Oro e argento all’inizio di un lungo ciclo rialzista

“Nonostante l’impressionante rally del 30% per l’oro e del 70% per l’argento dai minimi di marzo, i metalli preziosi sono molto probabilmente ancora nelle prime fasi di un lungo ciclo di mercato rialzista“. Ne è convinto Norman Villamin, Cio Wealth Management di Union Bancaire Privée (Ubp).

Se da una parte – sottolinea l’esperto – gli investitori in oro hanno già beneficiato del passaggio a un contesto di tassi d’interesse reali negativi (corretti per l’inflazione) e degli acquisti di debito pubblico e privato da parte della Fed, l’inizio di un mercato orso del dollaro, la crescente corsa all’oro e all’argento fisico piuttosto che finanziario, nonché una politica fiscale e monetaria coordinata e orientata alla crescita dovrebbero fornire i prossimi catalizzatori per entrambi i metalli preziosi.

“A nostro avviso gli investitori dovrebbero guardare all’Europa mentre si preparano alla prossima fase per la ripresa dalla pandemia. Mentre gli Stati Uniti restano in un territorio di nessuno tra il lockdown e la normalizzazione, l’Europa sta iniziando il lento processo di riparazione e di ripresa in seguito ai danni economici provocati dalla pandemia globale. Dopo aver stabilizzato la sua economia attraverso una fornitura illimitata di liquidità da parte della Bce, l’Europa si sta preparando a orientare la sua risposta fiscale, al di là della lotta alla pandemia e sostituendo il mancato reddito delle famiglie e delle imprese con uno di stimolo e crescita nel più ampio tessuto economico attraverso il recovery fund”, nota Villamin.

Che continua: “Sebbene gli investitori siano giustamente scettici, data la natura a singhiozzi della riforma europea, ciò offre la prima opportunità tra le principali economie di far sì che agli stimoli fiscali orientati alla crescita corrisponda un finanziamento monetario effettivamente ispirato al ‘whatever it takes’. Anche gli Stati Uniti e il Giappone hanno finora adottato un approccio monetario senza restrizioni. Tuttavia, i loro sforzi fiscali sono stati maggiormente concepiti per compensare la perdita di reddito delle imprese o per sostituire il mancato reddito delle famiglie a causa dei lock-down”.

Al contrario, la Commissione Europea potrebbe intraprendere una soluzione politica più vicina ai programmi coordinati di politica fiscale e monetaria che hanno caratterizzato la politica economica americana dei primi anni Quaranta del secolo scorso.

“Anche con un vaccino o con trattamenti efficaci per contenere il Covid-19, riteniamo che i governi dovranno ricorrere a misure fiscali – aggiunge Villamin – sia per rimodellare le loro economie in un mondo post-Covid-19 sia per allentare gli oneri sociali di questa trasformazione economica. Ci aspettiamo che tali politiche forniranno il prossimo catalizzatore per un mercato rialzista sia dell’oro sia dell’argento“.

Preferire gli investimenti nel metallo fisico

Anche se l’attuale mercato rialzista sia dell’argento sia dell’oro, condivide le caratteristiche dei precedenti mercati toro, una caratteristica di queste fasi di mercato quando sono in via di sviluppo è la crescente domanda e il crescente disallineamento tra la disponibilità di metallo fisico e l’aumento delle richieste finanziarie sul metallo che si sono sviluppate negli ultimi anni.

In questo contesto, la competizione per l’oro e l’argento fisico si è intensificata con l’esplodere dell’epidemia di Covid-19. Gli investitori nei mercati dei futures che storicamente, raramente, hanno preso in consegna oro e argento sui loro contratti futures richiedono sempre più spesso una consegna effettiva sui contratti sottostanti, mettendo pressione sulle scorte di metallo fisico detenute dal Comex.

“Nonostante l’oro abbia guadagnato oltre il 50% da quando la Federal Reserve ha terminato il suo ciclo di rialzi alla fine del 2018, l’oro resta nelle prime fasi di un lungo ciclo di mercato toro. Di conseguenza, anche con la forte performance delle ultime settimane, per gli investitori che non hanno partecipato ai rally fino ad oggi, continuiamo a vedere un’interessante prospettiva di rischio-rendimento, con l’oro che rimane una parte fondamentale del nostro posizionamento su asseti rifugio nei portafogli”, spiega l’esperto di Ubp.

“Sia per l’oro che per l’argento, continuiamo a preferire gli investimenti nel metallo fisico sottostante, dove possibile. Con la domanda fisica in crescita, gli investitori in oro e argento potrebbe un giorno trovarsi di fronte alla prospettiva che l’oro finanziario (tramite Etf, contratti futures, derivati, ecc.) non abbia il pieno supporto dei metalli fisici quando è richiesta la consegna”.

Conclude Villamin: “Anche se si tratta di un rischio di coda per gli investitori, con l’oro in particolare, che serve come bene rifugio in molti portafogli, la realizzazione che il proprio bene rifugio è in realtà un rischio di credito di un istituto finanziario può rivelarsi una sorpresa indesiderata durante i periodi di stress nei mercati”.

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