L’attrattiva del debito high yield in un mondo di rendimenti negativi

A cura di Pictet Am
In previsione del rialzo dei tassi della Fed di dicembre il dollaro USA si è rafforzato, provocando ulteriori difficoltà alle obbligazioni e alle valute emergenti con l’approssimarsi del 2015. Tuttavia, riteniamo che questi mercati finiranno per prendere atto che l’inasprimento monetario negli Stati Uniti sarà graduale e modesto. In aggiunta, i nostri indicatori anticipatori suggeriscono che le condizioni economiche nell’universo emergente, specialmente in Asia, cominciano a  migliorare.
Di conseguenza, crediamo che l’apprezzamento del dollaro USA sia probabilmente destinato a rallentare nei prossimi  mesi, alleviando le tensioni sul reddito fisso e sulle divise dei Paesi emergenti. Secondo il nostro modello la valuta statunitense è sopravvalutata del 30% circa su base ponderata per l’interscambio. Alla luce di quanto sopra, abbiamo deciso di potenziare l’esposizione alle obbligazioni emergenti in valuta locale, una delle asset class più convenienti in  base alla nostra griglia delle valutazioni. I rendimenti del debito in valuta locale si attestano nel complesso al 7,2%, il  livello più alto dal 2010, e le valute emergenti scambiano a tre deviazioni standard sotto il fair value.
I mercati obbligazionari emergenti sono ovviamente esposti ad alcuni  rischi, come la possibilità di un hard landing in  Cina o quella, per quanto modesta, di un brusco inasprimento monetario negli USA. In quest’ultimo scenario, gli emittenti emergenti finanziariamente più deboli potrebbero trovarsi sotto pressione. Ciò nonostante, ci attendiamo che il prolungato deprezzamento delle divise emergenti giunga a termine e che le economie asiatiche ricevano impulso da una ripresa della domanda di esportazioni. Prevediamo inoltre il varo di nuovi stimoli monetari e fiscali in Cina  verso l’inizio del 2016, che darebbero ulteriore sostegno alle prospettive del reddito fisso emergente.
Quanto ai mercati sviluppati, la recente impennata dei rendimenti dei titoli high yield USA appare ingiustificata da molti punti di vista; abbiamo pertanto innalzato a sovrappeso la nostra esposizione a questo mercato. Il premio al  rischio per il debito high yield è superiore alla media di lungo periodo, in netto contrasto con quanto avviene nei  mercati delle obbligazioni investment grade e dei titoli di Stato del mondo sviluppato, dove i premi al rischio sono pari  o inferiori al trend di lungo termine. L’asset class appare sottovalutata anche in base ad altri parametri. Dato che  l’option-adjusted spread delle emissioni high yield USA ha superato i 700 punti base (un livello più che doppio  rispetto al minimo segnato nel 2014) , il tasso di default implicito è balzato all’11%, un valore di norma associato a una recessione.
Questa anomalia è illustrata dagli spread high yield statunitensi che si sono ampliati nonostante il rafforzamento del mercato del lavoro. Inoltre, data l’enfasi posta dalla Fed su un approccio graduale e prudente all’inasprimento, un  brusco aumento delle insolvenze degli emittenti high yield sembra improbabile. Infine, abbiamo assunto una posizione di sovrappeso sull’euro nei confronti dell’USD. Riteniamo che il miglioramento delle prospettive economiche dell’eurozona potrebbe attrarre flussi d’investimento verso la regione e che le possibilità di un ulteriore apprezzamento del dollaro USA siano limitate a causa della valutazione storicamente elevata e del posizionamento  eccessivamente ottimista degli investitori sulla divisa statunitense.

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