L’inflazione tedesca aiuta la Bce

Un nuovo calo dell’inflazione tedesca nel mese di agosto conferma le difficoltà dell’economia europea spostando l’attenzione alle prossime mosse della BCE che si riunirà il prossimo 12 settembre a Francofrte. “Il rallentamento registrato sia dall’inflazione che dal dato armonizzato (rispettivamente 1.4% da 1,5% atteso ed a 1,0% da 1,2%) – spiegano gli analisti di Wings Partners Sim – favorisce infatti un’azione di stimolo da parte dell’istituto centrale: un calo dell’inflazione con una situazione economica stagnante/recessiva dovrebbe spingere il presidente Draghi a dover mettere in campo un’azione preventiva per scongiurare una spirale deflazionistica, costituita da un nuovo taglio dei tassi sui depositi e da nuovi quantitative easing ipotizzati nell’ordine di 30 miliardi di euro.

Un lato positivo in tutto questo, tuttavia, lo vivono i Paesi dell’area mediterranea, i cosiddetti PIGS. Qui infatti, nonostante le difficoltà economiche si sta beneficiando di un calo dei rendimenti per rifinanziare i debiti con tassi prossimi allo 0%. Spagna e Portogallo, per esempio registrano un tasso sul decennale poco oltre lo 0,1%, mentre l’Italia ha visto il rendimento del trentennale calare all’1,967% ovvero al di sotto del trentennale americano che paga l’1,973%. Un’anomalia dovuta all’azione della BCE negli anni scorsi nonché su attese per prossime azioni a sostegno dell’economia.

Intanto negli Usa la pubblicazione del PIL del secondo trimestre si attesta al 2% in rallentamento rispetto alla precedente stima posta al 2,1% e soprattutto lontana dall’obiettivo fissato dal presidente Donald Trump al 3% e dal dato del primo trimestre quando l’economia a stelle e strisce si era attestata al 3,1%. La Fed, quindi, sarà chiamata a rispondere al rallentamento economico in atto negli States dovuto anche alla guerra commerciale con la Cina.

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