Materie prime sotto pressione

A cura di Deutsche Bank – Wealth Management
Dal 23 maggio ad oggi i prezzi per le materie prime incluse nel Bloomberg Commodity Index sono scesi del 5% circa.
• I sotto-settori dell’energia, dei metalli industriali e dei cereali hanno registrato cali ancora superiori.
• Le materie prime sono state penalizzate dall’ipotesi di un aggravamento del conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina (particolarmente negativo per i metalli industriali e i cereali), dall’apprezzamento del dollaro (pregiudizievole per tutte le materie prime) nonché dalla previsione di un’intensificazione della produzione di greggio dell’OPEC.

• Poiché il Bloomberg Commodity Index si trova ancora di circa il 7,30% sopra il valore dell’anno scorso, ulteriori cali nel breve periodo potrebbero essere attribuibili ai seguenti fattori:
1. Stagionalità – In media, nell’ultimo quindicennio le materie prime si sono sempre mosse al rialzo all’inizio dell’anno, facendo segnare il massimo rincaro all’inizio di giugno per poi ritracciare sino alla fine dell’anno. Questi andamenti stagionali sono tipici del settore energetico (petrolio greggio e gas naturale).
2. Apprezzamento del dollaro – Dato il previsto rafforzamento della valuta statunitense nei prossimi 12 mesi, a cui a nostro avviso prelude la configurazione denominata “Golden Cross” apparsa di recente nei grafici dell’analisi tecnica del dollaro, probabilmente la correlazione inversa tra la moneta statunitense e le materie prime graverà sul loro prezzo.
3. Lo slancio dell’economia mondiale sta per esaurirsi? – Le materie prime sono state uno dei principali beneficiari della ripresa economica registrata contemporaneamente in tutto il mondo negli ultimi 12 mesi, grazie all’aumento della domanda.
Tuttavia, poiché la fase economica espansiva sembra avere esaurito il suo slancio, verosimilmente anche le materie prime continueranno a risentirne.

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