Mutui, ennesimo ribasso dei tassi e testa a testa tra nuovi contratti e surroghe

Dall’ultimo Osservatorio elaborato da MutuiOnline.it che fa il punto sulla situazione nel terzo trimestre dell’anno, fornendone una comparazione con i periodi precedenti e i cambiamenti in atto nel mercato emerge che  tornano a crescere i mutui per l’acquisto della prima casa nel terzo trimestre dell’anno, mentre le surroghe perdono terreno sia dal lato della domanda (48,7% contro il 50,7% del trimestre precedente), sia da quello dell’offerta (42,8% adesso contro 45,1% precedente).

Continua invece il testa a testa tra acquisti e surroghe, entrambi sostenuti da tassi ai minimi storici e dalla ricerca del massimo risparmio sul mutuo da attivare o su quello già esistente. Una graduale riduzione della surroga era comunque attesa, anche in favore di una più naturale ed organica crescita del mercato dei mutui.

I tassi di interesse sfidano ancora una volta le leggi del mercato e segnano l’ennesimo ribasso: 1,80% il tasso medio fisso (era 1,82% il secondo trimestre) e 0,79% quello variabile (stabile dal maggio scorso). In calo anche le migliori offerte, con tassi fissi da 1,20% e variabili da 0,33% per la durata di 20 anni. Questa volta però il calo non è da imputarsi a una riduzione dell’Eurirs, che si sposta in avanti di un leggero 0,01% stabilendosi all’1,43% (Irs a 20 anni), ma alle condizioni praticate dalle banche, che hanno spesso azzerato lo spread, cioè il guadagno teorico applicato sul tasso fisso di riferimento del mercato.

Una situazione favorevole dettata dall’alta competizione tra gli istituti di credito che lavorano sulla fidelizzazione, sicuri che difficilmente in futuro, tassi più bassi di quelli attuali possano indurre i mutuatari a trasferire il proprio mutuo presso un’altra banca.

Il fascino del tasso fisso

A segnare un nuovo primato nelle rilevazioni di questo terzo trimestre del 2018 c’è ancora una volta la domanda di mutui a tasso fisso, cresciuta di quasi un punto percentuale e arrivata a occupare l’83,4% del campione rilevato. Ancora più elevata la quota del fisso nelle erogazioni, che raggiungono l’86,9%.

Del resto, con un differenziale tra tasso fisso e variabile sotto l’1%, il mutuo a tasso fisso non solo mette al riparo dai futuri aumenti specialmente quando il periodo di ammortamento è lungo, ma consente di pagare comunque una rata contenuta e solo leggermente più alta rispetto al tasso variabile: una sorta di assicurazione a basso costo che offre in cambio la tranquillità per l’intera durata del finanziamento. Contribuiscono chiaramente a questa corsa al tasso fisso anche le incertezze recenti sull’andamento dello spread Btp – Bund, sulla possibile manovra economica italiana e sugli eventuali effetti per le banche in termini di patrimonio e redditività.

20 anni la durata più gettonata

Ecco allora che un terzo delle richieste di mutui (33,2%) sono per piani di ammortamento di 20 anni, una durata che consente di ottenere condizioni ancora vantaggiose sul finanziamento. Più alta la percentuale dal lato delle erogazioni (38,1%), che guadagna quasi otto punti percentuali rispetto al trimestre precedente.  Un buon 21,8% della domanda è per durate tra i 30 e i 40 anni, peso che si riduce al 17,9% nelle erogazioni. Del resto, tassi così bassi permettono spesso di accorciare la durata del mutuo rispetto alla richiesta iniziale pur mantenendo una rata contenuta e sostenibile, risparmiando parecchi interessi passivi.

Importi: le erogazioni superano le richieste

L’importo prevalente, sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta, è l’intervallo 50.000-100.000 euro (36,5% e 36,4%), ma un buon 34,2% di erogazioni sono per somme comprese tra i 100.000 e i 150.000 euro.

L’importo medio si mantiene stabile intorno ai 125.000 euro e consolida la sua risalita rispetto ai minimi del 2015.

Riguardo al loan-to-value, la percentuale di finanziamento rispetto al valore della casa, il 35,1% richiede dal 70 all’80% (percentuale che si riduce al 27,5% per le concessioni), seguita dal 17,4% della percentuale 60-70%, che per le erogazioni diventa il 22,3%.  Il 50% dei mutui viene quindi erogato per un loan-to-value compreso nella fascia più alta del mercato, ancora una volta anche grazie ai tassi particolarmente contenuti. Il terzo intervallo più richiesto ed erogato è per una somma che corrisponde a un valore tra il 40 e il 50% del valore dell’immobile (14,8% e 15,1% rispettivamente).

Il profilo tipo del mutuatario

Le domande di mutuo arrivano principalmente da soggetti che risiedono nel nord Italia (41,4%), hanno dai 36 ai 45 anni (43,3%), un impiego fisso (82,9%) e un reddito tra i 1.500 e i 2.000 euro (36,9%).

Abbastanza allineati i dati dal lato delle erogazioni, con qualche scostamento sulle percentuali. Il 50,0% è del Nord, ha un’età tra i 36 e i 45 anni (44,1%) e un lavoro a tempo indeterminato (85,0%). Coincide quasi completamente il dato sulla classe di reddito di chi riceve un mutuo, che nel 36,7% dei casi ha uno stipendio tra i 1.500 e i 2.000 euro.

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