La rotazione premia i Value

A cura di Marc Craquelin, Direttore della Gestione di Financière de l’Echiquier
Quella scorsa è stata una settimana di forte storno sui mercati azionari impattati da una nuova flessione del settore tecnologico mentre l’importante risalita dei tassi a lungo termine ha sostenuto il settore bancario.
Questo rialzo dei tassi, martedì scorso, è stato spinto dalle dichiarazioni del presidente della Banca Centrale Europea (BCE) durante il Forum on Central Banking di Sintra (Portogallo). Il suo messaggio di fiducia su attività e crescita economica, oltre che sull’inflazione che Draghi ritiene passeggera, è stato interpretato dai mercati come l’annuncio velato di un futuro inasprimento della politica monetaria.
La BCE ha tentato, il giorno successivo, di correggere il tiro spiegando che i mercati avevano interpretato male le parole di Mario Draghi e sovrastimato l’imminenza della stretta monetaria. Tuttavia, l’effetto sui tassi a lungo termine è stato repentino: il decennale tedesco, venerdì, è così balzato da 0,245% a 0,474%. È la quarta volta quest’anno che assistiamo a un movimento rialzista sui tassi a lungo termine. Se i primi tre tentativi sono andati a vuoto, il quarto potrebbe invece proseguire, sostenuto – tra l’altro –  dai dati relativi all’inflazione nell’Eurozona che si rivelano leggermente superiori alle attese.
Da notare che questo movimento sui tassi ha causato alcune rotazioni settoriali significative a favore del «value» e a scapito del «growth».
Da ricordare, negli Stati Uniti, che è stata rimandata la votazione sulla riforma dell’Obamacare il cui testo non sarà discusso prima del mese di settembre. Questa riforma, con conseguente taglio alla spesa, si rivela imprescindibile perché il Congresso autorizzi la riforma dell’imposta a carico delle società. Il differimento della decisione in autunno potrebbe provocare l’esclusione della riforma fiscale dalla prossima votazione della legge di bilancio.
In Europa ricorderemo infine un dato: l’IFO. A giugno l’indicatore relativo al «mood prevalente nel mondo degli affari», che misura quindi la fiducia di circa 7.000 imprenditori tedeschi, si attesta a 115,1. Un massimo storico.

 

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