Mps continua a cedere in Borsa, Morelli va avanti con la pulizia di bilancio

Continua il calo del titolo Banca Mps a Piazza Affari complici anche nuovi timori sugli effetti prociclici del principio contabile Ifrs9 sui bilanci delle banche europee ed italiane in particolare, mentre la banca prosegue come quasi tutti i gruppi creditizi tricolori nel processo di derisking, in attesa che il Tesoro entro fine anno presenti alla Ue il piano di uscita dal capitale. In Borsa il titolo oscilla poco sopra gli 1,25 euro per azione, ossia circa la metà dei valori che registrava lo scorso anno, dopo aver chiuso il primo trimestre in rosso del 16% circa.

Non aiuta il settore bancario neppure il permanere dello spread Btp-Bund attorno al 2,6%

Nnonostante rumor, questa volta positivi per il comparto, di misure allo studio da parte della Bce per cercare di ridurre gli oneri sostenuti dalle banche sulla liquidità in eccesso (che contribuisce a mantenere su livelli modesti la redditività degli istituti italiani), ad esempio restituendo parte degli interessi che le banche pagano ad Eurotower sui depositi presso la banca centrale, a fronte di uno scenario improntato in modo sempre più netto per una permanenza dei tassi vicino a zero ben oltre la fine del 2019.

Quanto all’Ifrs9, entrato in vigore alla fine dello scorso anno, esso stabilisce che gli istituti di credito europei debbano fare rettifiche sui prestiti in base alle perdite attese e non più solo alle perdite registrate. L’aggiornamento delle rettifiche rispetto alle attese economiche potrebbe avvenire su base trimestrale e dunque vedersi già nei conti di inizio anno, anche se alcuni istituti hanno un diverso calendario per l’adeguamento dei modelli interni alle previsioni macro.

Dato che l’economia italiana sta frenando in maniera più decisa rispetto alla media degli altri paesi europei, ciò rischia di indurre le banche tricolori ad aumentare gli accantonamenti e ridurre i nuovi prestiti proprio mentre l’economia sta già rallentando, togliendo un ulteriore sostegno alla ripresa e deprimendo ulteriormente i conti degli istituti, con un impatto negativo sugli utili per azione che gli analisti di Mediobanca Securities hanno stimato poter variare tra il 12% (nel caso di Banco Bpm) e il 3% (per Bnp Paribas e Societe Generale).

Nel frattempo a Siena non stanno con le mani in mano

Ssecondo indiscrezioni di stampa il Ceo Marco Morelli avrebbe anzi ormai definito il progetto Ismea, che prevede la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati relativi a 1.200 aziende agricole originatisi in Banca Verde, istituto entrato nell’orbita di Mps fin dal 1992 e poi incorporato nel 2004. Il portafoglio da cedere dovrebbe avere un valore nominale attorno ai 600 milioni di euro, in parte assistiti dalla garanzia dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea).

I giudizi degli analisti su Mps

Molta carne al fuoco, dunque, ma sinché non si definiranno meglio i contorni delle diverse ipotesi e rischi gli analisti fondamentali restano prudenti e continuano a mantenere un approccio neutro sul titolo (tutti i giudizi ruotano attorno al “hold”, mantenere), mentre per gli analisti tecnici sia a breve sia a medio periodo il titolo resta in una fase ribassista, con target poco sopra gli 1,22 euro per azione. Un segnale di inversione del trend si avrebbe solo in caso di superamento dell’area 1,27-1,275, con ulteriori obiettivi a 1,31-1,32 euro.

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