L’importanza degli score ESG nei processi di investimento

Di Rakhi Kumar, responsabile ESG Investing e Asset Stewardship di State Street Global Advisors

Dato che i temi in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG) diventano sempre più importanti per gli investitori, le società devono intensificare gli sforzi per divulgare i dati che rientrano nei punteggi ESG elaborati da terzi, altrimenti rischiano di perdere i capitali degli investitori. Dal nostro punto di vista, queste classificazioni basate su criteri ESG stanno rapidamente diventando rilevanti quanto i rating sul credito all’interno del processo decisionale di investimento. I consigli di amministrazione devono a loro volta riconoscerne la crescente importanza e aumentare nettamente la quantità di informazioni che pubblicano sul proprio impatto ESG nel corso dell’intero esercizio finanziario, in modo da ottenere i migliori punteggi ESG possibili.

Per un crescente numero di investitori, i rischi e le opportunità legate alla sostenibilità e all’impatto ESG sono diventati parte integrante del processo di investimento. Oggi le strategie di investimento ESG hanno raggiunto i 22.800 miliardi di dollari in termini di masse in gestione a livello globale. L’interesse per l’ESG è già largamente diffuso in Europa ed è destinato a crescere nel resto del mondo, visto che i millennial non vogliono soltanto ottenere rendimenti dai propri investimenti, ma richiedono anche che siano in linea con i propri valori e i timori per il futuro del pianeta.

Per creare prodotti ESG ai fini di investimento, i gestori si affidano ai punteggi ESG forniti da provider terzi di dati, che utilizzando le informazioni ESG rese note dalla società. Senza questo tipo di input proveniente dalle aziende stesse, i provider di dati ESG come MSCI, Sustainalytics, ISS-oekom e Vigeo-Eiris creano delle stime proprietarie che, sfortunatamente, potrebbero essere più o meno esaustive. Quindi, al fine di migliorare i propri punteggi, le società devono condividere quante più informazioni rilevanti possibili sul proprio impatto ESG e sulla propria sostenibilità.

Un esempio del crescente potere dei criteri ESG come elemento di differenziazione negli investimenti è l’esperienza di una piccola compagnia statunitense del settore oil & gas che, dopo aver pubblicato il suo primo report sulla sostenibilità, ha visto aumentare sorprendentemente il numero dei suoi investitori europei in ambito ESG. Nel report erano presenti dati sufficientemente dettagliati sulle emissioni di carbonio della società, che hanno portato a un miglioramento del suo punteggio ESG, ampliando il bacino di investitori e l’interesse per l’azienda stessa.

Sfortunatamente sono ancora troppo pochi i membri dei board che usano parte del loro tempo per analizzare i report di sostenibilità delle proprie aziende e ancora minore è l’interesse per i punteggi ESG forniti da terze parti. È necessaria un’inversione di questo trend, in modo che i Consigli di Amministrazione svolgano un ruolo chiave nel comprendere se il management stia effettivamente prendendo seriamente in considerazione le questioni legate alla sostenibilità e se, di conseguenza, modificherà le decisioni relative all’allocation del capitale.

I membri dei board possono aiutare a focalizzare l’attenzione su questi argomenti chiedendo qual è il punteggio ESG di una determinata azienda. Questo porterà a una discussione sui rischi ESG rilevanti per la compagnia, sul modo in cui questi vengono mitigati, su come dovrebbero essere incorporati nella strategia aziendale e su come comunicare questi risultati agli investitori e agli altri stakeholder per attrarre capitali.

I membri del Board scopriranno molto presto che non è facile ottenere un punteggio ESG univoco. La metodologia dei punteggi ESG utilizzata da terze parti è spesso poco chiara e varia in base ai provider. Alcune ricerche recentemente condotte da State Street, ad esempio, hanno riscontrato una correlazione inferiore allo 0,5 tra i punteggi ESG di MSCI e di Sustainalytics.

A livello di settore, sia i gestori che i fornitori di dati sanno che bisogna fare dei passi in avanti per creare punteggi più coerenti e di migliore qualità. La buona notizia è che il Sustainable Accounting Standards Board (SASB) ha sviluppato un sistema di reporting sofisticato in ambito ambientale e sociale per le aziende, a cui ha contribuito anche State Street. Questo sistema identifica i fattori di sostenibilità che sono rilevanti per gli investitori all’interno dei GICS (Global Industry Classification Standard) e dei suoi sottosettori.

Inoltre, il SASB sta finalizzando gli standard contabili per centinaia di parametri di sostenibilità che consentiranno alle aziende di un settore di misurare e riportare i fattori rilevanti ai fini della sostenibilità in modo sistematico e comparabile. Riteniamo che, con il passare del tempo, il sistema di reporting elaborato dal SASB guiderà sempre più i punteggi ESG delle società. Pertanto, le aziende dovrebbero iniziare a fornire informazioni sulle proprie attività in conformità con quanto stabilito dal SASB.

Nel frattempo, come parte del nostro programma di asset stewardship, offriamo una metodologia in grado di aiutare i Consigli di Amministrazione a individuare il modo in cui i rischi ESG possono avere un impatto sul business. Le aziende possono giocare d’anticipo, incorporando i fattori rilevanti di sostenibilità e ESG all’interno delle proprie strategie di lungo termine, rendendo i propri modelli di business più solidi e diventando così più attraenti per gli investitori.

L’ESG non è più un argomento secondario che compare solo una volta l’anno nei report sulla Corporate Responsibility delle società. Al contrario, il punteggio ESG diventerà fondamentale per determinare se l’azienda è in grado di attrarre o meno ingenti flussi di capitale. Quindi la prossima volta che un membro del board parteciperà a una riunione del consiglio di amministrazione, la prima domanda da porre dovrebbe essere: “Qual è il nostro punteggio ESG?”.

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