Il Covid di Trump non mina l’outlook positivo di medio termine. E non influirà sulle elezioni

“Il sell-off del mercato dopo la positività di Trump non ci sorprende. Il grande punto interrogativo ruota intorno alla prossima fase di stimolo fiscale, e se adesso sia ancora più difficile raggiungere un accordo di compromesso tra Democratici e Repubblicani prima delle elezioni. Al momento le parti sono ancora distanti e la positività del presidente rappresenta l’ennesimo elemento di possibile distrazione, che potenzialmente riduce le probabilità di un accordo”. Ad affermalo è Esty Dwek, Head of Global Macro Strategy di Natixis IM Solutions, che di seguito spiega nel dettaglio la propria view.

“Detto ciò – aggiunge Dwek – i recenti dati economici hanno mostrato la necessità del Cares Act 2 e non dobbiamo sottovalutare quanti siano i senatori o i rappresentanti della Camera che vorrebbero poter fare campagna elettorale sulla scia di ulteriori stimoli. Non è dunque da escludere una sorpresa in senso positivo, anche se più difficile. Nel frattempo, è probabile che i mercati rimangano sotto pressione. Per quanto riguarda la corsa alla Casa Bianca, penso sia troppo presto per dire se la positività di Trump influirà sull’esito delle urne. Dipenderà anche dal grado di infezione contratto dal presidente che, non dovesse manifestare sintomi, potrebbe non subire un impatto in termini elettorali; al contrario un’infezione più grave potrebbe impattare sulla sua campagna elettorale e sulla sua comunicazione. Tuttavia, entrambi i candidati sono così reciprocamente distanti, che è probabile che ben pochi elettori cambino schieramento in base alla diagnosi di oggi”.

Di conseguenza, conclude l’esperto di Natixis, “dal nostro punto di vista non cambieremo il nostro posizionamento: ci attendevamo una corsa ad ostacoli verso le elezioni e quello di oggi è solo un ulteriore fattore in questa direzione, ma non rappresenta un elemento tale da farci cambiare il nostro outlook costruttivo nel medio termine”.

Secondo Sean Markowicz, Strategist Research and Analytics di Schroders, “se si esclude un serio deterioramento della salute di Trump (o di Biden), è improbabile che questo sviluppo avrà un impatto significativo sul risultato delle elezioni. I dibattiti presidenziali raramente cambiano le intenzioni di voto degli elettori e questa volta non dovrebbe andare diversamente”.

Per Markowicz, “la reazione negativa dei mercati può essere interpretata come un segno che le probabilità di vittoria di Biden sono aumentate. Se guardiamo al passato, in media i corsi azionari hanno perso il 2,7% negli tre mesi prima delle elezioni nelle quali il partito precedentemente al governo ha perso, mentre sono aumentati del 6,5% quando il partito al governo ha vinto. Dato che le azioni Usa sono aumentate solo del 3,3% finora, sembra che gli investitori siano ancora incerti su quale partito abbia maggiore probabilità di vincere – anche se il brusco movimento al ribasso di venerdì andrà ora sottratto a questo dato”.

Ciò detto, conclude lo Strategist di Schroders, “gli investitori non dovrebbero dare per scontato che una vittoria di Biden sarebbe del tutto negativa per i mercati. Ad esempio, le nostre ricerche hanno mostrato che la differenza nel lungo termine tra i rendimenti azionari Usa sotto le presidenze democratiche rispetto a quelle repubblicane è virtualmente pari a zero. L’affiliazione politica non è del tutto irrilevante, ma la sua importanza viene spesso sovrastimata. Dopotutto, i Presidenti non agiscono in isolamento, e ci sono molti altri fattori che possono influenzare i mercati, come le valutazioni, i tassi di interesse, l’inflazione e i prezzi del petrolio, tra le altre cose”.

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