La politica prepara un 2020 in ripresa

A cura del Team Investimenti di Pramerica Sgr

L’ultimo mese si è caratterizzato per la prosecuzione da parte delle principali banche centrali di una politica monetaria a supporto dell’economia, che ha creato le condizioni per una riaccelerazione dell’economia nel prossimo anno. Questo è avvenuto in un contesto favorevole, nel quale i principali indici di fiducia hanno fornito segnali di stabilizzazione che dovrebbero portare a un recupero degli stessi nel prossimo anno e a un miglioramento delle condizioni economiche, non solo nell’Area euro e negli Usa, ma anche nei Paesi emergenti.

Per quanto concerne lo scenario politico, la vittoria riportata da Johnson alle elezioni inglesi porterà con ogni probabilità all’approvazione da parte del Parlamento dell’accordo già pattuito con l’Ue qualche settimana fa, escludendo in futuro la possibilità di una hard Brexit. Dal fronte della trattativa commerciale fra Usa e Cina, si moltiplicano i segnali di un accordo parziale fra le parti che non avrà carattere strategico, ma servirà comunque a consolidare la fiducia dei mercati nel corso del 2020. In Italia, la delicata questione dell’approvazione del Meccanismo Europeo di Stabilità (Esm) è stata posticipata, lasciando maggiore spazio a un dialogo più costruttivo fra il governo italiano e le istituzioni comunitarie.

Il 2020, perciò, si apre con un’aspettativa di miglioramento economico a livello mondiale, all’interno di un contesto di maggiore fiducia che dovrebbe riverberarsi sui mercati finanziari. Le banche centrali avranno la possibilità di prendersi un periodo di pausa per verificare gli effetti della loro azione ed, eventualmente, potranno calibrare il loro approccio in funzione di quella che sarà la risposta da parte delle economie.

Per quanto concerne la strategia di investimento, i portafogli si sono caratterizzati per una riduzione, anche significativa, dell’esposizione azionaria. La combinazione di fattori positivi ha riportato i mercati sui massimi e, per avere altri rialzi, è necessario un ulteriore miglioramento del quadro macro che, molto probabilmente, non sarà immediato ma distribuito nel tempo. Ci vorrà quindi un po’ perché i mercati metabolizzino da un lato questo miglioramento e, dall’altro, la fiducia che questo sia effettivamente sostenibile. Per questi motivi, nei prossimi 1\2 mesi da questi livelli massimi ci potrebbero essere delle correzioni, che andranno valutate come occasioni di acquisto.

Per il 2020 le nostre attese sono per una dinamica di mercato in linea con la crescita degli utili che, probabilmente, rimarrà positiva nell’ordine del 5-7%. Per questo, sarà importante un punto di entrata sui mercati azionari più favorevole di quello attuale che, sui massimi, sconta buona parte delle notizie positive. Queste, probabilmente, per gran parte si realizzeranno ma non necessariamente in maniera lineare e consequenziale fin dall’inizio del prossimo anno.

Relativamente alla componente obbligazionaria, riteniamo opportuno mantenere un basso rischio di tasso alla luce di un miglioramento economico che dovrebbe portare i rendimenti a salire. Inoltre, soprattutto nell’Area euro, appare sempre più evidente la necessità di tassi più alti per un migliore funzionamento della politica monetaria della banca centrale.

L’asset class corporate resta un’opportunità interessante in un contesto caratterizzato da un basso livello dei rendimenti, da abbondanza di liquidità, da un miglioramento del quadro macro e da una riduzione sensibile dei tassi di default. Questo contesto appare molto favorevole anche per le obbligazioni dei Paesi emergenti, soprattutto, quelle in valuta locale; nel corso del prossimo anno, visto che saranno minori le possibilità di performance offerte dalle altre asset class, l’area emergente costituirà un’ottima possibilità di diversificazione.

Infine, per quanto concerne le valute, i principali fattori che hanno favorito la performance del dollaro negli ultimi dodici mesi si stanno indebolendo. In particolare, si sta assistendo a una riduzione del differenziale dei tassi fra le due aree, a un affievolimento delle tensioni legate alla guerra commerciale fra Usa e Cina e a un significativo indebolimento del rischio di hard Brexit dopo l’ampia vittoria elettorale di Boris Johnson.

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