L’inversione della traiettoria del dollaro in scia all’inizio della ripresa economica

A cura di Vasileios Gkionakis, Head of FX Strategy, Kiran Kowshik, Global FX Strategy, Homin Lee, Macro Strategist e Sophie Chardon, Senior Cross-Asset Strategist di Banque Lombard Odier & Cie

Una serie di sviluppi chiave nelle ultime settimane ha avuto un forte impatto sul dollaro, facendoci adottare una view costruttiva sul cambio euro-dollaro.

Tra i principali sviluppi troviamo:
1. significativi passi in avanti relativi al recovery fund europeo;
2. la Bce ha ampliato oltre le aspettative il proprio programma di stimolo per contrastare la pandemia;
3. posizione molto accomodante della Fed, che ora prevede tassi vicini allo zero anche nel 2022;
4. miglioramenti dal punto di vista economico che, insieme al miglioramento della curva dei contagi, hanno posto le basi per una ripresa economica nel secondo semestre del 2020.

Di conseguenza, è stato finalmente avviato il processo per correggere la sopravvalutazione del dollaro (che persisteva per via dell’incorporazione dei premi di rischio). Abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni di fine anno per il cambio euro-dollaro e la coppia euro-franco svizzero, rispettivamente a 1,17 e 1,11. Lo yen giapponese resta una valuta solida in questo contesto e in grado di sfruttare la traiettoria a ribasso del dollaro e di fungere da copertura in caso di uno scenario negativo (spiegato nel dettaglio più avanti). Nel frattempo, il mercato sembrava relativamente tranquillo in merito ai rischi della Brexit tanto che ha appena iniziato a incorporare la possibilità che si giunga a una situazione “no-deal”.

Dopo un certo consolidamento a breve termine, ci aspettiamo che le commodity currency (soprattutto il dollaro australiano) inizino a guadagnare in scia alla debolezza del dollaro. Nel nord Europa, la corona norvegese dovrebbe sovraperformare rispetto alla corona svedese.

Nei mercati emergenti, le valute che presentano livelli di debito relativamente più bassi e con un’esposizione ai segnali di miglioramento della politica dell’Eurozona dovrebbero riportare dei benefici, grazie alla debolezza del dollaro oltre che auna maggiore spesa per le infrastrutture da parte della Cina (e potenzialmente degli Usa).

Riteniamo che lo zloty polacco, la corona ceca e il nuovo shekel israeliano siano le principali candidate per riportare buone performance in Ceemea, mentre in Asia ci piacciono la rupia indonesiana, il won sudcoreano e il dollaro taiwanese.

In America Latina, invece, il peso cileno dovrebbe riportare buone performance e siamo modestamente costruttivi sul peso messicano. Detto questo, un certo numero di valute, come la lira turca, il rand sudafricano, il real brasiliano e il peso colombiano, dovrà affrontare una continua pressione di deprezzamento.

Dato che l’indice Gbiemfx ha esposizione sia ai vincitori sia ai vinti, abbiamo una view più neutrale sull’indice di riferimento. Il rischio principale delle nostre view è chiaramente rappresentato da una seconda ondata di contagi che potrebbe far deragliare la ripresa economica e aumentare nuovamente la domanda di dollari. Riteniamo che gli ultimi trend siano molto incoraggianti e crediamo che le autorità e il settore privato abbiano adesso maggiori strumenti a disposizione per contenere i potenziali cluster di nuovi contagi. Tuttavia è impossibile escludere uno scenario negativo.

G10FX: tre grafici chiave

Il dollaro ha finalmente intrapreso la tanto attesa traiettoria di correzione al ribasso. L’entità della sopravvalutazione è ancora significativa, per cui questo trend dovrebbe estendersi ulteriormente nella seconda metà dell’anno. L’interrogativo principale è rappresentato dalla velocità con cui si svilupperà il calo del dollaro, e anche dalla sua profondità. La volatilità implicita è diminuita significativamente rispetto al picco riportato da metà a fine marzo e si sta avvicinando a livelli più normali.

Il catalizzatore è stato un miglioramento dello scenario economico globale (anche se da livelli estremamente bassi) che ha alimentato le attese di una rapida ripresa nel secondo semestre del 2020. Questo ha costretto il mercato a iniziare a prezzare i premi di rischio che hanno fatto sì che il dollaro restasse sopravvalutato per un periodo considerevole.

L’andamento del tasso di contagio globale ha rappresentato un fattore positivo e ha supportato il rialzo dell’ottimismo. Nonostante i focolai o i cluster con nuovi contagi (che sono prevedibili), riteniamo che questo trend/miglioramento proseguirà, consentendo alla ripresa di guadagnare momentum. Adesso le autorità hanno maggiori strumenti a disposizione per contenere la possibile insorgenza di nuove infezioni, mentre il settore pubblico sa come agire in modo appropriato. Se il nostro scenario di base si rivela giusto, il dollaro dovrebbe continuare a deprezzarsi, anche grazie alla risposta della politica fiscale e monetaria globale, che sosterrà la ripresa economica. Chiaramente, a nostro avviso, una forte seconda ondata di contagi da Covid-19 – simile a quella dell’inizio del 2020 – rappresenta attualmente il rischio principale.

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