Macro outlook: aperture dalla Cina, manovre in casa Bce e Fed

Pechino torna a dare segnali di apertura nei confronti degli Stati Uniti, con compagnie cinesi che tornano a piazzare ordini a compagnie esportatrici di prodotti agricoli, con contestuale richiesta di esenzione da dazi al governo della Cina. Questo mostra un impegno e la “buona volontà” che avrebbero richiesto i negoziatori americani prima di procedere con un incontro frontale. E’ quanto sostengono gli analisti di Wings Partners Sim nel loro ultimo Macro outlook.

Gli esperti sottolineano inoltre che uno dei nodi della trattativa è l’apertura della Cina all’esterno, con il Paese che nel fine settimana si è mosso in questa direzione creando maggiori possibilità per gli investitori stranieri al settore finanziario nazionale. Compagnie straniere saranno ora in grado di prendere una quota di controllo in società finanziarie, incluse banche commerciale, gestione del risparmio, fondi pensione e broker valutari. Tuttavia, restano ancora dei nodi da sciogliere, tra cui la richiesta Usa di una maggior tutela della proprietà intellettuale e quella di Pechino di rimuovere i dazi come condizione per ogni accordo (mentre Trump vorrebbe un approccio graduale, condizionato al verificarsi del rispetto dei patti). L’intesa finale non è ancora raggiunta ma si fa più probabile e vicina.

In attesa delle mosse di Bce e Fed

Nel frattempo, il Presidente della Banca Centrale Europea è atteso alla consueta conferenza stampa, dopo la riunione del consiglio di politica monetaria, chiamato a delineare le prossime mosse ed i possibili strumenti per risollevare economia ed inflazione del blocco. A differenza dei colleghi della Federal Reserve, l’istituto dell’Eurozona non è atteso ad un intervento a seguito dell’incontro di questo mese, pur essendo le condizioni del Vecchio Continente peggiori sia per crescita del Pil che quella dei prezzi al consumo; dati però gli strumenti limitati rimasti nelle mani di Draghi (costo del denaro già allo 0%, tasso sui depositi al -0,4%), si opterà per un approccio più cauto ed un possibile aiuto all’economia globale che dovrebbe arrivare proprio grazie all’intervento di Powell. Possibile che la Bce agisca a settembre con una riduzione di 10 punti base del tasso dei depositi, una misura quasi puramente simbolica, in attesa del passaggio di consegne ai vertici dell’istituto.

Dalla Fed non filtrano indiscrezioni in vista dell’incontro che si concluderà il prossimo 31 luglio, con i dubbi degli operatori tra un taglio dei tassi di 25 e 50 punti base, a cui i mercati affidano rispettivamente una probabilità del 75% e 25%.

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