rischiosi, ciò potrebbe significare più volatilità e movimenti nei prezzi, condizioni in cui i Treasury Usa potrebbero prosperare, grazie al loro status di beni rifugio nell’universo obbligazionario, ulteriormente rafforzati dal recente supporto della Fed ai mercati.

Non ha senso combattere contro le banche centrali. Con un livello di incertezza ancora così elevato riguardo ai possibili sviluppi, riteniamo che possa aver senso continuare a mantenere una certa duration sui Treasury Usa e su altri titoli di Stato di alta qualità dove la curva è lievemente ripida, come Australia, Canada e Israele, almeno fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza.
Tuttavia, su un orizzonte temporale più lungo, è importante essere consapevoli dei rischi. Storicamente, la Fed ha rialzato i tassi e ridotto il suo bilancio quando il contesto è tornato alla normalità. Il rischio è che a quel punto la volatilità possa fare la sua ricomparsa.

Cresce l’importanza della Fed a livello internazionale

Durante la crisi finanziaria del 2008, la Fed ha aperto le sue linee di swap con diversi Paesi, per supportare l’offerta internazionale di dollari. La Fed ha riaperto tali programmi a metà marzo, per contribuire a lenire la pressione della liquidità sulle banche centrali più piccole e sui prestiti corporate non statunitensi.

Per alleviare ulteriormente le pressioni sui finanziamenti al di fuori degli Stati Uniti, alla fine di marzo la Fed ha adottato un nuovo programma di riacquisto, il Foreign and International Monetary Authorities (Fima) Repo Facility. Questo programma permette ad alcune banche centrali e autorità monetarie straniere di riacquistare parte dei loro posizionamenti sui Treasury in cambio di liquidità. Tale mossa è stata vista come un tentativo della banca centrale statunitense di ridurre ulteriormente la volatilità sui Treasury Usa.

La Fed è consapevole del fatto che aprire linee di riacquisto con banche centrali straniere che necessitano dollari sia un buon modo per limitare il sell-off forzato dei titoli di Stato Usa. Un altro vantaggio di questo nuovo programma è che contribuisce a stabilizzare il dollaro.

L’attuale crisi ha riaffermato la percezione che la Fed è la banca centrale di tutto il mondo: se la banca centrale abbia aspirato a tale ruolo o se si sia trovata a ricoprirlo non è ancora chiaro. Per il momento, tutti gli occhi restano puntati sulla Fed in cerca di direzione e il rischio che si trovi obbligata a fare ulteriori mosse ancora più drastiche è più elevato oggi di quanto non lo sia mai stato.

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