Mercati, l’outlook di Amundi

A cura di Amundi

I dati pubblicati sinora sull’economia americana hanno confermato la ripresa e l’accelerazione dell’attività nel secondo trimestre dopo il periodo di debolezza nel trimestre precedente. Il sentiment delle imprese rimane positivo in quanto beneficia delle spese per gli investimenti e degli ordini: dopo la forte ripresa dell’ottimismo nel settore manifatturiero e nel terziario all’inizio del mese, l’ottimismo delle piccole imprese supera le aspettative raggiungendo livelli che non si vedevano da decenni. Anche il sentiment delle famiglie è vicino ai massimi di sempre, perché i consumatori si sentono rassicurati dalle condizioni del mercato del lavoro in continuo miglioramento, dagli aumenti degli stipendi e dalle tasse più basse. Il sondaggio indica anche crescenti tensioni sui prezzi, con l’indice dei prezzi alla produzione in forte rialzo, al di là delle aspettative, con l’inflazione complessiva e quella sottostante in aumento rispettivamente del 2,8% e del 2,2% su base annua. Queste condizioni aprono la strada a un atteggiamento più fiducioso e più da falco da parte della Fed.

Azioni

Il tono più hawkish della Fed e i dati meno brillanti della Cina inducono una maggiore cautela riguardo ai mercati emergenti, cautela che va al di là di quella nei confronti dei soliti sospetti (Brasile, Messico, Turchia ecc.). La svalutazione dell’euro e la messa in sordina delle costose proposte di bilancio italiane hanno spinto al rialzo le azioni dell’UME (+2,1%). Nel complesso, il mercato americano sembra più protettivo per via dell’andamento dell’economia, dei risultati societari, della guerra commerciale ecc.

Obbligazioni governative

La reazione del mercato obbligazionario all’annuncio della Fed è stata piuttosto tranquilla. Negli USA, prevediamo che il rendimento dei titoli decennali rimarrà ancorato attorno al 3%, con un leggero appiattimento della curva. I tassi in euro manterranno il loro profilo asimmetrico soprattutto sul segmento breve della curva, che rimarrà ancorato. L’eventuale rialzo dei tassi a partire da settembre dipenderà dai dati economici.

Obbligazioni corporate

Le indicazioni che giungono dalle analisi di regressione mostrano che gli spread del credito europei sono sostanzialmente compatibili con il quadro macroeconomico favorevole e con la bassa volatilità implicita delle azioni, con gli emittenti dei Paesi periferici che sono più attraenti di quelli non periferici soprattutto nell’area non finanziaria.

Tassi di cambio

Manteniamo un’opinione costruttiva riguardo all’euro. Il quadro macroeconomico rimane favorevole, la crescita continua a essere superiore al potenziale e, in particolare, la BCE continua a muoversi verso la normalizzazione della sua politica monetaria, anche se in modo molto graduale. Detto ciò, a breve termine, l’euro verrà probabilmente scambiato attorno a 1,15-1,20 per via delle incertezze su diversi fronti: 1) la politica geopolitica ed economica in Europa e 2) il bisogno di dati positivi nei prossimi mesi a conferma dell’outlook macroeconomico positivo della BCE per la regione..

Materie prime
La crescita dell’economia mondiale rimane favorevole alle materie prime e anche l’indebolimento atteso del dollaro USA dovrebbe sostenere questa classe di attivi.
Stati Uniti

“Solida” è l’aggettivo che meglio qualifica la valutazione economica fatta dalla Fed (le previsioni economiche sulla crescita e sull’inflazione sono state riviste al rialzo, quelle sull’occupazione al ribasso), e la proiezione mediana per il tasso sui fed fund sconta ora due altri rialzi nel 2018. Secondo le previsioni dei membri del FOMC, la politica monetaria dovrebbe avvicinarsi alla neutralità nel 2018 e diventare restrittiva entro la fine del 2019.

Euro Zona

Il miglioramento dell’occupazione è dovuto all’effetto combinato dell’aumento della popolazione lavorativa e del calo del tasso di disoccupazione (8,5% in aprile rispetto al 9,2% di un anno prima). Questo è un driver essenziale che dovrebbe sostenere la ripresa. L’accelerazione dei salari dovrebbe consentire all’inflazione sottostante di salire leggermente nei prossimi mesi rispetto al livello ancora molto modesto di maggio (1,1%).

Mercati Emergenti

Il dato del primo trimestre non ci pare sostenibile. Gli indicatori a breve termine (PMI, fiducia degli investitori, vendite al dettaglio e produzione industriale) hanno evidenziato una flessione nel secondo trimestre. Tra l’inflazione a doppia cifra e il marcato inasprimento delle condizioni monetarie, è probabile che quest’anno i consumi e gli investimenti privati subiranno un forte rallentamento.

Giappone

Visto l’ottimo avvio del secondo trimestre, aumentano nettamente le possibilità di registrare una crescita positiva per il quarto trimestre consecutivo. Data la natura dell’indicatore anticipatore, ciò implica che le spese per gli investimenti aumenteranno almeno fino alla fine di quest’anno. I produttori stanno sostituendo attivamente le attrezzature obsolete per aumentare la loro competitività internazionale.

 
 
 
 
 

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