La volatilità dei tassi d’interesse contagerà l’Eurozona

A cura di Norman Villamin Chief Investment Officer Private Banking Union Bancaire Privée
Prevediamo che la BCE modificherà le sue dichiarazioni durante l’estate e poi passerà a ridurre gradualmente il suo programma di quantitative easing verso il 2018. Gli investitori dovranno dunque attendersi che il movimento unidirezionale dei tassi dell’Eurozona si trasformi sempre più in volatilità, analogamente a quanto visto dopo il 2013, quando la Fed ha messo fine al suo programma di quantitative easing.
Così come avvenuto negli Stati Uniti nel 2012, con i rendimenti reali tedeschi vicini ai minimi storici, ci attendiamo l’inizio di una transizione dalla politica degli «acquisti illimitati» del presidente della BCE, Mario Draghi, all’avvio di una fase di normalizzazione degli interessi reali nell’area dell’euro per i prossimi anni.
Un simile cambiamento di rotta induce a credere che le obbligazioni governative e, alla luce degli spread esigui, anche le obbligazioni societarie dell’area dell’euro, passeranno a rendimenti cedolari inferiori rispetto al passato. I rendimenti sono ai minimi storici e aumentano le previsioni di una volatilità più accentuata rispetto agli ultimi anni, pertanto riteniamo che il poco interessante profilo di rischio/rendimento dei mercati statunitensi del reddito fisso possa contagiare anche i loro omologhi europei.
Le obbligazioni dei mercati emergenti, con gli spread vicini alle medie storiche, evidenziano uno dei pochi profili di rendimento relativamente interessanti rispetto al più ampio universo del reddito fisso, in USD e in EUR.
Sebbene le obbligazioni indicizzate all’inflazione scontino sempre più un’inflazione normalizzata e il reddito fisso sembri considerare addirittura ampiamente un esito favorevole per l’economia globale, il valore relativo delle strategie «duration hedged» e indicizzate all’inflazione rimane intatto. In questo scenario preferiamo la gestione attiva per beneficiare dell’atteso aumento della volatilità dei tassi con strategie non direzionali all’interno del reddito fisso.

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