Le tensioni politiche incidono sulla fiducia

a cura di Corrado Caironi, Investment Strategist R&CA
Intensificata la lotta al terrorismo
La situazione politica nel vecchio continente rimane ostaggio del tema sicurezza. Dopo gli eventi terroristici a Parigi, l’allarme per nuovi attacchi sale in tutti i paesi europei e rende molto difficile guardare ad una prospettiva positiva di breve termine. L’Intelligence ha nel mirino non solo le possibili cellule insediate sul territorio, ma i flussi di armi e denaro che alimentano le strategie di reclutamento e le loro basi logistiche. Difficile immaginare possibili futuri obiettivi anche se è evidente un aumento della presenza di forze di polizia almeno nelle principali città e nei loro punti nevralgici. La sospensione di molte attività ricreative come le partite di calcio o altri eventi sportivi porta ancora più tensione nelle città.
Le tensioni politiche incidono sulla fiducia
Per quanto riguarda le analisi finanziarie la prima impressione trova un ostacolo nel possibile calo della fiducia sui settori trainanti dalle spese natalizie e da viaggi e trasporti. Quanto il calo di fiducia possa incidere sull’economia reale è ancora difficile da quantificare ma è evidente che un periodo prolungato di allerta non può che sostenere l’ipotesi di un rallentamento generalizzato. Le borse hanno tenuto la posizione guardando alla BCE e alle prossime mosse annunciate per dicembre. Per quanto riguarda la politica monetaria della FED sono le probabilità di un aumento dei tassi di interesse nel mese di dicembre sono ampiamente salite sopra il 50%.
Focus della settimana
Principali dati attesi in settimana. Negli Usa: Existing Home Sales, Personal Income e Spending, GDP, Durable Goods Orders; nell’Euro Area: Economic Confidence, dati PMI Composite, Manufacturing e Servizi, in Germania GDP e IFO; in Giappone Supermarket sales, Unemployment rate. Negli Emerging Markets: Current Account Balance in Messico, riunione della banca centrale in Brasile: Selic Rate.
Ciclo espansivo negli USA
Sono evidenti differenti orientamenti sul ciclo economico statunitense dopo che la Presidente della FED Janet Yellen si è dimostrata convinta che l’avvio del rialzo dei tassi di interesse può dirsi sostenibile rispetto alle variabili fondamentali del ciclo Usa. A questo riguardo ci si trova davanti almeno a due opinioni contrapposte: la prima riguarda l’avvicinarsi della conclusione del ciclo di espansione, segnato dal rialzo dei costi di finanziamento; la seconda opinione che invece vede un prolungamento del ciclo di svariati anni in funzione di dati macro in equilibrio che renderebbero chiaro un ulteriore percorso di sviluppo sostenibile.
Ragioni di una fase conclusiva del ciclo
La prima opinione sarebbe basata su due fattori chiave: la mancanza di spinta delle aziende negli investimenti di medio lungo termine (Capex) e, secondo, l’aumento delle scorte e del rapporto magazzino verso vendite (Inventory-to-Sales). Il primo dei due fattori, ritenuto centrale, trova nell’indicazione di una minima intensità degli investimenti societari una visione meno ottimistica del futuro, la preferenza verso un aumento dei profitti a breve termine e il consolidamento dei bilanci, in una fase ormai matura del ciclo economico. Sul tema della crescita del magazzino in realtà si tratterebbe di un fattore di normalizzazione delle scorte dopo un lungo periodo di buon andamento delle vendite.
Ragioni per un’ulteriore espansione
Sulla possibilità di un prolungato ciclo di espansione gli analisti fanno riferimento a quattro indicatori: a) indici di fiducia, b) mercato del lavoro, c) indicatori di insolvenza e d) indici immobiliari. Il Consumer Confidence Index si sta portando vicino a 100 punti dopo il minimo di 25,3 del febbraio 2009; un livello ideale che segna il superamento della linea di demarcazione media di 80 punti e tiene in salute le attese dei consumatori. Il tasso di disoccupazione è tornato al 5%, un ottimo risultato in termini di nuova occupazione con dati in crescita anche per i salari. A confermare il buon andamento del lavoro è la discesa del tasso di insolvenza da parte dei privati e nella sostenibilità di ulteriore possibilità di indebitamento (overall 90+ day delinquency rate sceso al 4%). Nel caso del mercato immobiliare i numeri di transazioni sono aumentate del 50% rispetto dai minimi del 2010, mentre il dato mensile di nuove costruzioni si mantiene sopra il milione di unità.
Mercati finanziari
Dal punto di vista del mercato azionario gli analisti rimangono convinti che le società quotate statunitensi abbiano attuato notevoli progressi nel rafforzamento patrimoniale, nelle attività di riscadenziamento dei debiti a medio termine e nella riduzione dei costi di finanziamento, dopo la caduta dei tassi di interesse. La previsione sugli utili rimane invece legata alla continuità del ciclo; la possibilità che il tasso di crescita economico, seppur modesto, possa continuare nel tempo e quindi incidere positivamente sulla crescita dei profitti, risulta la tesi più ragionevole e capace di assorbire il progressivo rialzo dei costi di finanziamento e il rafforzamento del dollaro. Disruptive Innovation
Per sintetizzare il concetto di Disruptive Innovation (DI), Clayton Christensen, professore tra i più influenti nel management presso la Harvard Business School, ci mette svariati minuti. Il suo primo pensiero definisce DI la trasformazione di un prodotto costoso e complicato disponibile a poche persone, in uno più semplice e disponibile ad un’ampia popolazione. Questo è reso facile dalle nuove tecnologie e dai devices in connessione internet mobile. I prodotti passano da mercati limitati ad una offerta rivolta a tutte le persone che hanno accesso ad internet. Il secondo riguarda lo sviluppo di nuove aziende, l’avvio di diverse tipologie di business, mentre gli operatori consolidati sono costretti al cambiamento.
Disrupter o Disrupted
Quali aziende sono favorite dalla DI? Molto dipende dal fatto di essere disrupter o disrupted, ma non è sempre facile identificarsi con una chiara posizione. I disrupter, anche quelli di successo, fanno comunque fatica ad emergere e a monetizzare il loro ingegno. Amazon è stato un disrupter originale nel settore editoriale, rivolgendosi al settore delle vendite per corrispondenza a livello globale; oltre ad essere famoso per la sua innovazione è anche noto per il fatto che ci sono voluti nove anni per registrare un primo profitto.
Robot e Intelligenza Artificiale
Tra le DI non possiamo dimenticare le aziende di robotica: il 2014 è stato il terzo anno consecutivo di vendite record di Robot in tutto il mondo (229.000, + 29% anno su anno); a questo si sta aggiungendo l’Artificial Intelligence (AI) con una serie infinita di applicazioni. Robot e AI stanno diventando una parte integrante della nostra vita quotidiana come fornitori di manodopera, mobilità, sicurezza, convenienza e divertimento. I Robot saranno probabilmente in grado di eseguire il 45% delle attività di produzione nel 2025E (contro il 10% di oggi). Gli analisti stimamo che il mercato di Robot e le soluzioni AI cresceranno di US$ 153bn al 2020E, tra US$ 83 miliardi per Robot e Robotica, e US$ 70 miliardi per le soluzioni AI. La crescita più veloce avverrà probabilmente per gli agribots, care-bots, cobots, droni (commerciali e militari), fintech, industrial robots, medical robots & computer-assisted surgery, self-driving cars, service robots, software e telehealth (telemedicina).
Posizioni di lungo termine ben diversificate
Destreggiarsi tra disrupter e disrupted è estremamente difficile, in particolarmente in un mercato azionario che è molto salito: il Nasdaq 100 ha ritoccato al rialzo i precedenti massimi storici. Le società del settore possono ancora richiedere ampi premi e lunghi orizzonti temporali prima del raggiungere il successo. Le case di investimento si chiedono se sia possibile ignorare questi settori della tecnologia evitando possibili rischi di breve termine. Infatti la risposta è quella di avere un approccio da venture capitalist con ‘tasche profonde’, tolleranza per i default, ma anche visione per cavalcare validi e grandi vincitori. Per agire su questo tema il consiglio rimane quello di diversificare e chiedere aiuto ad analisti finanziari esperti che riescano a contestualizzare questo trend nella crescita globale, quale migliore opzione in una parte del portafoglio di investimento orientata al lungo termine.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!