Lo stop alla “movida” non deprime Campari

Campari ha approfittato del calo delle quotazioni della scorsa settimana per acquistare, dal 2 al 6 marzo 2020, 1.413.793 azioni proprie al prezzo medio di 7,5169 euro per azione per un controvalore di oltre 10,6 milioni di euro. Le operazioni rientrano nell’ambito dell’acquisto di azioni proprie da destinare al servizio dei piani stock option autorizzato dall’assemblea degli azionisti del 16 aprile dello scorso anno. Complice il crollo verticale di ieri del titolo a Piazza Affari, su tali azioni Campari (8,1 miliardi di capitalizzazione, prezzi pari a circa quattro volte le vendite per azione e a oltre 26 volte gli utili per azione 2019) perdeva virtualmente, rispetto alla chiusura di ieri di 6,99 euro per azione, circa 745 mila euro.

Una perdita che potrebbe già ridursi oggi se si confermerà il rimbalzo visto in avvio sull’onda dei recuperi messi a segno dai principali listini azionari asitici, ma dopo l’estensione a tutta Italia delle limitazioni alla circolazione e alle forme di socialità inizialmente stabilite solo per la Lombardia e 14 province italiane, in molti si chiedono quanto la misura, che al momento non ha una scadenza prefissata (in teoria le scuole dovrebbero restare chiuse solo fino al 3 aprile, stessa data per lo stop alla celebrazione di tutte le messe), potrà incidere sui conti di Campari del primo trimestre e di tutto il 2020.

Nel 2019 il gruppo controllato dalla famiglia Garavoglia (cui fa capo il 64.4% del capitale) ha registrato in Italia vendite pari al 19,9% del totale, rispetto al 2,2% della Francia, al 2,5% della Gran Bretagna, al 9,4% della Germania e, soprattutto, al 26,9% degli Usa, che restano di gran lunga il più importante mercato di sbocco per i prodotti del gruppo. L’Italia ha inoltre registrato una crescita organica del 5,8% rispetto al 2018 grazie in particolare proprio agli aperitivi (Aperol ha visto aumentare le vendite del 12,8%, Campari dell’8,3%, buoni risultati sono stati segnalati anche per Crodino, Campari Soda e Cynar).

Il “coprifuoco” dalle 18.00 alle 06.00 che da oggi vale in tutta Italia per bar, ristoranti, pizzerie, correlato al divieto di assembramento all’aperto e nei locali (di fatto scattato per bloccare la “movida” e cercare di rallentare l’espansione del coronavirus, che ormai vede l’Italia stabilmente al secondo posto al mondo dietro solo alla Cina sia come numero di contagiati sia di decessi) colpisce dunque proprio quei prodotti e quel mercato più di altri. Nello scenario peggiore le vendite per un periodo indefinito, al momento stimabile in almeno un mese (periodo in cui si genera grosso modo un 1,7%-1,8% di vendite) potrebbero crollare.

In realtà è difficile che le vendite si azzerino del tutto (resta possibile consumare bevande e pasti fuori casa al mattino, sia pure con tutte le limitazioni del caso) e in ogni caso è probabile che vi sia almeno parzialmente un effetto “recupero” quando la crisi sarà superata. Il titolo Campari a Piazza Affari ha già perso il 14% da inizio anno, quindi dovrebbe aver più che scontato l’effetto “stop agli aperitivi in Italia”, mentre è chiaramente esposto al rischio di ulteriori cali delle vendite nei principali mercati di sbocco all’estero, via via che l’epidemia toccherà i propri picchi nazionali.

Nell’immediato il titolo resta da monitorare, ma è probabile che dopo il -7% circa perso nella precedenti cinque sedute di borsa (una performance nel complesso relativamente “difensiva”) si possa assistere ad un primo tentativo di rimbalzo in giornata. Gli analisti tecnici segnalano ovviamente il trend fortemente ribassista del titolo a brevissima e breve scadenza e indicano un target ribassista intorno ai 6,58 euro per azione. L’eventuale risalita sopra i 7,77 euro (stamane Campari prova un rimbalzo in avvio di giornata a 7,07 euro, dunque circa un 10% al di sotto di tale livello) farebbe chiudere la strategia ribassista.

Importante sarà verificare la tenuta dei supporti in area 7,03 euro e poi eventualmente a 6,50 euro per azione; in caso di ricoperture, primissimi obiettivi sono indicati attorno alle resistenze in area 7,20 e poi sui 7,45 euro per azione. Stocastico e indicatore di forza relativa (Rsi), entrambi in ipervenduto, supportano la possibilità di un rimbalzo tecnico ma per sperare in un definitivo recupero anche solo del trend laterale in cui il titolo si era mantenuto dalla scorsa estate sino ai massimi di periodo visti proprio intorno a metà febbraio ai 9 euro per azione sarà necessario attendere l’uscita dell’Italia (e del resto del mondo) dall’emergenza coronavirus.

Campari a Piazza Affari

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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