L’Europa dell’Est cavalca la ripresa: la view di Raiffeisen

A cura di Raiffeisen Capital Management
Turchia. Le elezioni parlamentari di giugno sono sempre più vicine e, di conseguenza, i temi di politica interna dominano sempre più le notizie sui mercati finanziari turchi. Il presidente Erdogan vorrebbe far cambiare la costituzione dopo le elezioni parlamentari per ampliare massicciamente i suoi poteri di presidente. Tuttavia, non sembra essere ancora sicura la necessaria maggioranza parlamentare dei 2/3 per l’AKP. Inoltre, il processo di pace lungo e complicato con i curdi rischia una battuta d’arresto. Ciò a sua volta potrebbe, però, comportare un’alleanza elettorale dei partiti e politici curdi, il che aumenterebbe le loro possibilità di superare l’elevata soglia minima del 10% dei voti. In questo caso, potrebbe essere messa in pericolo la maggioranza dei 2/3 perseguita dall’AKP. Da questo punto di vista, nei prossimi mesi il mercato sarà probabilmente ancora fortemente influenzato dalle notizie politiche.
L’andamento economico sembra intanto rallentare ulteriormente. Il disavanzo commerciale sta diminuendo, il che in sé è positivo. Questo, però, è riconducibile in particolare al fatto che le importazioni (soprattutto petrolio e fonti di energia) calano più delle esportazioni. Un lieve aumento delle esportazioni verso l’UE non è in grado di compensare la domanda inesistete o in calo degli altri mercati di esportazione importanti della Turchia colpiti in modo negativo dal prezzo del petrolio o dalla geopolitica, come per esempio la Russia, l’Iraq o gli Emirati Arabi Uniti.
Polonia. In Polonia, come nell’intera regione centro-europea, l’andamento dell’economia al momento è positivo. In questo senso, dovrebbero dare supporto in particolare i dati positivi dell’ultimo periodo provenienti dalla Germania. L’indice manifatturiero si trova ancora nettamente sopra i 50 punti e segnala, quindi, un’espansione dell’industria. Con un -1,6% il tasso d’inflazione si trova invece ancora chiaramente in territorio deflazionistico. Il taglio dei tassi d’interesse della banca centrale a inizio marzo non è stato, dunque, una sorpresa; con lo 0,50% ha, però, superato tutte le attese e ora si attesta all’1,50%. La banca centrale ha segnalato, allo stesso tempo, la fine del ciclo di taglio dei tassi d’interesse; a dire il vero ci sono già state simili dichiarazioni altre volte in passato. Ciò nonostante, i rendimenti obbligazionari sono leggermente saliti a marzo; lo zloty, d’altra parte, si è ripreso fortemente e ha tratto profitto dal sentiment migliore rispetto all’Europa centrale. Il mercato azionario di Varsavia ultimamente non ha subito quasi nessuna variazione.
Repubblica Ceca. La Repubblica Ceca continua ad approfittare degli ordini export stabili, la produzione industriale al momento sta andando a pieno ritmo e anche il commercio al dettaglio nel complesso mostra tuttora una tendenza positiva. Nel 2015, l’economia potrebbe crescere del 2,4% circa, dopo il 2% circa dell’anno passato. Intanto, anche nella Repubblica Ceca sembra arrivata una leggera deflazione. In politica si fa sempre più largo il desiderio di un’adesione all’UE, richiamando l’attenzione soprattutto al legame già molto stretto in termini economici con la zona euro. Allo stesso tempo, la banca centrale è però alla ricerca di modi per porre fine all’ancoraggio di fatto della corona all’euro (attraverso un “cambio minimo”), senza però rischiare una reazione del mercato così forte come quella dei colleghi svizzeri a gennaio. La corona ceca ha reagito con delle leggere perdite, le obbligazioni ceche hanno, invece, seguito il trend positivo dei titoli di Stato della zona euro.
Ungheria. In Ungheria si registrano tendenze simili alla Polonia: una domanda estera robusta accompagnata da inflazione negativa. La crescita economica nell’ultimo trimestre del 2014 ha sorpreso decisamente verso l’alto e anche la dinamica attuale è positiva. La banca centrale ungherese ha tagliato il tasso guida portandolo a un nuovo record minimo di 1,95%. Nonostante ciò, il fiorino è salito nettamente, simile allo zloty. I rendimenti obbligazionari ungheresi sono stati invece poco più alti su base mensile. Il mercato azionario ha di nuovo guadagnato significativamente e con un più 8% è stato di gran lunga il migliore della regione. Come già a febbraio, l’annuncio della riduzione della tassa sulle banche ha avuto un impatto positivo sui titoli finanziari, tra l’altro sul gigante del listino OTP (+20 %).

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