Nexi in fibrillazione a Piazza Affari in scia al risiko dei pagamenti digitali

Attenzione a Nexi: l’ex Cartasì da poco sbarcata su listino azionario italiano forte di una capitalizzazione di oltre 5,5 miliardi di euro che la candida ad un ingresso nel Ftse Mib in occasione del prossimo ribilanciamento del paniere dell’indice, potrebbe muoversi in borsa grazie alla ripresa del processo di concentrazione nel settore dei servizi di pagamento digitali in cui opera la società.

Il risiko dei pagamenti digitali

Negli Stati Uniti Global Payments e Total System Services hanno annunciato una fusione “tra uguali” attraverso un concambio azionario del valore complessivo di 21,5 miliardi di dollari. Secondo gli accordi raggiunti, gli azionisti di Total System Services riceveranno 0,8101 azioni Global Payments a fronte di ciascuna azione Total System Services, con un premio implicito del 20% a vantaggio degli azionisti di Total System Services rispetto ai valori di venerdì scorso, ultimo giorno prima dell’annuncio della fusione.

In Italia tiene invece banco la decisione di Cassa depositi e prestiti di rilevare il controllo di Sia, società di pagamenti digitali di cui Cdp è già azionista attraverso Fsia, un veicolo finanziario che fa capo per il 70% da Cdp e per il restante 30% a Poste Italiane che detiene il 49,5% del capitale di Sia. Altri soci rilevanti sono il fondo F2i (col 17,05%), Hat Orizzonte (con l’8,6%), Banco Bpm (4,82%), Intesa Sanpaolo e Unicredit (entrambe socie al 3,97%), Banca Mediolanum (2,85%) e Deutsche Bank (2,58%).

Secondo la stampa italiana, Cdp avrebbe deciso di rilevare in particolare le quote di F2i, Hat Orizzonte, Intesa Sanpaolo e Unicredit, incrementando così la propria partecipazione di circa il 33,6%. In questo modo Cdp risulterebbe il socio di controllo col 68,25% del capitale anche senza contare il 14,85% che indirettamente fa capo a Poste Italiane (di cui peraltro Cdp è il primo socio col 35% del capitale, davanti al Tesoro italiano col 29,7%).

Portata a termine l’operazione, che secondo alcune fonti costerebbe a Cdp attorno ai 200 milioni di euro (cosa che equivarrebbe ad una valutazione attorno ai 600 milioni per Sia), la società di pagamenti elettronici verrebbe fatta crescere ulteriormente, in vista di una successiva fusione proprio con Nexi o di un’Ipo. Operazione quest’ultima già ipotizzata lo scorso anno quando erano circolate valutazioni di Sia molto più elevate, tra i 2 e i 3 miliardi di euro.

Nexi a Piazza Affari

Nexi, collocata a 9 euro per azione ma poi scivolata sino a poco più di 8 euro prime di risalire agli 8,85 euro attuali, potrebbe dunque beneficiare dell’eventuale riallineamento verso l’alto dei multipli del settore, tornando sopra i prezzi dell’Ipo anche se le valutazioni già ora non sembrano “stracciate”, con un prezzo pari a quasi 27 volte l’utile per azione (pari a 28,5 centesimi lo scorso anno, attorno ai 33 centesimi quello atteso per l’anno in corso).

I giudizi degli analisti su Nexi

Gli analisti fondamentali propendono comunque per un prezzo obiettivo ben più elevato delle quotazioni correnti e pari in media a 9,85 euro. Lo sbarco recente (il debutto sul listino milanese è avvenuto l’11 aprile scorso) non rende per ora possibile effettuare analisi tecniche, ma il trend di brevissimo pare rimanere laterale, tanto che la variazione delle ultime 5 sedute di borsa era pari a -0,34% alla chiusura di ieri sera (stamane il titolo ha aperto in rialzo dello 0,34%, di fatto riportandosi sugli stessi valori di una settimana fa).

Il grafico di Nexi dalla quotazione

A cura di Luca Spoldi, ceo di 6 In Rete Consulting (www.6inrete.it)

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