Ora il Tesoro punta anche sui bond dollari. I nuovi governativi e corporate sotto la lente

Mentre i listini azionari seguono un trend decisamente rialzista, cavalcando l’onda positiva delle notizie che si susseguono sulle possibilità che i vaccini possano agire con alte percentuali di successo, l’economia reale è pesantemente penalizzata dal look down e guarda sempre con attenzione al sostegno delle banche centrali e degli aiuti tipo recovery fund che devono essere distribuiti a sostegno.

Fortunatamente né la parte azionaria né quella governativa è rimasta colpita negativamente dal veto che in sede europea l’Ungheria e la Polonia stanno ponendo in materia di recovery. Prevale l’idea che un negoziato sarà trovato e che non ci sarà impatto sui mercati, in caso contrario con un braccio di ferro che si dovesse protrarre, qualche segnale di nervosismo potrebbe manifestarsi nelle prossime sedute.

Le nuove emissioni di obbligazioni governative sotto la lente

Sul fronte governativo dopo aver archiviato il successo del Btp futura, il Tesoro si è concentrato sul collocamento del bond in dollari dell’Italia. Gli ordini dell’obbligazione con scadenza  17 febbraio 2026 hanno superato quota 7.5 miliardi di dollari. A  fronte di questa richiesta la guidance è stata abbassata a 85 punti base sul tasso midswap  dopo prime indicazioni in area 100 punti poi riviste in area 95 punti e infine 90 punti. La cedola, pagata in due semestralità, è dell’1.25%, il prezzo è 99.638 equivalente a un rendimento lordo all’emissione dell’1.332%. Ammontare dell’obbligazione tre miliardi di dollari, codice Isin US465410CA47 e taglio minimo di 200mila euro con multipli di mille. Si era parlato anche di un possibile titolo in dollari al 2050 ma l’operazione sarà con probabilità proposta più avanti.

Lo scorso anno l’Italia è tornata ad emettere obbligazioni in dollari per la prima volta dopo quasi un decennio.  Lo ha fatto con titoli a cinque, dieci e 30 anni, i quali si sono aggiunti a quelli circolanti sul mercato  secondario ed emessi con scadenza nel 2023 e nel 2033. L’obiettivo del tesoro, è stato di ricreare la curva delle scadenze  in dollari, puntando ai capitali americani.

Tassi in calo nell’asta BTP con cui il Tesoro italiano ha offerto titoli per complessivi sei miliardi. I rendimenti del triennale sono scesi al nuovo minimo storico, con una riduzione di quattro punti base rispetto all’asta precedente al -0.19%. In lieve rialzo, invece, i tassi per i titoli settennali aggiudicati con un rendimento dello 0.35% (+1 pb.).

Spread contro Bund sulla curva decennale che rimane in area 121 con rendimento del nostro benchmark allo 0.65% circa.

Lo Stato di Berlino è pronto raccogliare capitali dal mercato con un’obbligazione senior con scadenza a 25 anni. Rating Aa1/AAA.

Il Messico ha emesso obbligazioni a dieci anni con scadenza 2031 e cedola 2,659% per 1,825 miliardi e una a 40 anni con scadenza 2061 e cedola 3,771% per 1,8 miliardi. Si è trattato di uno dei tassi più bassi del mercato, la domanda è stata molta alta, pari a 16 miliardi, ed è arrivata da oltre 300 investitori istituzionali. Queste emissioni serviranno a migliorare il profilo del debito pubblico messicano. Rating BBB. Per la scadenza 2031 Isin US91087BAM28 e taglio minimo di 200mila dollari con multipli di mille, per la scadenza lunga Isin US91087BAN01 e stessa struttura.

Mosca ha raccolto sui mercati due miliardi di euro attraverso due scadenze a sette e a 12 anni. In dettaglio, Mosca ha raccolto 750 milioni con la  scadenza a sette anni e altri 1.2 miliardi con la scadenza a 12 anni. La prima ha offerto una cedola dell’1,125% e la seconda dell’1,875%. In entrambi i casi, il rendimento è risultato inferiore alle previsioni dello stesso governo russo, che ipotizzava rispettivamente l’1,25% e il 2%. La domanda è stata complessivamente di 2,8 miliardi, di cui 1,6 miliardi rivolti al titolo in scadenza nel 2031.

Gli Emirati Arabi stanno per emettere il loro primo bond federale nella storia, è di alta qualità come rating, Fitch ha loro assegnato la AA-  e Moodys Aa2. Ad oggi, non ci sono mai state emissioni federali di debito, ma solo a livello di singolo  emirato:  Abu Dhabi e Dubai. Gli Emirati Arabi Uniti puntano invece ad un’emissione per creare una curva dei rendimenti che funga da “benchmark” alle entità statali.

Una brutta notizie dal mondo emergenti, dove lo Zambia è andato in default dopo il mancato accordo con i creditori.

I nuovi bond corporate sotto i riflettori

Buona attività sul fronte corporate, con Mediobanca che si è affacciata sul mercato con un’obbligazione Tier2 10NC5 dell’ammontare di 250 milioni di euro. L’obbligazione (Isin XS2262077675) paga una cedola annua fissa del 2.30%, prezzo di emissione 99.748 equivalente a 280 punti base sul tasso midswap, rendimento 2.354%. Rating Ba1/BB+ e lotto minimo 250mila euro con multipli di mille.

Tra i finanziari: BPER Banca ha collocato 400 milioni con un’obbligazione subordinata 10NC5 Tier 2. L’obbligazione (Isin XS2264034260) paga una cedola annua fissa pari a 3.625%, prezzo 100 e il rimborso alla pari + fissato il 30 ottobre 2030. Rating Ba3/B+ e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille.

Rentenbank ha emesso un’obbligazione senior con scadenza a 20 anni, 26 novembre 2040, dell’ammontare di 500 milioni di euro. Il bond (Isin XS226351736) è stato offerto a un rendimento di midswap flat, lotto minimo  mille euro con multipli di mille e rating AAA.

Continua la corsa nel settore corporate di società per approvvigionarsi di liquidità a costi bassi: un successo l’emissione obbligazionaria da 1.25 miliardi di euro da parte della società  Abertirs Infrstructuras, si tratta di un’obbligazione ibrida, un bond perpetuo NC5.25 dove l’emittente ha la facoltà di richiamare il bond il 24 luglio 2026. Un successo l’emissione con una richiesta dagli investitori di quattro volte superiori, il rendimento è stato così abbassato al rendimento del 3.25% dal 4% indicato in fase iniziale.  Il bond (Isin XS2256949749) paga una cedola annua lorda del 3.248%, prezzo 100, pari a un rendimento di 3.25%. Rating BB/BB+ e lotto minimo 100mila euro con multipli di 100mila.

La compagnia petrolifera saudita Aramco è tornata sui mercati internazionali per raccogliere capitali con cui migliorare la liquidità per i prossimi mesi. La prima emissione era avvenuta nell’aprile dello scorso anno, quando il colosso petrolifero statale dell’Arabia Saudita raccolse 12 miliardi, a fronte di una domanda che superò nel mondo i 100 miliardi. Le emissioni saranno in dollari e le scadenze saranno a tre, cinque, dieci, 30 e anche 50 anni. L’obiettivo è il miglioramento della liquidità aziendale, colpita negli  ultimi mesi dal tracollo delle quotazioni del petrolio.  La compagnia saudita ha emesso obbligazioni per otto miliardi di dollari ricevendo ordini per 48.1 miliardi, sei volte superiori l’importo offerto. Nel dettaglio:  500 milioni sulla scadenza a  tre anni  e rendimento 1.32% equivalente a 110 punti base sul Treasury; un miliardo sulla scadenza a cinque anni e rendimento 1.54%, equivalente a 125 punti base sul Treasury; 2 miliardi sulla scadenza a dieci anni e rendimento 2.32%, equivalente a 145 punti base sul Treasury; 2.25 miliardi sulla scadenza 30 anni e rendimento 3.3% equivalente a 168 punti base sul Treasury; 2.25 miliardi sulla scadenza a 50 anni e rendimento 3.55%.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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