Mps, convince poco lo schema bad-good bank

Mps di nuovo al centro dell’attenzione degli operatori. La presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario ha proposto la creazione di uno schema di bad-good bank per evitare allo Stato di cristallizzare una perdita che, ai prezzi attuali del titolo, sarebbe di 5,4 mld di euro.

Nel dettaglio, secondo lo schema proposto:

  • La good bank, il cui perimetro dovrebbe essere rappresentato dagli sportelli al netto dei rischi annessi (compresi quelli legali), verrebbe poi fusa in un’altra realtà (citata la BP Bari) per creare una banca con forte presenza al sud.
  • La bad bank, a cui farebbero capo tutto lo stock residuo di NPE (circa 3.4 mld lordi) e i rischi legali (10 mld di petitum), verrebbe fusa in Amco per dare vita a una entità specializzata nel recovery e servicing degli NPL di dimensioni ancora più rilevanti.

“È evidente – fanno notare gli analisti di Equita che assegnano a Mps un giudizio hold e target price di 1,60 euro – che lo schema proposto favorirebbe in maniera decisiva l’exit strategy del MEF ma secondo noi presenta ostacoli difficilmente superabili, a cominciare dal trasferimento delle passività alla good bad vs bad bank che aprirebbe ulteriori fronti legali anche alla luce delle recenti emissioni effettuate dalla banca”.

“L’alternativa – sostengono poi dalla Sim milanese – sarebbe quella, per lo Stato, di farsi carico dei rischi legali della banca soluzione che presenta costi diretti (v. entità delle cause) e indiretti (onere trasferito sui contribuenti) molto elevati“.

Il trend di Mps nel medio termine

 

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