L’aumento dei contagi in Europa preoccupa i mercati

I timori dell’Europa di una recrudescenza del coronavirus stanno diventando realtà con la Francia che raggiunge un nuovo picco e le infezioni in aumento in Germania e nel Regno Unito. Nonostante migliaia di casi in più, la situazione è molto diversa rispetto a marzo e aprile. I tassi di mortalità stanno aumentando più lentamente e gli ospedali sono ancora in grado di curare i malati, allentando la pressione sui leader europei affinché intraprendano un’azione drastica. Lunedì i casi confermati in Francia sono aumentati di 4.203. La media mobile di sette giorni è aumentata costantemente nelle ultime settimane e venerdì ha superato i 6.000, al di sopra dei precedenti picchi di marzo e aprile. La Germania ha registrato 1.898 nuove infezioni nelle 24 ore fino a martedì mattina, il massimo da aprile, secondo i dati della Johns Hopkins University. Anche se questo è ben lontano dai quasi 7.000 casi giornalieri registrati al culmine della pandemia, l’autorità sanitaria pubblica del paese ha avvertito che la situazione continuava a essere “dinamica e seria”.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, Il presidente Donald Trump ha affermato che intende frenare le relazioni economiche degli Stati Uniti con la Cina, minacciando di punire le aziende americane che creano posti di lavoro all’estero e vietando a quelle che conducono affari in Cina di vincere contratti federali. Il presidente ha anche usato una conferenza stampa della Casa Bianca, con i mercati statunitensi chiusi per il Labor Day, per affermare che i democratici stanno trattenendo un accordo su una legge di stimolo al fine di danneggiare le sue possibilità di rielezione.Sui mercati finanziari, l’attenzione è su Wall Street, che riapre dopo la sosta di ieri, in occasione del Labor Day. Le relazioni tra Stati Uniti e Cina continuano a restare tese, un fattore che potrebbe condizionare l’umore degli investitori. Dall’altra parte, a dare ottimismo restano i progressi sul vaccino anti-Covid, con la speranza di avere a disposizione le prime dosi già entro la fine dell’anno.

L’appuntamento principale della settimana è la riunione della Bce giovedì, che diventa l’occasione per fare il punto sulla ripresa.

Si riaccende la tensione sul fronte Brexit, con il premier britannico Johnson che ieri ha minacciato un no deal, in caso di una mancata intesa entro il 15 ottobre. La sterlina prosegue debole a 0,899, mentre l’euro è poco mosso sul dollaro a 1,1851. Per quanto riguarda le commodities, non basta il taglio dei prezzi da parte di Saudi Aramco per dare nuovo vigore alle quotazioni del greggio che restano deboli.

Le reazioni del cambio tra Euro e Dollaro

Prosegue la fase laterale delle quotazioni del cambio eur/usd a ridosso della media mobile a 21 giorni, nonostante il fallito tentativo di rialzo oltre i massimi di periodo, con le quotazioni che restano a ridosso della parte bassa del range di oscillazione che ha caratterizzato il mercato da metà luglio. Il fallito tentativo di allungo oltre area 1,2000 e la continua perdita di forza relativa, confermano, tuttavia, le attese per ulteriori potenziali flessioni in direzione di area 1,1700 in prima battuta e successivamente verso area 1,1500, andando a testare i massimi di marzo. Sarà poi la perdita di questo livello di supporto a favorire un apprezzamento del dollaro di maggiore entità.

A cura di Wings Parners Sim

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