Ondata di liquidità, i benefici e rischi per le Borse secondo Flossbach von Storch

Nonostante i primi segnali di ripresa dell’economia, sui Paesi industrializzati incombe la minaccia di una recessione di proporzioni storiche. Tuttavia, negli ultimi mesi, i mercati azionari hanno registrato notevoli guadagni. Ecco di seguito la view di Bert Flossbach, co-fondatore di Flossbach von Storch.

Anche se per ora del 2020 è trascorso solo il primo semestre, quest’anno è già destinato a entrare nella storia delle borse. Dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus, al picco massimo della crisi l’indice azionario tedesco ha perso un buon 39% mentre l’omologo statunitense S&P 500 ha ceduto quasi il 34%.

Il tracollo è durato solo quattro settimane, dopodiché la situazione è tornata a migliorare, per quanto i vecchi massimi non siano ancora stati raggiunti. Alla fine del primo semestre, la perdita subita dal Dax equivaleva a circa il 7% su base annua, a fronte di un calo approssimativo del 4% per lo S&P 500. Eppure, l’indice tecnologico statunitense Nasdaq ha già segnato un nuovo record assoluto risalendo di oltre il 12% da inizio anno: uno sviluppo positivo ascrivibile a diversi motivi.

Le massicce misure di sostegno adottate dai governi e dalle banche centrali hanno alimentato l’ottimismo, con un’ondata di liquidità senza precedenti.

  • Dall’inizio di marzo, il totale di bilancio della Federal Reserve statunitense è passato da 4.200 a 7.100 miliardi dollari, mentre quello della Banca Centrale Europea ha superato per la prima volta i 6.000 miliardi di euro – addirittura 1.500 miliardi in più rispetto a marzo.
  • Nella zona euro, il programma di acquisti per l’emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme), istituito per alleviare gli effetti della crisi, è stato ampliato di 600 miliardi di euro a 1.350 miliardi.
  • In Germania – ex campione di risparmio dell’Eurozona – solo a giugno sono stati sbloccati altri 130 miliardi di euro in fondi federali e regionali.
  • Negli Stati Uniti si è discusso a lungo riguardo all’eventuale rimborso o meno da parte delle aziende dei prestiti erogati nell’ambito del cosiddetto “Paycheck Protection Program”. La decisione finale: previo soddisfacimento di determinati criteri, come ad esempio il proseguimento del rapporto d’impiego con i dipendenti, le aziende vengono totalmente o parzialmente esentate dall’obbligo di rifusione. Nell’ambito di questo programma, al 30 giugno erano già stati concessi prestiti per un importo di 521 miliardi di dollari, con un volume medio di crediti pari a 107.199 miliardi, motivo per cui la misura costituisce anche una generosa forma di sovvenzione diretta alle piccole e medie imprese statunitensi.

Questo elenco è ovviamente tutt’altro che completo e potrebbe essere ampliato a piacere. In borsa i prezzi riflettono un “effetto collaterale” della pandemia: molti operatori di mercato si aspettano che le misure politiche sostengano l’economia reale e che almeno una parte dell’ondata di liquidità raggiunga direttamente i mercati azionari.

Attenzione alla qualità

Rimane tuttavia il rischio di nuovi e parziali lockdown, come dimostrato di recente dal forte aumento dei contagi e dei ricoveri ospedalieri in alcuni Stati americani. Nonostante il sostegno della politica monetaria e gli aiuti statali, è lecito chiedersi se i rischi economici siano attualmente inclusi nelle valutazioni di tutti i titoli. I dati economici del secondo trimestre potrebbero quindi fungere in un certo senso da cartina tornasole della situazione reale. Vero è che la pandemia non ha rivelato solo le debolezze delle aziende, ma anche i loro punti di forza. Questo ci permette di focalizzare ulteriormente l’attenzione sulla qualità e di concentrarci su realtà ben finanziate, con guadagni stabili e prevedibili e modelli di business difficilmente imitabili.

Nonostante l’andamento positivo dei mercati azionari e obbligazionari degli ultimi mesi, anche il prezzo dell’oro è rimasto stabile, a riprova del fatto che il metallo prezioso è considerato sempre più spesso come un’alternativa al denaro creato artificialmente e con tassi d’interesse negativi delle banche centrali. L’ondata di liquidità dispiega i suoi effetti sui mercati dei capitali.

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