Di A. Delitala, Head of Investment Advisory e M. Piersimoni, Portfolio Manager, Pictet AM
Macro Le dinamiche di mercato del mese di giugno sono riconducibili all’escalation delle tensioni sul commercio tra USA e Cina. L’Europa è spettatore interessato soprattutto per l’industria automobilistica tedesca. Rientra parzialmente la tensione sul BTP nonostante il summit dei leader europei si sia concluso con un nulla di fatto sui temi dell’immigrazione e dell’avanzamento delle riforme istituzionali. Sul fronte banche centrali, la FED conferma la propria politica di rialzi graduali, ma segnalando un rialzo aggiuntivo per l’anno in corso se i dati dovessero confermare la solidità dell’economia americana; l’ECB annuncia la conclusione del QE per fine 2018 indicando però la volontà di non alzare i tassi fino all’autunno del 2019. Questo si traduce sui mercati in un calo dei rendimenti sull’obbligazionario Europeo e in una debolezza diffusa dell’Euro. L’escalation delle minacce reciproche su dazi e tariffe ha provocato una correzione dei mercati azionari (soprattutto Giappone, Europa e Emergenti più esposti sul tema guerre commerciali). Sul fronte macro i dati USA sull’occupazione confermano la solidità dell’economia (+200k posti creati sul mese) tuttavia il rischio sull’inflazione derivante dalle pressioni salariali sembra meno importante rispetto a qualche mese fa. In Europa i dati di crescita segnalano una salutare stabilizzazione dopo alcuni mesi di declino.
Strategia Sul fronte azionario, la stagione dei utili societari sta per entrare nel vivo: la crescita degli utili dovrebbe mantenersi solida (+21% la crescita degli utili rispetto al 2017 per effetto della riforma fiscale) così come la crescita del venduto (+8% in solida espansione). La reazione potrebbe essere però negativa, qualora fossero segnalati rischi relativi a guerre commerciali e possibili danni derivanti alla filiera produttiva: in questo senso il comparto tecnologico sembra quello più esposto (per posizionamento degli investitori ed esposizione sulla Cina). I portafogli azionari sono concentrati su USA, small cap e per quanto riguarda i settori healthcare, energia e finanziari. Stiamo considerando l’aggiunta sugli emergenti (a partire dalla Cina) dato che riteniamo la fase di forza del dollaro prossima all’esaurimento.