Lo scenario dei rischi associati alla Brexit è cambiato

A cura di Stefan Keller, Asset Allocation Strategist di Candriam

Nel mese di ottobre, Candriam ha cambiato le proprie opinioni nei confronti del mercato britannico. Dopo aver neutralizzato la posizione corta sulla sterlina britannica nei portafogli a inizio mese, ha deciso di neutralizzare il sottopeso sulle azioni britanniche nei portafogli gestiti, posizione che aveva adottato nel corso dell’intera Brexit, da prima del voto del giugno 2016.

In seguito alla nomina di Boris Johnson come primo ministro alla fine di luglio, le probabilità di assistere a un’uscita senza accordo alla fine di ottobre (o in seguito) sono calate notevolmente. Dalle analisi si evince che il barometro più efficace di questo rischio è la sterlina britannica. Pertanto, Candriam ha agito rapidamente per mettere fine all’esposizione corta nei confronti della sterlina non appena sono emersi i primi segnali di una volontà comune di sbloccare l’impasse. Candriam ritiene che il calo del premio al rischio per la Brexit sia un catalizzatore positivo dei titoli nazionali britannici, che dovrebbero patire meno un rafforzamento della sterlina rispetto alle large cap quotate a Londra, più esposte ai mercati internazionali.

Dopo la formazione di un governo pro-euro in Italia, la (probabile) risoluzione della Brexit significa che il rischio politico in Europa è calato. In prospettiva, ciò si traduce nel fatto che due grandi potenziali shock per la crescita siano praticamente scomparsi, aspetto che rende gli investimenti più attraenti per gli investitori non europei. Inoltre, sembra esserci una sotto-allocazione al Regno Unito. I recenti afflussi registrati dai fondi comuni paneuropei confermano tale scenario.

Candriam ha anche individuato valutazioni relative interessanti, che hanno già scontato l’impatto della Brexit. In particolare, l’impatto negativo di un epilogo senza accordo nei mesi estivi ha spinto le valutazioni relative sul mercato britannico al di sotto di una deviazione standard della sua media a lungo termine rispetto all’universo azionario europeo nel suo complesso.

In prospettiva, le turbolenze politiche offuscano i risultati verosimili, che vanno dall’accordo voluto da Johnson alla totale assenza della Brexit. Una certa volatilità a breve termine è preventivabile per la sterlina e gli asset britannici, in vista delle elezioni generali del 12 dicembre. Tuttavia, a medio termine Candriam ritiene che lo scenario complessivo dei rischi non sia più orientato verso un calo della valuta e degli asset britannici.

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