Occasioni da ribasso

A cura di Morningstar

Le recenti tensioni sui listini mondiali hanno fatto scattare forti vendite che hanno reso particolarmente convenienti anche le valutazioni di titoli di qualità come Adient, GEA Group e Bayer.

Adient, il dividendo non è un problema
Adient ha ceduto il 44% negli ultimi tre mesi (in dollari al 30 novembre 2018) e ora è scambiata a un tasso di sconto di oltre il 60% rispetto al fair value di 72 dollari (report aggiornato al 9 novembre 2018).  Le vendite sono scattate in seguito alla decisione del management di sospendere la distribuzione del dividendo a partire da quest’anno. Per questo, dicono gli analisti, le attuali quotazioni di mercato non rappresentano in maniera adeguata il valore reale del titolo. “Crediamo che le azioni del gruppo statunitense continueranno a essere scambiate a sconto ancora per molti mesi, poiché il sentiment del mercato rimarrà negativo fino a quando non ci saranno segnali tangibili che il nuovo corso, aperto con la nomina a Presidente e Ad di Doug Del Grosso, sia in grado di far ripartire l’azienda”, dice David Whiston analista azionario di Morningstar.

La società statunitense, nata dallo spin-off da Johnson Control nel 2016, si occupa di interni per auto (in particolare di sedili) ed è leader in questa nicchia di business con una quota di mercato del 40% circa in Nord America e in Europa, e del 33% in Cina. Inoltre, quello degli interni e dei sedili è un segmento molto particolare che presenta tassi di fidelizzazione da parte dei costruttori di automobili molto elevati. La combinazione di economie di scala elevate, intangible asset (machi di valore) e limitata concorrenza sul mercato (scala efficiente) secondo gli analisti garantisce ad Adient la possibilità di macinare margini di profitto superiori alla media.

GEA, i numeri non spaventano
GEA Group ha pagato in Borsa gli annunci relativi all’aumento dei costi operativi e del capitale circolante attesi nel 2019. Il titolo ha registrato negli ultimi tre mesi un calo di circa il 30%, ma metà del passivo è stata accumulata nelle ultime due settimane, in seguito alla presentazione della trimestrale. I dettagli illustrati dal management, tuttavia, non modificano le previsioni di lungo periodo degli analisti di Morningstar che confermano il fair value del titolo a quota 45 euro (report aggiornato al 23 novembre 2018).

“Riteniamo che l’aumento delle rimanenze in magazzino non sia da ricondurre a un calo dei ricavi, ma a maggior aumento degli ordini ricevuti nel quarto trimestre, che dunque dovrebbero tradursi in un aumento dei flussi di cassa futuri. Mentre i maggiori costi sono da attribuire all’aumento del prezzo delle materie prime e dei salari a causa dell’inflazione, due fattori quindi difficilmente neutralizzabili”, dice Denise Molina, analista di Morningstar. “L’azienda ha ampi margini per migliorare ulteriormente la sua profittabilità attraverso il ricorso a fornitori a basso costo e al consolidamento delle strutture produttive ed è ben posizionata per sfruttare a proprio vantaggio il trend crescente della domanda di cibo a livello mondiale e in particolare nei paesi emergenti”. GEA Group è leader nel mercato dei macchinari per l’industria alimentare, che rappresentano il 70% del suo giro d’affari. L’azienda tedesca riesce a mantenere una redditività del capitale superiore alla media (Economic moat) grazie alle alte barriere all’ingresso di nuovi competitor e al forte potere contrattuale nei confronti dei committenti, i quali difficilmente cambiano fornitore per non correre il rischio che problemi ai macchinari possano impattare sulla qualità dei loro prodotti.

La dieta di Bayer fa bene al bilancio
Bayer ha perso quasi il 20% negli ultimi tre mesi di contrattazioni e ora il titolo è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,57 (report aggiornato al 29 novembre 2018). L’azienda ha da poco annunciato un piano di ristrutturazione del business che comporterà una crescita dei costi straordinari per il prossimo anno ma, secondo gli analisti di Morningstar, lo snellimento della struttura operativa in seguito alla dismissione di alcuni rami d’azienda come quello della cura degli animali permetterà a Bayer di concentrare gli sforzi sulle aree più profittevoli e sulla ricerca, che è la fonte principale del suo Economic moat. Il gruppo tedesco è molto ben posizionato in quasi tutti i segmenti in cui è attiva.

La produzione di farmaci è quello in cui riesce a generare i margini di profitto più elevati anche grazie all’ampio portafoglio di brevetti e all’alta quota di prodotti biologici. Questi ultimi, in particolare, hanno un processo di produzione più complesso e sono meno attaccabili dalla concorrenza dei generici. Molto alta è anche la redditività del business legato alle sementi e ai prodotti al consumo. “Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo una crescita media del fatturato del 10%. Diversamente da altri competitor, Bayer non dovrà fronteggiare nel breve termine la scadenza di brevetti ma lo scarso numero di farmaci nell’ultimo stadio di approvazione pesa sulle previsioni di lungo periodo”, dice Damien Conover, analista di Morningstar.

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