Obbligazionario, è il momento dell’absolute return

Di Christel Rendu de Lint, Head of Global and Absolute Return Fixed Income di Ubp

Oggi il contesto di mercato è oggetto di un paradosso. L’attività economica resta ben orientata, tra una crescita robusta e sincronizzata in tutte le aree geografiche, l’inflazione a un punto di equilibrio e la garanzia di una graduale normalizzazione delle politiche monetarie delle banche centrali. Un periodo di crescita sincronizzato così è abbastanza raro.

Nonostante questi fondamentali, però, gli investitori sono oggi piuttosto inquieti: la durata eccezionale del ciclo d’espansione economica negli USA – la terza più lunga dopo quelle verificatesi nel 1961 e nel 1991- fa automaticamente temere che un’interruzione della crescita sia sempre più vicina. Dopo più di otto anni di espansione economica, gli investitori temono un ritorno alla recessione come nel passato. Tuttavia, questo ciclo può ancora durare a lungo. I rappresentanti della Fed ritengono tra l’altro che un’espansione abbia la stessa possibilità di terminare dopo 80 mesi, che dopo 40.

Le fasi di crescita si interrompono non per il passare del tempo, ma a causa di shock – per lo più esogeni e imprevedibili – o per politiche monetarie poco adeguate. Anche se è difficile prevedere uno shock, la visibilità che le banche centrali offrono circa le loro strategie monetarie è elevata. Lo scenario di una contrazione fiscale e monetaria eccessiva è da scartare perché, oltre alla sua durata, il ciclo di espansione attuale si distingue per livelli di crescita, inflazione e tassi di interesse minori rispetto ai cicli passati. La debole inflazione dei salari, in un mondo in cui la crescita della produttività è diminuita, consente alla Fed e alla BCE di attuare la stretta monetaria con cautela, a un ritmo graduale.

Approcciare alcuni segmenti obbligazionari attraverso derivati e CDS In queste condizioni, i rendimenti obbligazionari dovrebbero rimanere relativamente bassi. Tuttavia, la questione delle valorizzazioni è cruciale, dopo il rally dell’obbligazionario e dell’azionario degli ultimi anni. Gli spread di credito restano attraenti. è possibile constatare che quelli BBB sono ormai più ampi rispettivamente di 60 e 100 punti base rispetto ai livelli più bassi raggiunti durante i due lunghi cicli di espansione degli anni Sessanta e Novanta.

Nel contesto attuale si distinguono diversi segmenti obbligazionari: l’Investment Grade statunitense, l’High Yield globale su cui si investe attraverso gli indici CDS e il debito “Additional Tier 1” delle Banche Europee di dimensioni sistemiche. Questi segmenti hanno registrato buone performance per diversi trimestri. Questi titoli offrono non solo un ottimo rendimento grazie a un carry e un roll-over elevati, e non risultano essere cari. Essi conservano tutto il loro appeal. In effetti, le valorizzazioni degli Investment-Grade USA e dei CDS sul Global High Yield si sono mantenute praticamente stabili negli ultimi cinque anni, con rendimenti pari rispettivamente a 3 e 6,5% in dollari.

E’ il tempo dell’absolute return che in particolare favorisce un approccio di performance assoluta basata sull’utilizzo di strumenti derivati ​​e su una gestione non vincolata e attiva. Le strategie in derivati consentono di ottenere un rendimento più elevato, in termini di carry e roll-down, rispetto al credito Investment Grade americano. Allo stesso modo, l’utilizzo di CDS High Yield offre un rendimento superiore rispetto alle obbligazioni tradizionali High Yield, con una duration inferiore e una maggiore liquidità. In questo segmento, inoltre, le valorizzazioni dei CDS sono più attraenti rispetto a quelli delle obbligazioni. La gestione attiva dell’allocazione sui crediti e sui tassi di interesse consente un migliore controllo del rischio all’interno del portafoglio. L’obiettivo è quello di sfruttare le opportunità in valore relativo, vale a dire identificare le migliori fonti di rendimento obbligazionario a un livello di rischio invariato.

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