L’oro ha ancora potenziale di rialzo

A cura di Joe Corbach, responsabile valute e materie prime di Gam
Negli ultimi tre mesi il prezzo dell’oro è salito da 1100 a 1270 dollari USA per oncia troy: un aumento così marcato all’interno di uno stesso trimestre non si registrava da 25 anni. Anche se negli ultimi giorni il metallo prezioso ha di nuovo perso lievemente slancio, Joe Corbach – responsabile valute e materie prime presso GAM – è sicuro: «l’oro possiede ancora potenziale di rialzo».
L’oro in qualità di investimento sicuro in tempi di incertezza. Uno dei motivi va ricercato nelle preoccupazioni – in crescita da inizio anno – per una fase di debolezza congiunturale. Dati economici deludenti dagli USA e dalla Cina hanno depresso l’umore sui mercati, come si può notare ad esempio dalle forti flessioni sul mercato azionario e nei prezzi delle materie prime, che permangono a livelli bassi. Pertanto, anche gli interessi rimarranno probabilmente a livelli bassi. «Questo è importante per l’oro. Trattandosi infatti di un prodotto d’investimento che non frutta interessi, l’oro ha bisogno che i suoi costi di opportunità siano bassi rispetto ad altri prodotti che possono offrire una remunerazione da interessi», spiega Corbach.
L’andamento attuale lascia presupporre che la situazione possa rimanere invariata. Infatti, data l’incertezza economica, per quest’anno è probabile che la banca centrale USA, la «Fed», aumenti il tasso guida solo in misura moderata nell’ambito di due provvedimenti. Ciò ha trovato conferma nei recenti comunicati del comitato della Fed. A questo si aggiunge il fatto che l’incertezza di mercato provoca un aumento dell’avversione al rischio tra gli investitori. In una tale situazione, il metallo prezioso viene particolarmente apprezzato come «porto sicuro».
Ma non sono solo i tassi bassi a far salire il prezzo dell’oro: anche il perdurare della domanda fisica nei paesi asiatici, gli acquisti da parte delle banche centrali e la frenata delle forniture minerarie favoriscono l’andamento positivo. In Cina e in India, ad esempio, l’industria gioielliera riveste un ruolo significativo. Anche l’apertura di una borsa dell’oro in India così come la futura introduzione di un meccanismo di negoziazione denominato in yuan sulla Borsa dell’oro di Shanghai hanno un effetto positivo sulla domanda di oro. «Nel complesso, l’oro come strumento d’investimento gode di nuovo di una maggiore richiesta», afferma Corbach. Ciò trova un’efficace conferma anche nella crescita dei volumi degli ETF che investono in oro fisico. Solo da inizio anno si sono registrati afflussi di oltre 12 miliardi di dollari USA, corrispondenti a circa 10 milioni di once di oro fisico. La quantità di capitale attualmente investito in oro è tuttavia ancora molto lontana dai picchi registrati a fine 2012. «Vi è assolutamente margine per ulteriori incrementi», afferma l’esperto.
Una sorpresa dalla banca centrale Usa? Tuttavia Corbach è anche dell’opinione che questo potenziale non debba essere sopravvalutato senza le dovute riserve. L’ulteriore sviluppo del prezzo dell’oro dipenderebbe infatti fortemente dalla futura percezione del rischio da parte degli investitori a livello globale e dal potenziale di ulteriore apprezzamento del dollaro USA rispetto alle altre valute.
L’oro è negoziato principalmente in dollari USA e dunque è strettamente legato ai mercati finanziari statunitensi. Sul prezzo dell’oro potrebbero pesare eventuali incrementi dei tassi in anticipo e/o in contrasto rispetto a quanto annunciato dalla Fed, che potrebbero così sorprendere il mercato. Negli USA iniziano a levarsi le voci di coloro che ritengono possibile uno scenario di questo tipo. In tal caso la pressione sul prezzo dell’oro sarebbe decisamente maggiore. D’altro canto gli investitori devono anche tenere conto, nelle loro decisioni d’investimento, del riaccendersi delle discussioni in merito al debito europeo o dei nuovi rischi geopolitici: uno scenario che dovrebbe dare ulteriore slancio all’oro in qualità di bene rifugio.
L’oro: una valida opzione per la copertura del portafoglio. A prescindere dall’andamento del prezzo dell’oro nel breve-medio termine, Joe Corbach è convinto che questo metallo costituisca nel lungo periodo un ottimo strumento per diversificare il proprio portafoglio d’investimento e per coprirlo contro i rischi di mercato: «Gli investitori non dovrebbero perdere di vista il pregio dei metalli preziosi anche dopo numerosi anni senza gravi crisi geopolitiche o economiche».

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