La settimana sui mercati: cosa attenderci

A cura di Marco Vailati, Responsabile Ricerca e Investimenti di Cassa Lombarda
EZ: si contrae l’attività al dettaglio, cala ancora la fiducia degli investitori ma resta positiva
Settimana piuttosto scarna dal punto di vista dei dati macro. I pochi dati usciti hanno rafforzato le indicazioni prevalenti nel primo trimestre. Le attività al dettaglio hanno accentuato la decelerazione segnando addirittura una contrazione con l’indice sceso sotto il 50 per la prima volta dal 3/17: è un indice anticipatore ancora poco seguito ma ben correlato all’andamento successivo delle vendite. Anche la fiducia degli investitori è calata per la quarta volta consecutiva, pur rimanendo positiva ed elevata. L’accresciuta volatilità dei mercati, la prospettiva di politiche monetarie meno accomodanti e il crescere delle incertezze, conseguenti a tensioni politiche internazionali e ora soprattutto anche commerciali, contribuiscono a ridurne soprattutto la componente Aspettative.
 
US: l’occupazione è forte a vantaggio di benessere e fiducia, ma il Cpi non richiede l’accelerazione della Fed
Settimana concentrata sui prezzi. Ppi e prezzi all’import hanno decelerato. Il Cpi di aprile è, invece, in accelerazione ma moderata e inferiore alle attese e l’annualizzazione della crescita media trimestrale dell’indice base è a +1.8%, cioè ai minimi dalla scorsa estate. L’ottimismo delle piccole imprese si è confermato sugli elevati valori raggiunti dopo l’elezione di Donald Trump e può anticipare un consolidamento delle attività a livelli elevati. Il mercato del lavoro si è confermato molto buono con i posti vacanti addirittura al record storico della serie e disoccupati ai minimi. Di conseguenza, restano elevati il benessere e la fiducia dei consumatori. Sono dati che delineano un quadro di crescente ma ancora moderata tensione dei prezzi in un contesto di pieno impiego, sufficiente a supportare il procedere della Fed nel percorso di normalizzazione già annunciato senza tuttavia accelerarlo.
 
UK: prosegue l’indebolimento dell’immobiliare e la Banca d’Inghilterra resta in stand by
E’ crollato m/m il valore delle case, determinando una decelerazione tendenziale della crescita dei prezzi, rafforzando il trend in essere dal referendum della Brexit. L’offerta limitata ha contribuito a limitare l’impatto contenitivo sulla crescita prezzi del perdurare dell’incertezza delle condizioni correnti che, invece, riduce la domanda sia interna sia estera. È peggiorato il deficit della bilancia commerciale. La produzione è cresciuta ma meno delle attese chiudendo il trimestre con un contributo netto positivo per il Pil ma con la componente Costruzioni in calo del -2.7%. Ciò conferma che la produzione trae beneficio dalla svalutazione ma, contando solo per il 15% del Pil, non riesce a compensare l’impatto negativo sulle altre componenti dell’economia. La Banca d’Inghilterra ha mantenuto invariata la sua politica monetaria espansiva per sostenere il ciclo, rinviando il prossimo rialzo tassi.

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