Mercati azionari, il rimbalzo sostenuto dalle banche centrali

I mercati azionari europei hanno guadagnato terreno nel mese di giugno, trainati dal possibile allentamento della politica monetaria della Banca Centrale Europea (Bce). Il Presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato che i principali tassi di interesse potrebbero restare fermi almeno fino a tutto il primo semestre del 2020 e ha segnalato che la banca centrale dovrebbe introdurre ulteriori incentivi monetari salvo in caso di miglioramento dell’economia. Anche l’atteggiamento della Commissione Europea, più indulgente nei confronti del deficit fiscale italiano, è apparso favorevole, dato che la Commissione potrebbe concedere all’Italia fino a fine 2019 per ridurre il debito pubblico. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina sono proseguite anche se, in occasione del vertice del Gruppo dei 20 (G20), i due paesi hanno concordato di mantenere aperto il dialogo. In questo contesto, tutti settori tranne quello immobiliare hanno chiuso il mese in territorio positivo, con le società di beni di consumo discrezionali, prodotti industriali e tecnologia che hanno segnato i profitti più elevati. Dal punto di vista stilistico, le large cap e le mid cap hanno sovraperformato le controparti di minori dimensioni, mentre i titoli growth e di qualità sono andati meglio di quelli value. Lo scrivono gli analisti di Avalon nell’ultima edizione dell’Avalon Investment Report. Di seguito il loro commento sul mercato azionario e sulle economie delle aree macroeconomiche più importanti del mondo.

Il Pil dell’Eurozona è cresciuto dello 0,4% su base trimestrale nel primo trimestre 2019. Stando agli indicatori economici, la domanda interna evidenzia sempre una buona tenuta grazie alla crescita di consumi e investimenti. Nel corso del mese, il dato flash dell’indice composito dei direttori d’acquisto (PMI) ha raggiunto il massimo degli ultimi sette mesi a 52,1 punti. Questo risultato è dipeso per la maggior parte dal settore dei servizi, che ha compensato il continuo arretramento dell’attività manifatturiera. Il dato definitivo relativo all’indice PMI manifatturiero è sceso al minimo trimestrale di 47,6 a giugno, a causa della costante debolezza del commercio internazionale e delle incertezze a livello globale. Anche l’indice del sentiment economico della regione ha perso terreno nel corso del mese. L’inflazione è rimasta stabile rispetto al mese precedente a quota 1,2%, ben al di sotto del target del 2,0% fissato dalla Bce.

Regno Unito

Le azioni britanniche hanno messo a segno un forte rimbalzo a giugno, in linea con i mercati azionari globali. La maggior parte delle banche centrali globali ha aperto a un ulteriore allentamento della politica monetaria che ha sostenuto la propensione per gli investimenti maggiormente dinamici. In particolare, gli investitori hanno accolto positivamente la notizia che la Federal Reserve USA (Fed) potrebbe tagliare i tassi di interesse nei prossimi mesi dato l’indebolimento delle condizioni macroeconomiche. In generale, le società large cap hanno sovraperformato le controparti di ridotte e medie dimensioni. A livello settoriale, i titoli dei materiali di base hanno espresso le migliori performance, mentre telecomunicazioni e beni di consumo hanno arrancato rispetto al mercato nel suo complesso. Dal punto di vista stilistico, i titoli value hanno archiviato una performance superiore a quelli growth.

Sul fronte macroeconomico, la produzione manifatturiera del Regno Unito ha fatto registrare una contrazione per il secondo mese consecutivo a giugno. L’incertezza legata alla Brexit e il rallentamento dell’economia globale hanno indebolito la domanda domestica e di esportazioni, pesando quindi sulla crescita dei nuovi ordinativi. Anche il tasso di crescita dell’inflazione ha subito un lieve arretramento al 2,0% a maggio, soprattutto per effetto della diminuzione dei costi del trasporto aereo; il tasso di inflazione risulta pertanto perfettamente in linea con l’obiettivo del 2% della Bank of England. Al contempo la crescita dei salari, più sostenuta rispetto alle aspettative del mercato, si conferma robusta (+3,4%).

Stati Uniti

Le azioni statunitensi hanno rimbalzato a giugno, sostenute dalle attese di un avanzamento delle trattative commerciali tra Usa e Cina, e dalle indicazioni di un taglio dei tassi di interesse della Fed in un contesto di incertezza economica. Il Presidente statunitense Donald Trump ha incontrato la sua controparte cinese Xi Jinping ai margini del vertice del G20 di Osaka e si è impegnato a riprendere i negoziati commerciali. La decisione statunitense di non imporre dazi punitivi sulle importazioni messicane ha sostenuto ancor di più il sentiment. Sul versante politico, la Fed ha lasciato i tassi invariati e ha mantenuto stabili i tassi di interesse di riferimento nell’intervallo 2,25%2,50%. I prezzi del greggio hanno recuperato terreno durante il periodo, sostenendo il trend dei titoli dell’energia. Tutti i settori hanno realizzato rendimenti positivi, con materiali, energia e informatica (IT) che figurano tra quelli più remunerativi. In termini di stile, le società orientate alla crescita hanno sovraperformato i titoli orientati al valore, mentre i titoli delle large cap e delle mid cap hanno sovraperformato quelli delle small cap.

Gli indicatori macroeconomici sono apparsi contrastanti. La stima definitiva relativa al Pil del primo trimestre si è attestata al 3,1%, senza alcuna variazione rispetto al dato precedente. Guardando tuttavia ai singoli componenti, gli investimenti delle imprese hanno subito un rafforzamento, mentre la spesa al consumo ha rallentato più di quanto previsto. Tasso di disoccupazione e tasso di partecipazione sono rimasti stabili a maggio, rispettivamente al 3,6% e 62,8%. Nel frattempo, l’indice del sentiment dei consumatori statunitensi curato dall’Università del Michigan è sceso a giugno dai massimi di maggio. Anche l’indice PMI manifatturiero dell’ISM ha perso terreno a giugno a fronte del rallentamento dei nuovi ordinativi e dei prezzi corrisposti, scesi ai minimi degli ultimi tre anni. Secondo i dati dell’indice, l’attività manifatturiera non cresceva così lentamente da ottobre 2016.

Giappone

Il mercato giapponese ha guadagnato terreno a giugno, sostenuto dalle speranze di un allentamento degli attriti commerciali tra Usa e Cina e dalle indicazioni di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed in un contesto di incertezza economica. Il generalizzato rialzo delle quotazioni azionarie è stato favorito anche dalle buone notizie giunte dal fronte commerciale, tra le quali una dichiarazione della Cina secondo cui la controversia con gli Stati Uniti dovrebbe essere risolta con il dialogo. Il rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro Usa e la debolezza dei mercati di Hong Kong, colpiti dalle proteste di massa contro una proposta di revisione della legge sulle estradizioni nella Cina continentale, hanno però parzialmente compromesso il sentiment. Tutti gli stili sono stati nel complesso positivi nel corso del mese, anche se a distinguersi in positivo sono stati soprattutto i titoli value e quelli delle large cap orientate alla crescita. A livello settoriale, i materiali e i settori correlati, tra cui società estrattive, di prodotti di metallo e metalli non ferrosi, hanno registrato i risultati migliori, in parte favoriti dalle speranze di un allentamento degli attriti commerciali tra Stati Uniti e Cina. Sul versante negativo si sono invece distinti nel corso del mese i settori difensivi di trasporti via terra e gas ed energia elettrica.

Sul fronte degli sviluppi economici, stando all’ultima rilevazione del sondaggio Tankan di Reuters, la fiducia delle imprese produttive giapponesi è scesa ai minimi di oltre due anni e mezzo a giugno, un risultato che fa temere possibili ripercussioni sull’economia in virtù di una domanda esterna più debole. Anche il dato flash dell’indice PMI manifatturiero del Giappone stilato da IHS Markit/Nikkei per il mese di giugno è sceso a quota 49,5 (dato destagionalizzato), rispetto ai 49,8 punti del dato definitivo di maggio. L’indice ha toccato il minimo da marzo ed è rimasto per il secondo mese consecutivo al di sotto dei 50 punti, soglia che separa la crescita dalla contrazione. Sul fronte positivo, il tasso di disoccupazione è rimasto al 2,4% a maggio, quasi ai minimi dagli inizi degli anni Novanta, a dispetto di una maggiore incertezza rispetto alle problematiche commerciali e all’economia nel suo complesso. Sul fronte della politica monetaria, del tutto in linea con le attese, la BoJ ha confermato l’obiettivo del -0,1% per il tasso di riferimento a breve termine, impegnandosi altresì a portare i rendimenti dei decennali intorno allo 0%.

Asia extra Giappone

Il mese di giugno ha visto un rialzo dei titoli azionari della regione Asia-Pacifico (Giappone escluso). Il sentiment ha registrato un miglioramento sulla scia delle speranze di positivi sviluppi in merito alla controversia commerciale tra Usa e Cina alla vigilia dell’incontro tra Trump e Xi Jinping in occasione del vertice del G20. Tutti i settori hanno chiuso il mese in territorio positivo, con l’informatica e i beni di consumo discrezionali che figurano tra i più remunerativi. Il sentiment nei confronti dei titoli azionari cinesi è migliorato nel corso del mese. Tra le novità in primo piano, Trump e Jinping hanno preso parte a una riunione allargata in occasione del vertice del G20 per discutere delle problematiche commerciali in essere e arrivare a un accordo commerciale. Gli Stati Uniti hanno inoltre accettato di non imporre nuovi dazi e allentare le restrizioni sul produttore cinese di apparecchiature per le telecomunicazioni Huawei; la Cina, dal canto suo, si è impegnata ad acquistare prodotti agricoli statunitensi. Anche la fiducia degli investitori ha ricevuto nuovo impulso dall’annuncio delle misure di stimolo introdotte dalle autorità cinesi. I policymaker hanno, ad esempio, reso noto un piano di incentivi volto alla promozione dell’acquisto di auto mediante la rimozione delle restrizioni sui veicoli che utilizzano nuove energie. Sul versante economico, gli investimenti cinesi in immobilizzazioni sono risultati inferiori alle attese nel periodo gennaio-maggio 2019. Esportazioni e vendite al dettaglio hanno superato le attese, mentre i nuovi prestiti bancari hanno deluso a maggio. Il mercato di Hong Kong è stato sostenuto dalle società di Macao del segmento dei giochi e dai titoli finanziari.

Le azioni di Taiwan e Corea del Sud sono state favorite dall’attività di acquisto degli investitori istituzionali esteri a fronte dell’ottimismo per la ripresa delle trattative commerciali tra i rispettivi partner commerciali, Usa e Cina. Anche il mercato di Singapore ha realizzato incoraggianti risultati nel corso del mese grazie all’avanzamento dei settori immobiliare e dei beni di consumo di base. Le azioni australiane hanno guadagnato terreno grazie ai titoli di materiali e prodotti industriali. La flessione dei rendimenti dei titoli di Stato ha sostenuto le società del settore industriale che offrono elevati dividend yield. Dopo aver allentato il tasso d’interesse ufficiale a giugno, la Reserve Bank of Australia dovrebbe operare un altro taglio dei tassi nel mese di luglio. Al contempo, il sentiment nei confronti delle azioni indiane ha subito un indebolimento a causa delle preoccupazioni per la crescita e della prudenza in vista della pubblicazione del primo bilancio del governo guidato da Narendra Modi dopo la recente vittoria delle elezioni politiche da parte del partito al governo. Una pessima stagione monsonica e l’aumento dei prezzi del greggio hanno compromesso ulteriormente la fiducia degli investitori.

I titoli indonesiani hanno beneficiato delle buone performance dei titoli dell’energia e dei fornitori di servizi di telecomunicazione. Le azioni tailandesi hanno guadagnato terreno sulla scia del forte afflusso di fondi degli investitori istituzionali esteri e delle politiche di sostegno attese dal governo. La banca centrale tailandese ha tagliato le previsioni di crescita economica per il 2019 dal 3,8% al 3,3%, per effetto del rallentamento delle esportazioni. I guadagni ottenuti con i titoli di prodotti industriali e servizi finanziari hanno sostenuto le azioni delle Filippine. La banca centrale del Paese ha mantenuto invariato il tasso debitore di riferimento alla luce di un’inflazione apparentemente gestibile e di prospettive di crescita solide a livello domestico. Le azioni malesiane sono salite sulla

Mercati emergenti

Dopo l’arretramento di maggio, a giugno i mercati emergenti hanno evidenziato un rally di sollievo, con il sentiment nei confronti degli investimenti maggiormente dinamici che è stato sostenuto dal rinnovato ottimismo rispetto all’avanzamento dei negoziati commerciali tra Usa e Cina. Le azioni cinesi hanno evidenziato un momentum positivo. A dispetto dei dazi in vigore, il surplus della bilancia commerciale cinese in dollari Usa si è ampliato più del previsto a maggio. I dati del settore manifatturiero sono invece rimasti sottotono. Le azioni tailandesi hanno guadagnato terreno sulla scia dei quasi 4 miliardi di dollari Usa di afflussi esteri, mentre la banca centrale ha evitato di intervenire sui tassi di interesse. Le azioni indiane hanno subito un arretramento in quanto il taglio delle previsioni sul Pil da parte della Reserve Bank of India (RBI) ha compromesso il sentiment degli investitori.

I titoli dell’America Latina sono saliti sulla scia dell’allentamento delle tensioni commerciali tra Usa e Messico. Le azioni messicane hanno guadagnato terreno dopo che il Presidente Trump ha sospeso a tempo indeterminato la proposta di applicare dazi doganali sulle importazioni messicane. L’indice brasiliano è salito sulla scia delle sempre maggiori probabilità di un allentamento della politica monetaria da parte della banca centrale. Per quanto riguarda gli altri paesi, i titoli azionari di Europa emergente, Medio Oriente e Africa (EMEA) hanno registrato un miglioramento. Le azioni sudafricane hanno guadagnato terreno a dispetto della debolezza della congiuntura economica. Il mercato turco ha realizzato buone performance dopo che Trump ha lasciato intendere che potrebbe soprassedere sulle sanzioni nei confronti della Turchia per l’acquisto di un sistema di difesa missilistico russo. I favorevoli dati sull’inflazione hanno dato slancio ai guadagni. Al contempo il rimbalzo dei prezzi del greggio ha sostenuto le azioni russe. Anche i titoli dell’Arabia Saudita hanno fatto progressi sulla scia delle aspettative di ulteriori afflussi di capitali nel mercato dopo la sua inclusione nell’indice MSCI.

I dati economici provenienti dal mondo in via di sviluppo sono apparsi contrastanti. Nel tentativo di dare slancio a una crescita economica in rallentamento, la banca centrale indiana ha tagliato i tassi di interesse di riferimento per la terza volta quest’anno, facendoli scendere ai minimi storici. La banca centrale indonesiana ha ridotto il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche al fine di migliorare la liquidità e dare sostegno finanziario alle società non quotate e alle piccole e medie imprese. In America Latina, la banca centrale brasiliana ha lasciato i tassi ai minimi di sempre.

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