Mps rallenta, può essere occasione d’acquisto

Mps tira il fiato a Piazza Affari, come tutte le principali banche quotate sul listino milanese, dopo giorni di continui rialzi. A ieri sera, la variazione su base settimanale era pari a +16,4%, quella a tre mesi a +23,3% e quella a un anno a +52,8%. Numeri che difficilmente qualcuno si sarebbe aspettato un anno fa e tanto meno tre mesi or sono, ma che risentono dello sblocco della trattativa tra banca (e stato italiano, socio al 68%) e Commissione Ue sul tema dello scorporo di un maxi-portafoglio di crediti deteriorati da cedere a una “bad bank” che sarebbe poi acquisita da Amco (l’ex Sgr, a sua volta controllata dal Tesoro).

In tutto si tratterebbe di circa 9 miliardi di crediti deteriorati, scorporati i quali la banca metterà mano al nuovo piano industriale (si parla di un possibile varo entro l’autunno, sempre Commissione Ue permettendo) che tenga conto sia del peggioramento dello scenario macro a causa della crisi da coronavirus, sia del derisking in corso (che si prevede possa essere portato rapidamente a termine, forse anche entro giugno). A quel punto l’istituto si presenterebbe come preda ideale, anche se non è chiaro verso chi il Tesoro intenderebbe pilotare la banca senese, visto che l’ipotesi “terzo polo” perde forza in parallelo all’avvicinarsi dell’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca.

Il giudizio degli analisti su Mps

Anche a prescindere dal tema risiko, Mps ha trovato nuovi estimatori grazie alla progressiva pulizia di bilancio. Secondo Dbrs Morningstar, ad esempio, la banca (che nel primo trimestre ha effettuato accantonamenti per 193 milioni) è tra quelle, in Italia, che dovrebbero riservare minori sorprese negative in termini di necessità di nuovi accantonamenti per l’aumentare del costo del rischio, che per l’istituto senese era già all’1,73% a fine marzo. Un livello superiore a quello di Unicredit (1,03%) o Banco Bpm (0,80%, in media col campione di 40 istituti europei esaminato da Dbrs Morningstar) e ancor più di Ubi Banca (0,73%), Intesa Sanpaolo (0,70%) o Credito Valtellinese (0,62%).

Usualmente questo indicherebbe che Mps ha problemi di qualità del credito, ma il ragionamento di Dbrs Morningstar capovolge i luoghi comuni e sottolinea come tale valore sia indice di una maggiore pulizia di bilancio che altri istituti rischiano di dover ancora fare, tanto più se il crollo del Pil (e quindi il deterioramento del credito) dovesse essere più marcato e la ripresa meno robusta e maggiormente diluita nel tempo di quanto non si preveda ad oggi.

Se gli analisti fondamentali tornano dunque ad apprezzare la “resilienza” di Siena, Mps, tornato sopra gli 1,7 miliardi di euro di capitalizzazione ed oggi in calo in avvio di giornata di oltre 3 punti, appare molto interessante anche dal punto di vista dell’analisti tecnica. Il titolo è infatti chiaramente in un trend molto positivo a brevissimo e breve periodo ed è tornato ad assumere una tendenza moderatamente positiva anche a medio-lungo termine.

Il quadro tecnico

Gli indicatori stocastico, da giorni nella parte superiore della banda d’oscillazione, e di forza relativa (Rsi), ormai in ipercomprato, confermano che una pausa di consolidamento sarebbe più che fisiologica e potrebbe rappresentare una interessante opportunità d’acquisto per chi non avesse puntato per tempo sul titolo nelle scorse settimane. Graficamente le quotazioni, sopra la media mobile veloce a 7 giorni che da fine maggio si è riportata con decisione sopra quella lenta a 14 sedute, potrebbero ora ridiscendere sino sugli 1,5 euro (sopra i quali si stanno mantenendo in queste ore), primo livello di supporto statico.

Se forato, la media mobile veloce, che sta arrivando sugli 1,43-1,44 euro, potrebbe offrire un ulteriore rete di protezione, andando ad incrociare con un ulteriore livello di supporto statico. Se poi le vendite dovessero proseguire ulteriormente, la media mobile più lenta, attualmente a 1,26 euro ma destinata a proseguire il suo recupero ancora per diverse sedute, potrebbe offrire un più robusto supporto, verosimilmente attorno agli 1,30 euro già dalle prossime sedute. Per chi voglia scommettere sulla tenuta e ripartenza dell’economia italiana, a simili livelli Mps potrebbe dunque rappresentare un’occasione di trading interessante e potenzialmente una posizione da mantenere in portafoglio almeno fino all’autunno, quando sarà più chiaro l’esito delle trattative sul Recovery Fund europeo e l’impatto della crisi, nonché la validità delle misure straordinarie varate dalla Bce e della strategia che il Tesoro italiano sembra intenzionato a proseguire per riavvicinare gli investitori retail domestici all’investimento in titoli di stato italiani (di cui i titoli bancari come Mps restano una “proxy” sempre sensibile all’andamento di tassi e spread).

Banca Mps a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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