Le nuove tensioni Usa-Cina avranno conseguenze per le Borse?

Continuano le tensioni tra Cina e Stati Uniti dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler chiudere il proprio consolato a Chengdu e dopo l’ordine di Washington di chiudere il consolato cinese a Houston per “proteggere proprietà intellettuali e informazioni private”. Tensioni aumentate dopo che gli Usa hanno affermato che due hacker cinesi stavano prendendo di mira le compagnie americane che si occupavano di ricerca sui virus e stavano rubando informazioni da aziende di tutto il mondo, sia a scopo di lucro che per conto del governo cinese.

Nonostante ciò abbia avuto un impatto limitato sul mercato azionario, molti analisti pensano che gli investitori dovrebbero prestare più attenzione a queste tensioni piuttosto che sui vari stimoli monetari e fiscali in contrasto alla pandemia.

Il conseguente trasferimento delle catene di approvvigionamento e il mutamento degli schemi commerciali potrebbero avere un impatto significativo su alcune società ed economie. Il rischio del disaccoppiamento delle due più grandi economie del mondo è alto.

In settimana poi gli Stati Uniti hanno anche vietato ad altre undici aziende cinesi di acquistare tecnologia americana e altri prodotti senza una licenza speciale. Le 11 società sono fornitori attuali o precedenti di importanti marchi internazionali, tra cui Apple, Alphabet ed HP.

Nel frattempo in questo contesto, JP Morgan ha dichiarato che varie multinazionali stanno già lavorando per reindirizzare le loro catene di approvvigionamento dalla Cina verso nuovi Paesi, invertendo un processo che per anni ha portato alle aziende statunitensi minor costi di produzione e quindi maggiori profitti.

E Morgan Stanley, in una nota recente, ha studiato il potenziale impatto su 35 settori industriali del disaccoppiamento delle due economie. Undici settori risentiranno maggiormente dell’aumento dei costi e includono produttori globali di auto e componenti; trasporto globale e aerospaziale; beni strumentali globali, hardware IT e semiconduttori.

Per quanto riguarda invece i mercati dei capitali americani, gli Stati Uniti vogliono reprimere le quotazioni delle società cinesi e le società sarebbero tenute a dimostrare di non avere alcuna proprietà del governo straniero e sottoporre ad audit.

A cura di Wings Partners Sim

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