Mercati nervosi su dollaro ed emergenti

Di Paul Flood, gestore multi-asset di Newton (Bny Mellon IM)

Il rafforzamento del dollaro e l’aumento dei rendimenti delle obbligazioni continuano a innervosire gli investitori, perché causano un aumento del costo di rifinanziamento del debito denominato in dollari. L’S&P 500 è brevemente sceso al di sotto della media mobile a 200 giorni, per poi riprendersi e chiudere al di sopra di questa importante barriera tecnica, suggerendo un futuro rimbalzo dell’indice.

Warren Buffet ha acquistato altri 75 milioni di azioni Apple, evidenziando la sua convinzione che il produttore dell’iPhone sia in grado di generare utili robusti. La pazienza degli investitori verso le società in perdita potrebbe essere pressoché colma, con un Elon Musk chiaramente spazientito dinanzi alle domande degli analisti e la brusca frenata delle azioni dei produttori di auto elettriche.

I fondi obbligazionari emergenti stanno registrando deflussi a fronte della preoccupazione degli investitori circa l’aumento dei costi dei finanziamenti denominati in dollari; i junk bond cinesi, in particolare, hanno registrato la più grande fuga dell’ultima decade. Proprio questo scenario, però, sta creando a nostro avviso delle occasioni di caccia interessanti per gli investitori più astuti.

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