Obbligazioni: ecco le sorprese sotto l’albero

Questa settimana i mercati sono andati in ferie per il periodo natalizio che riserverà ancora tre giorni operativi prima della fine dell’anno, il 23, 27 e 30 per quel che riguarda la nostra Borsa.

La mancanza di liquidità permette di fare alcuni consuntivi e proiettare il trend verso il 2020 con i principali analisti internazionali che stanno terminando i road show degli outlook nelle varie capitali finanziarie.

Le obbligazioni governative sotto la lente

Con lo spread tra il nostro Btp decennale ed il Bund tedesco in area 162 punti, corrispondenti ad un rendimento dell’1,4% circa per il nostro titolo, è importante analizzare il trend del nostro titolo di stato nel corso del 2019.

Il primo punto riguarda la duration del debito italiano, ossia la scadenza media dei titoli in stock che più si allunga e maggiormente permette una gestione più tranquilla. Infatti nei momenti di crisi la necessità di funding spinge l’emittente a collocare sul breve con tassi elevati, poiché una duration breve invoglia l’investitore a sottoscrivere, mentre sulla parte lunga il rischio di maggiore volatilità ed oscillazione tende a frenare gli acquisti se non con tassi fuori mercato. Questo fenomeno si è visto soprattutto tra il 2009 ed il 2011 dove è più volte capitato che i tassi di breve fossero più elevati di quelli lunghi, la cosiddetta “inversione di curva”.

Con l’intervento deciso ed a gamba tesa da parte della Bce con il QE sui mercati governativi, il Tesoro ha potuto rimodulare la sua politica, con diminuzione della parte breve, dove tra l’altro i Bot sono da tempo in rendimento negativo. Anche l’offerta del Btp Italia è passata dai 4 anni delle prime emissioni agli 8 delle ultime. Complessivamente la duration del debito italiano è passata da 6.78 del dicembre 2018 al 6.86 del novembre 2019. Per il prossimo anno la necessità di funding del Tesoro non è elevata rispetto ad altri periodi, ci saranno 203 miliardi di titoli in scadenza e si stima il fabbisogno nuovo in 44 miliardi.

In totale per l’Eurozona la stima complessiva è di 860 miliardi con una crescita di circa 30 miliardi rispetto al 2019; dopo l’Italia i maggiori flussi dovrebbero arrivare dalla Germania con 170 miliardi circa (in crescita di 20) e dalla Francia con 136 miliardi rispetto ai 130 del 2019. Per il resto è tutto in doppia cifra con 84 miliardi per la Spagna (in calo dai 92 di quest’anno) e 30 dall’Olanda. Ultima è la Slovenia con 2 miliardi stimasti mentre per la Grecia al momento non sono previste emissioni.

Sulla Grecia è da evidenziare la performance positiva di quest’anno , i rendimenti sono crollati mediamente del 70%, e nelle ultime sedute i titoli di stato della Grecia hanno superato quelli italiani con un rendimento medio dell’1.29%, inferiore all’1.35% dei Btp.

I bond corporate sotto i riflettori

Per quel che riguarda le nuove emissioni, la parte euro è stata praticamente assente a livello di size importanti, solo qualche piccolo collocamento mirato, come quello di Jaguar Land Rover che ha effettuato un tap da 200 milioni sul titolo già in circolazione 6.875% 2026 (codice Isin XS2010032964); invece sul dollaro qualche cosa di più si è ancora visto.

Nel settore farmaceutico la Bausch Healt ha emesso 2,5 miliardi di dollari su due scadenze. La prima per 1,25 miliardi con scadenza 2028 e cedola del 5% (Isin USC07885AD50), la seconda di stesso importo con scadenza 2030 ha una cedola del 5.25% (USC07885AE34). Per entrambi i titoli emessi a 100 la performance sul grey market è stata di 2-3 punti, con rendimenti che si abbasseranno ancora prima del 30 dicembre giorno in cui i titoli saranno trattati sul secondario. Il taglio dell’emissione è retail con 2mila euro con multipli di mille ed il rating è B/Be.

La società petrolifera Archrock Partners ha emesso 500 milioni di dollari con scadenza 2028 al 6.25% di cedola. Anche in questo caso il titolo emesso a 100 (Isin USU2214KAB62) ha performato nel grey market oltre quota 102; taglio minimo retail da 2mila dollari con multipli di mille con rating B2/B+.

In sterline la DBS Bank con un variabile ad un anno, tasso overnight +30 per 350 milioni, Isin XS2095888975 con taglio minimo da 100mila sterlina con multipli di mille.

A cura di Carlo Aloisio, Senior Broker presso Unicredit, per Itforum.it

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