La Trade War va oltre i confini commerciali

Dopo il G-20, le notizie hanno innescato un rally di sollievo che ha spinto i mercati azionari a nuovi massimi, con l’MSCI ACWI che è ritornato al 16,23% nel primo semestre di quest’anno. Di seguito la view di Matthew Benkendorf, CIO della boutique Quality Growth di Vontobel AM.

Nonostante la reazione positiva del mercato, pochi (se non nessuno) dei problemi politici sono stati effettivamente risolti. Le notizie del recente vertice del G20 sul commercio sono state percepite come positive solo perché si è evitata un’ulteriore escalation. Alcuni investitori sono ottimisti sul fatto che, se nei prossimi mesi si raggiungerà un accordo commerciale, il risultato sarà il ritorno allo status quo. A nostro avviso, la controversia va ben oltre lo squilibrio commerciale tra Stati Uniti e Cina e comprende una serie di questioni profondamente radicate e non facili da risolvere, dalla protezione della proprietà intellettuale ai trasferimenti tecnologici forzati e alla sicurezza nazionale. L’incertezza del conflitto commerciale più ampio probabilmente si protrarrà dopo qualsiasi eventuale “accordo” commerciale.

L’atteggiamento indurito degli Stati Uniti nei confronti della Cina persisterà fino alle prossime elezioni, poiché entrambi i partiti politici condividono in gran parte la stessa opinione. Le ramificazioni di questo rapporto conflittuale potrebbero essere percepite in un’ampia fascia di paesi e aziende. Già, nello spazio high-tech, stanno avvenendo enormi cambiamenti per dividere il processo di produzione e distribuzione in un sistema statunitense e uno cinese. Potrebbe esserci un momento in cui i paesi potrebbero dover scegliere da che parte stare – con un richiamo all’epoca della Guerra Fredda.

Le aziende più a rischio sono ovviamente quelle che producono in Cina e spediscono negli Stati Uniti e viceversa. Per gli investitori preoccupati per il loro posizionamento in Cina, è importante tenere a mente che maggiore è l’esposizione che hanno nei confronti degli esportatori e maggiori potranno essere i danni ai loro portafogli. Gli investitori dovrebbero considerare le società cinesi la cui crescita è guidata dalla domanda interna, e che quindi non hanno un impatto diretto. Ad esempio, Alibaba ha una crescita che è guidata non solo dal valore aggregato della merce venduta sulle sue piattaforme, che sarebbe influenzata da una crescita più lenta del PIL, ma anche dall’aumento dei tassi di acquisto, la percentuale del valore delle transazioni effettuate.

Non abbiamo mai creduto che i vantaggi competitivi derivanti dalle catene di fornitura del lavoro a basso costo siano sostenibili nel lungo periodo. Crediamo invece che i marchi forti abbiano relativo potere di determinazione dei prezzi. Pertanto, i franchising locali più forti che sfruttano al meglio i propri mercati di riferimento sono in una posizione migliore per superare i rischi derivanti dalla Trade War. Infine, gli investitori devono considerare che la qualità della gestione, soprattutto con la crescente incertezza sulla filiera, è ancora più importante ora che il management naviga in un ambiente operativo più impegnativo.

Elezioni e rischio politico

Sebbene le elezioni principali in alcuni grandi paesi emergenti siano orami alle nostre spalle, per ironia della sorte alcuni mercati sviluppati sono ora potenzialmente più incerti dal punto di vista politico. Le elezioni presidenziali americane sono a meno di un anno e mezzo di distanza, e i candidati democratici stanno già proponendo soluzioni che appaiono come troppo lontane. A questo punto, è difficile fare una previsione a lungo termine sulle politiche che gli Stati Uniti perseguiranno nel 2021, ed è ancor più difficile capire ciò che è realizzabile. Stiamo osservando da vicino questa dinamica e il potenziale impatto sulle aziende che ci stanno a cuore.

La Brexit continua a confondere. Boris Johnson, il nuovo Primo Ministro britannico, è noto per la sua imprevedibilità. Molti temono che possa portare il Regno Unito verso una hard Brexit. I danni all’economia non si fermerebbero ai confini del Regno Unito, ma danneggerebbero anche l’Unione Europea.

In alcuni importanti paesi in via di sviluppo, il rischio politico si sta attenuando. Anche se siamo investitori “dal basso”, riconosciamo che l’elezione di leader politici favorevoli al mercato costituisce generalmente un contesto positivo per gli investimenti nei mercati emergenti. In India, un paese in cui abbiamo un sovrappeso storico, la rielezione del governo BJP guidato da Narendra Modi porterà a continue riforme che dovrebbero andare a beneficio dell’economia nel lungo periodo.

In Brasile, dopo l’elezione di un nuovo governo di estrema destra, il presidente Jair Bolsonaro e il suo ministro delle finanze Paulo Guedes hanno spinto la riforma pensionistica attraverso un congresso riluttante e frammentato. Queste misure dovrebbero rendere più facile per le imprese operare ed espandersi in Brasile.

Sulla base dei risultati delle recenti elezioni, un’osservazione generale può essere che gli elettori dei mercati emergenti siano stati meno influenzati dalle promesse di elargizioni a breve termine e stiano gradualmente diventando consapevoli del fatto che queste politiche portano a problemi nel lungo periodo. Il Venezuela rappresenta un promemoria di ciò che accade quando si segue questa strada. Mentre continuiamo a guardare e valutare le situazioni in diversi paesi, come il Messico, dove la direzione politica è meno chiara, il rischio politico si è leggermente ridotto nei mercati emergenti e molti paesi in via di sviluppo sono sulla via delle riforme.

Rallentare la crescita

La crescita economica globale sta rallentando. Il Fondo Monetario Internazionale, per la terza volta in sei mesi, ha abbassato le previsioni economiche per il 2019 al livello più basso dalla crisi finanziaria. Anche negli Stati Uniti, dove la crescita del PIL è ancora in crescita, le stime degli utili per le imprese S&P 500 sono in forte calo dalla fine del 2018. Ci sono altri aneddoti potenzialmente preoccupanti sui mercati. Ci sono state un gran numero di importanti IPO in tutto il mondo, il che accade spesso quando le banche sono preoccupate che la finestra del pubblico possa chiudersi. Non solo, alcune di queste IPO (ad esempio Lyft) non sono state accolte favorevolmente. Inoltre, il recente fallimento di alto profilo di fondi che detengono attività illiquide ricorda i giorni che hanno preceduto la crisi finanziaria con le autorità di regolamentazione, che da anni si preoccupano di come il mercato del credito a leva finanziaria, che ha conosciuto una crescita esplosiva, si comporterà in una recessione economica.

I tempi rimangono una sfida per gli investitori, e tutti noi dobbiamo tenere d’occhio i segnali che indicano una svolta. Tuttavia, la nostra lunga esperienza di investimento conferma che un portafoglio forte si costruisce di società in società, cercando di investire in aziende potenti che sono gestite da leader con track record comprovati – sia in tempi buoni che cattivi.

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