“Asean” verso una crescita più bilanciata

A cura di Christopher Chu, Fund Manager Azionario Asia di Ubp

Sin dalla sua costituzione, nel 1967, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) ha portato avanti il suo mandato che non solo punta ad accelerare il progresso economico e sociale fra i paesi membri, ma contemporaneamente vuole promuovere la pace e la sicurezza. Ciò, in combinazione con una popolazione di dimensioni simili e valori sovrapponibili, rende l’ASEAN naturalmente soggetta a paragoni con la sua controparte occidentale, l’Unione Europea.

La decisione sulla Brexit di fine giugno è stata inaspettata e ora i mercati si preoccupano del fatto che altri membri dell’UE possano sfruttare la scia politica di questo evento per lanciare altri referendum. Per quanto riguarda l’ASEAN, non pensiamo che l’area sia a rischio o che affronterà una crisi simile a quella dell’UE. Tuttavia, le lezioni della Brexit sono troppo importanti per essere ignorate.

In confronto all’UE, l’ASEAN è tormentata da inefficienze politiche che, ironicamente, ne proteggono il futuro. Il Segretariato dell’ASEAN manca di una vera autorità sui paesi membri, mentre i ministri degli esteri dell’Associazione spesso non riescono a raggiungere delle dichiarazioni che riflettano una visione comune. Ciò è quello che viene definito come “ASEAN way”, ossia il modo con cui gli stati membri evitano di interferire con gli interessi dei Paesi vicini, preferendo dichiarazioni generiche e di poca importanza.

I membri dell’ASEAN, poi, conservano ognuno la propria valuta legale e mantengono banche centrali indipendenti. Evitando la creazione di una moneta comune per i membri, il blocco di nazioni ha evitato l’instabilità politica che al momento la BCE sta affrontando. Sebbene sia motivo di contenziosi politici, l’euro è economicamente efficiente, in quanto contribuisce a integrare effettivamente gli scambi e a incrementare i partner commerciali all’interno dell’Unione. Il commercio intra-regionale dell’ASEAN, se comparato con quello dell’UE, corrisponde a circa un quarto, segno del grande potenziale di crescita.

Nonostante sia improbabile che un membro dell’ASEAN esca dal blocco, l’eco della Brexit preoccupa a livello globale. In particolare, la frustrazione espressa dalla voce della Brexit circa il fatto che l’integrazione e la prosperità economica non siano distribuite equamente mette in luce l’importante lezione dalla Brexit per l’ASEAN nella speranza che si punti ad evitare la destabilizzazione. La disparità nella distribuzione della ricchezza, evidente non solo attraverso il blocco, ma anche tra singoli stati membri, è dannosa e porta al populismo. Anche la scarsa mobilità del lavoro ostacola il potenziale di crescita e produce frustrazione.

Ma in seguito al voto per la Brexit, gli investitori cominceranno a eliminare lo sconto che una volta avevano i Mercati Emergenti sui Mercati Sviluppati. All’interno dell’ASEAN, l’eliminazione di sussidi inefficienti in campo energetico e di carburanti, l’espansione della proprietà e della concorrenza estera, così come le riforme fiscali, hanno contribuito a indebolire le politiche nazionalistiche e protezionistiche che ostacolano la crescita. Con una migliore efficienza dei capitali, l’area in questione dovrebbe raggiungere una crescita più bilanciata. Esistono spazi anche per promuovere politiche migratorie più libere perché al momento il Mutual Recognition Arrangements dell’ASEAN permette solo lo spostamento di lavoratori qualificati, che sono meno del 2% della forza lavoro totale.

Malgrado il raggiungimento di tali obiettivi, la scarsa unità affligge ancora la regione. La recente soluzione a favore delle Filippine rispetto alla Cina in una disputa sulla sovranità nel Mar Cinese Meridionale, non solo accresce le tensioni presenti fra i Paesi, ma fa aumentare le alleanze o con la Cina o con gli Stati Uniti. Ciò però difficilmente spaccherà l’ASEAN. Senza un parlamento o un segretariato formale dell’associazione, si potrà risolvere poco, ma in compenso si fanno anche pochi danni. A nostro avviso, l’andamento della crescita dell’ASEAN nel medio e lungo termine rimane interessante, poiché si spera che l’aumento del commercio nella regione e il miglioramento del sentiment politico, che porta a una crescita economica comune, permettano di evitare il sentiment più debole che sta affrontando invece l’UE.

Con la crescita globale al di sotto delle aspettative e la Federal Reserve che probabilmente alzerà i tassi di interesse a dicembre, i mercati azionari asiatici sembrano attraenti. Dalla Brexit, i listini asiatici hanno recuperato le perdite, con i mercati dell’ASEAN in testa. Considerato il fascino della crescente domanda interna, l’ASEAN continuerà ad attrarre investimenti esteri. Una ricchezza condivisa è raggiungibile, se i membri dell’ASEAN faranno il loro meglio, e se impareranno dalla lezione della Brexit.

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