L’innaturale propensione al rischio e la corsa ai beni rifugio

Le grandi attese di un ulteriore stimolo monetario e fiscale stanno di fatto allontanando le condizioni perché si verifichi una salutare correzione al ribasso, nonostante il continuo flusso di notizie negative che vanno di male in peggio”. Ad affermarlo è Ipek Ozkardeskaya, senior analyst at Swissquote Bank, che di seguito illustra nel dettaglio la propria view.

Infatti, nonostante i nuovi contagi e i dati sulle richieste di disoccupazione ci dicano che la ripresa sul mercato del lavoro stenti a decollare, gli indici azionari proseguono indisturbati il loro rialzo e anche i dati sulla spesa di maggio dei consumatori dovrebbe confermare una ripresa robusta, per quanto vi sia una perdita di reddito significativa a causa del lockdown.

A seguito degli stress test effettuati dalla Fed, le banche Usa, per quanto ritenute ancora ben capitalizzate anche in caso di scenari peggiori, anche nei prossimi mesi non potranno comunque remunerare i propri investitori con i dividendi né effettuare buy-back per preservare iratio patrimoniali. Un elemento sicuramente scoraggiante e che potrebbero impedire alle banche di mitigare uno shock dei prezzi negativo se il sell-off globale dovesse intensificarsi.

Gli istituti finanziari Usa che fanno affari con quei funzionari cinesi che stanno cercando di minare l’autonomia di Hong Kong sarebbero inoltre penalizzate, secondo un disegno di legge approvato ieri dal Senato e che deve ora passare il vaglio della Camera.

Pur tuttavia, la domanda robusta di asset rifugio ci dice che gli investitori rimangono cauti, a prescindere da una propensione al rischio tenuta in vita artificialmente. Anche l’oro viene quotato sopra 1750 dollari l’oncia dal momento che prevalgono i rischi al ribasso sulla scia di un chiaro orientamento negativo nelle notizie in generale. Nel frattempo, i bassi rendimenti dei governativi Usa offrono ulteriore supporto al metallo prezioso mantendo il cost opportunity molto basso. Sul fronte valutario l’eurodollaro vede acquisti sui ribassi sotto 1,12 e dovrebbe mantenersi sopra 1,1160 a meno che non si veda un improvviso deterioramento della propensione al rischio globale.

La sterlina si consolida vicino a 1,24 e la pressione al ribasso si attenua man mano che il “momento della verità” nelle negoziazioni sulla Brexit viene rimandato a ottobre, togliendo un po’ di pressione agli investitori. Ma l’UE si aspetta un compromesso politico dal Regno Unito nei negoziati della prossima settimana per quanto il governo rimanga fermo sulla sua decisione di non scendere a compromessi. Quindi, i rialzisti sulla sterlina continueranno a camminare sul filo del rasoio, il che dovrebbe limitare il potenziale al rialzo prima della media mobile a 200 giorni a 1,27.

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