Natixis Global AM: le attitudini degli investitori italiani verso rischio e investimenti vanno contro le loro attese di rendimento

a cura di Natixis Global AM

Gli investitori italiani sono ottimisti circa il rendimento dei loro investimenti nel 2015, ma molti di essi non intendono assumersi dei rischi e non hanno ancora una chiara pianificazione finanziaria per la loro sicurezza post-pensionamento. Questo gap esistente tra attitudine degli investitori verso il rischio e le alte aspettative di rendimento richiede un diverso approccio agli investimenti. Questa è la fotografia principale che emerge dalla ricerca Individual Investors Survey di Natixis Global Asset Management condotta a livello globale tra gennaio e febbraio 2015 su 7.000 investitori di 17 paesi diversi, dei quali ben 500 in Italia.

“Alla luce del buon andamento dei mercati finanziari negli ultimi tempi, gli investitori hanno una view positiva sui rendimenti ottenibili nel 2015” – afferma Antonio Bottillo, Country Head ed Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management. “Tuttavia l’ottimismo può essere dannoso al successo degli investimenti e alla sicurezza finanziaria quando i risparmiatori hanno aspettative non realistiche o non hanno obiettivi ben definiti. Molti risparmiatori, infatti, non hanno ancora pianificato, non intendono assumersi dei rischi o non hanno una chiara comprensione del rischio di portafoglio. Dobbiamo partire da questo quadro per poter aiutare gli investitori a definire in maniera più chiara i loro obiettivi e il rischio che devono assumersi in modo da identificare meglio un piano finanziario per il proprio futuro”.

Alte aspettative ma ancora avversione al rischio Molti investitori hanno stabilito dei target di investimento molto ambiziosi. Per raggiungere le proprie necessità finanziarie, i risparmiatori a livello globale dichiarano di avere bisogno di rendimenti medi annuali del 9,7% oltre l’inflazione, variando da un massimo del 12,2% (in Colombia) a un minimo dell’8% (in Germania e Svizzera). Il 72% degli intervistati, inoltre, ritiene che questi livelli siano realistici. In Italia gli investitori affermano di aver bisogno di rendimenti medi del 9,1% all’anno, sopra l’inflazione, una cifra ben al di sopra dei rendimenti medi annuali dei mercati registrati negli ultimi cento anni. Questa elevata e storicamente non realistica aspettativa di guadagno è in netto contrasto con il comportamento degli investitori e la loro consolidata avversione al rischio. Nonostante le alte aspettative, solo il 52% degli investitori italiani afferma di esser disposto ad assumersi più rischio rispetto a un anno fa, il 65% non ha obiettivi finanziari chiari e solo il 31% (33% a livello globale) ha un piano finanziario per raggiungerli.

In Italia gli investitori affermano di aver bisogno di rendimenti medi del 9,1% all’anno, sopra l’inflazione, una cifra ben al di sopra dei rendimenti medi annuali dei mercati registrati negli ultimi cento anni. Questa elevata e storicamente non realistica aspettativa di guadagno è in netto contrasto con il comportamento degli investitori e la loro consolidata avversione al rischio. Nonostante le alte aspettative, solo il 52% degli investitori italiani afferma di esser disposto ad assumersi più rischio rispetto a un anno fa, il 65% non ha obiettivi finanziari chiari e solo il 31% (33% a livello globale) ha un piano finanziario per raggiungerli.

Promotori e consulenti finanziari difronte a nuove sfide La sfida principale per i professionisti della consulenza è trovare soluzioni per una nuova gamma di necessità della clientela. Antonio Bottillo aggiunge: “Gli investitori hanno bisogno di aiuto e di informazioni per raggiungere i loro obiettivi finanziari. Mentre rimangono positivi sull’asset class azionaria per quest’anno, sono comunque aperti e desiderosi di investire differentemente. I dati della ricerca mostrano come gli italiani – più che altrove – sono alla ricerca di soluzioni che possano ottenere rendimenti più alti, offrendo al contempo una protezione dalla volatilità di mercato”.

I risparmiatori stanno ricercando nuove strategie di portafoglio che possano aiutarli a: proteggere meglio i loro portafogli dai mercati volatili (82% in Italia, 76% a livello globale); diversificare i rischi (87% in Italia, 76% globalmente); generare fonti di rendimento nuove e durevoli (83% in Italia, 77% a livello globale).

“Un uso più intelligente delle asset class tradizionali, gli investimenti non tradizionali e tecniche di gestione alternative possono aiutare a diversificare le fonti di rendimento e a controllare meglio i rischi del portafoglio” – spiega Bottillo. “Il ruolo del consulente e promotore finanziario diventa qui cruciale in quanto il 61% degli italiani intervistati dichiara di essere disponibile a considerare gli investimenti alternativi se fosse il proprio consulente a suggerirlo. I professionisti della consulenza finanziaria possono, quindi, aiutare e guidare i risparmiatori verso una migliore pianificazione finanziaria”.

Il ruolo sempre più rilevante della consulenza finanziaria nel mercato italiano è confermato dal dato secondo il quale l’85% (83% a livello globale) degli investitori italiani, inclusi coloro che non hanno un consulente, ritiene che ottenere un servizio di consulenza finanziaria professionale ed evoluta è ormai necessario per prendere decisioni di investimento più consapevoli.

Sicurezza previdenziale: preparazione e rischi La sicurezza previdenziale è la priorità finanziaria a livello globale. Il 71% degli italiani intervistati (69% a livello globale) dichiara che la pensione è il primo focus degli investimenti e il 64% ritiene che la responsabilità per la propria sicurezza post-pensionamento stia ricadendo sempre più sugli individui, allontanandosi da governi e datori di lavoro. I risparmiatori riconoscono che esistono minacce importanti, esterne e altre più personali, che possono avere un impatto sulle loro finanze in età pensionabile. In Italia, il 45% (36% a livello globale) dichiara che le non sufficienti pensioni statali sono un problema per il proprio benessere finanziario dopo il pensionamento (la cifra più alta rispetto a qualsiasi altro fattore sociale, economico, politico o di mercato); il 44% cita i costi per cure di lungo periodo non coperti da assicurazioni, seguiti dall’inflazione (per il 42% degli italiani) e dalle spese sanitarie non coperte da assicurazioni (41% in Italia).

“In tale contesto, più che in passato, gli investitori hanno bisogno di una guida per identificare più chiaramente le loro necessità di lungo periodo, per meglio comprendere il rapporto tra rischi e rendimenti in modo da stabilire degli obiettivi realistici e un percorso per il futuro” – conclude Antonio Bottillo. “L’approccio Durable Portfolio Construction può aiutare a gestire il rischio e ridurre la volatilità per far sì che gli investitori possano rimanere sui mercati per raggiungere i propri obiettivi di lungo periodo”.

Altri dati della ricerca: • Il 29% degli investitori italiani ritiene che le azioni saranno l’asset class migliore in termini di performance per il prossimo anno, seguite dalle obbligazioni (per il 22%), real estate (12%), valute (11%), liquidità (9%), materie prime (9%) e altre tipologie di investimenti (7%). • Il 43% dei risparmiatori in Italia dichiara che una recessione nella zona euro nei prossimi 12 mesi può rappresentare una minaccia per i propri portafogli. Altre minacce citate sono un rallentamento economico globale (per il 41%), nuove bolle finanziarie (32%), una crescita globale bassa (32%), terrorismo (30%) e un aumento dei tassi di interesse (30%).

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