Obbligazioni, Christine “Lagaffe” peggiora una situazione già critica

Non è un refuso quanto scritto nel titolo, ma il nome, indicatomi direttamente da operatori francesi, con cui viene ora chiamata nelle sale operative di Parigi la signora governatrice della Bce.

Nel commento della scorsa settimana scritto prima della riunione, avevamo espresso i timori di un eccesso di burocrazia comunicativa e decisionale che si è poi confermata nel corso della conferenza stampa dopo la riunione. La signora ha confermato di essere più la “figlia di Trichet”, che nel post crack Lehman ancora citava i numeri dell’inflazione, piuttosto che seguace della linea Draghi che con parole efficaci pose in sicurezza l’Eurozona.

Tra gli operatori sono venuti i brividi dopo pochi secondi dall’inizio della conferenza quando ha iniziato a snocciolare i dati macro di gennaio e le stime varie, in un momento in cui nelle sale l’attesa era per ben altre parole che rassicurassero mercati ed investitori e sentire la Bce vicino come aveva fatto il predecessore nel momento più acuto della crisi.

Forse in quel momento eravamo ancora “troppo soli”, brutto davvero da dirsi, ma l’acuirsi delle difficoltà negli altri paesi e le critiche piovute da più parti, hanno via, via convinto la Lagarde a rivedere i propri commenti, ammorbidendoli prima ed intervenendo con massicci provvedimenti nella serata di mercoledi che sono serviti a calmierare lo spread dei titoli di stato che stavano oscillando nervosamente in questa fase d’incertezza.

I tassi e gli spread sul Bund

La situazione è comunque critica e difficile a livello generale, si tende sempre nei commenti dei media a sottolineare il nostro spread, la cui componente è data anche dal fattore degli altri paesi. Infatti fino a 15 giorni fa sulla curva decennale quasi tutti i paesi dell’Eurozona con l’eccezione di Italia e Grecia, avevano i tassi prossimi a zero o negativi. La Germania era -0,6% sul Bund ed oggi è arrivata a -0,24% ed è insieme all’Olanda l’unico paese con tasso decennale negativo. Quindi le tensioni sui tassi sono in atto su tutta l’Eurozona e ciò nonostante i tassi siano prossimi allo zero, ciò è il termometro della situazione di tensione sui mercati.

Mantenere i tassi il più basso possibile è in questa fase fondamentale, considerando anche la quantità di titoli che saranno necessari a livello interno ed internazionale per finanziare l’economia in difficoltà in questa fase e successivamente rilanciare gli investimenti. Aspettiamoci quindi una pioggia di titoli a supporto da parte delle organizzazioni internazionali che saranno fondamentali nel perseguire gli obiettivi mirati, mediaticamente si parla già di “corona bonds” ma dare anche in finanza, rilevanza a questo maledetto virus non mi piace, meglio trovare un’altra denominazione.

Mercati obbligazionari fermi o quasi

I mercati sono praticamente fermi, nelle sale operative i trader sono al 70-80% a casa e la liquidità manca per le difficoltà logistiche a gestire i sistemi operativi e di controllo. Ci sono quindi per la parte obbligazionaria forti difficoltà a reperire prezzi operativi e lo stesso vale anche per le principali piattaforme di trading come Mot/Etlx dove spesso i titoli vengono sospesi per l’eccessivo differenziale denaro/lettera. Purtroppo il cosiddetto “panic selling” porta molti investitori a scelte emotive ed irrazionali ed a vendere a prezzi da saldo e senza senso, titoli di primarie società.

Maggiore liquidità è presente in Borsa, finalmente le autorità preposte si sono decise ad introdurre il divieto di vendite allo scoperto, al fine di prevenire attacchi speculativi, per un periodo lungo, dopo averlo fatto per un giorno solo e riproposto successivamente un altro giorno dopo aver visto l’indice con segno negativo a doppia cifra. Continuo ogni giorno a chiedermi perché se molti lavoratori sono a casa, le industrie hanno chiuso, possano fare lo stesso anche le Borse al fine di tutelare il risparmio degli investitori e prevenire le speculazioni. Dare valori di scambi a società quotate che hanno sospeso le attività è una cosa senza senso; una chiusura in linea con il fermo delle attività sarebbe auspicabile a livello internazionale.

La Cina ha avuto il culmine dell’epidemia durante il capodanno cinese, con la Borsa che era chiusa per il periodo delle festività durate oltre una settimana. Alla riapertura l’indice di Shangai è sceso del 7% ed ora dall’inizio dell’anno è -11% a fronte di una media delle borse europee superiore al 35% e di quella Usa vicino al 30% !!!!. Forse se questa decisone sarà presa da Wall Street, anche le autorità europee prenderanno qualche decisione in merito.

Le nuove emissioni di bond governativi

Sul mercato primario non vi è stato praticamente nulla a causa della forte volatilità, soprattutto per l’Euro, fatto salvi i governativi con la Spagna uscita con tre scadenze, 2027, 2030 e 2033 e la Gran Bretagna con un incremento da 3 miliardi sul Gilt 0.625% 2025 (GB00BK5CVX03).

Il Tesoro Italiano sta studiando l’emissione del suo primo BTP “green”, ma vista la situazione critica i tempi di emissione restano incerti. Il Tesoro vorrebbe emettere un BTp verde per tutti gli investitori, non solo gli istituzionali, bensì pure il canale retail (famiglie). L’approccio a cui si pensa sarebbe quello del più classico BTp Italia, il bond con cedole legate all’inflazione e che tanta fortuna ha avuto negli anni, pur con qualche caduta per problemi di congiuntura politica. La Germania non ha ancora emesso un suo Bund verde, la Francia sì e per un controvalore complessivo di 22 miliardi di euro, lo stesso importo a cui Roma guarda per il medio-lungo periodo.

I nuovi bond corporate sottola lente

Sui corporate solo qualche covered tra cui Axa con 500 milioni con scadenza ottobre 2024 usciti a rendimento ms+38 in linea con la guidance iniziale compresa tra +35/40. il book ha ricevuto richieste per 700 milioni ed il rating atteso è AAA. Taglio minimo 100mila euro con multipli di 100mila e codice Isin FR0013499977.

Altro covered da Toronto Dominion per un miliardo a quattro anni con rendimento ms+50. Rating atteso tripla A e taglio minimo 100mila euro con multipli di mille.

La provincia canadese British Columbia ha emesso un’obbligazione in euro. Il bond è quotato alla Borsa del Lussemburgo, non è richiamabile in anticipo e sarà rimborsato a scadenza a 100. Il bond (Isin XS2138680041) ha scadenza il 30 marzo 2049, paga una cedola annua fissa dello 0.27% e ha un ammontare di 150 milioni di euro.

Tra i finanziari, IFC ha collocato un’obbligazione senior in dollari. IFC è un organismo finanziario internazionale del gruppo World Bank che opera nei paesi in via di sviluppo. Il bond (Isin US45950KCS78) con scadenza tre anni, paga una cedola fissa dello 0.50, con frequenza semestrale. Il bond non è richiamabile in anticipo e sarà rimborsato a scadenza il 20 marzo 2023 a 100. Il rating assegnato in fase di emissione è tripla A. Ammontare dell’emissione un miliardo di dollari e lotto minimo 1.000 dollari.

Qualche emissione corporate di rilievo in dollari, tra cui Verizon che ha collocato 3.5 miliardi divisi su tre scadenze. Nello specifico 750 milioni con scadenza marzo 2027 con cedola del 3% Isin US92343VFF67 e taglio minimo per tutte le emissioni duemila dollari con multipli di mille e rating Baa1/A-. 1.5 miliardi sono sulla scadenza 2030 con cedola 3.15% e Isin US92343VFE92 e infine 1.25 miliardi sulla scadenza lunga marzo 2050 con cedola del 4%, Isin US92343VFD10.

Annuncio da UPS con rating A2/A per un’emissione benchmark con scadenze a 5, 10, 20 e 30 anni con rendimenti attesi rispettivamente contro Treasury da +350 a +370.

Daimler, produttore tedesco di automobili e di mezzi di trasporto per l’impiego militare e civile come pure per i servizi finanziari, con sede centrale a Stoccarda, si è affacciato sul mercato obbligazionario quest’anno per la prima volta con un’obbligazione senior in dollari suddivisa in tre tranche. Nel dettaglio Daimler ha collocato: 450 milioni sulla scadenza a dieci anni (Isin USU2339CDY13), cedola fissa i 2.625% e prezzo di emissioni 99.581; 450 milioni sulla scadenza a cinque anni (Isin USU2339CDX30), cedola fissa 2.125% e prezzo di emissione 99.553; 1.25 miliardi sulla scadenza a treanni (USU2339CDW56) , cedola fissa 1.75% e prezzo di emissione 99.814. Tutte e tre le tranche sono negoziabile per importi minimi di 150k e le cedole sono pagate con frequenza semestrale.

China Cinda Golding, nota come China Cinda o semplicemente Cinda, è una banca commerciale cinese e una società di gestione patrimoniale, e in questi giorni ha fatto ricorso al mercato americano per finanziarsi con un’obbligazione China Cinda di tipo senior con cedola a tasso fisso in dollari. Nel dettaglio: 700 milioni di dollari (Isin XS2133246244) sulla scadenza a 3 anni, 18 marzo 2023, e cedola fissa 2%; 500 milioni di dollari (XS2133246673) sulla scadenza a 5 anni, il 18 marzo 2025, e cedola fissa 2.50%; 300 milioni (XS2133246590) sulla scadenza a 7 anni, 18 marzo 2027, e cedola fissa 3%; 500 milioni (XS2133246327) sulla scadenza a 10 anni, 18 marzo 2020, e cedola fissa 3.125%. Cedole pagabili con frequenza semestrale, prezzo di emissione 100 e lotto minimo 200mila dollari con multipli di mille.

A cura di Carlo Aloisio, Senior Broker presso Unicredit, per Itforum.it

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