Leonardo guarda a Boeing, prosegue l’attività e rimbalza in Borsa

Mentre a Piazza Affari scattano nuove vendite sui titoli bancari dopo che l’ex governatore di Banca d’Italia ed ex presidente Bce, Mario Draghi (da molti indicato come possibile candidato alla guida di un governo di “unità nazionale” o anche come successore di Sergio Mattarella al Quirinale) ha suggerito che le banche concedano rapidamente prestiti alle imprese a costo zero sfruttando capitale fornito loro dai governi sotto forma di garanzie, per evitare perdite di posti di lavoro e fallimenti a catena, tra le poche blue chip positive torna a mettersi in luce Leonardo.

Il titolo, che nella seduta di ieri ha già recuperato l’11,3% ma tratta ancora a livelli del 40% circa al di sotto di quelli di 12 mesi fa (con una capitalizzazione di borsa scesa poco sotto i 3,4 miliardi di euro), parte oggi in rialzo del 4% circa risalendo sopra i 6 euro per azione con buoni volumi. Il titolo, di cui Equita Sim ha suggerito un sovrappeso pochi giorni fa, beneficia sia della possibilità di riprendere le forniture per il B737-Max di cui Boeing vorrebbe riattivare la produzione entro fine maggio, sia delle parole del suo amministratore delegato, l’ex banchiere Alessandro Profumo, secondo cui operando in un settore “chiamato a garantire sicurezza, fornendo tecnologie, prodotti e supporto al nostro sistema di sicurezza e difesa”, Leonardo non intende chiudere alcuno stabilimento.

Questo, ha precisato Profumo, dopo aver già sospeso tutte le trasferte nazionali ed internazionali dei dipendenti e, dal 27 febbraio, aver abilitato lo smart working “per tutte le nostre persone che potevano lavorare da remoto”, riducendo “all’essenziale la presenza nei siti produttivi”, rendendo “disponibili sistemi di protezione individuale” e creando “procedure e processi per ridurre il rischio di contagio” da Covid-19.

Leonardo, ha anche ricordato Profumo, ha una rete di circa 4mila fornitori, in stragrande maggioranza di piccole e medie dimensioni. “Non esagero se dico che è in gioco la sopravvivenza di un sistema industriale”, ha concluso il manager, affermando che “fino a quando sarà possibile garantire le necessarie condizioni di sicurezza dei nostri dipendenti, come concordato con le parti sindacali, noi faremo la nostra parte” per non fermarsi e non fare ulteriormente pesare la crisi sulle spalle dei fornitori.

Il quadro tecnico

In attesa di valutare i danni di una recessione che si annuncia ogni giorno più pesante e le contromisure che si riusciranno a prendere, oltre che a livello nazionale anche a livello europeo, gli investitori apprezzano la decisione di Profumo e tornano a comprare Leonardo, che a questi livelli di prezzo esprime un P/E di circa 4,6 volte (sulla base di valori ante-crisi) e un potenziale rialzista di oltre il 100% rispetto al target price medio (sempre ante-crisi) di circa 12,4 euro.

Il quadro tecnico, cui guardano con maggiore interesse in questi frenetici giorni gli investitori, vede il titolo ormai sui livelli del primo target individuato del rimbalzo tecnico partito col superamento dei 5,2 euro per azione, rimbalzo che potrebbe estendersi sino ai 6,5 euro. Se poi il prezzo tornasse oltre la soglia dei 9 euro sarebbero possibili ulteriori allunghi prima sui 9,9 euro per azione e poi sui 10,35 euro per azione (ma chi volesse perseguire questa strategia farebbe bene a porsi una stop loss attorno agli 8,5 euro). Il trend primario per ora resta neutro-laterale, ma quello secondario è già tornato positivo a brevissimo e breve termine, con le quotazioni che si sono riportate sopra la media mobile veloce (ma non ancora sopra quella lenta).

Lo stocastico conferma il recupero in atto essendo risalito nella parte superiore della banda d’oscillazione, mentre l’indicatore di forza relativa (Rsi) resta vicino all’ipervenduto a conferma che gli investitori sono in prevalenza “scarichi” del titolo e che potrebbe pertanto esservi spazio per ulteriori recuperi. In giornata le resistenze sono viste sui 6-6,02 euro per azione e poi a quota 6,75 euro, mentre i supporti restano distanti, a 5,05 euro e poi a 4,75 euro per azione. Livelli che non inficerebbero, peraltro, il tentativo di recupero e la correlata strategia rialzista di breve periodo che vede la stop loss posizionata ancora più in basso, sui 4,5 euro per azione.

Leonardo a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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