Oro, le previsioni per il terzo trimestre

A cura di Carlo Vallotto per OroVilla

Il trimestre appena concluso ha visto il prezzo dell’oro risalire molto dopo una performance non brillante nel primo trimestre. Vediamo i motivi.

Il secondo trimestre dell’anno si è dimostrato uno dei migliori che l’oro abbia vissuto negli ultimi anni, realizzando guadagni superiori al 7% alla fine del secondo trimestre, mentre da inizio anno il Gold registra una performance +10%.

Un dollaro americano meno forte, problemi geopolitici e una crescita economica lenta sono stati i principali catalizzatori alla base delle motivazioni che hanno spinto il metallo prezioso a oscillare tra 1,270 e i 1,420 dollari per oncia nel corso del trimestre. E grazie anche ad un impulso da parte della Federal Reserve che ritiene probabile un taglio dei tassi d’interesse, l’interesse degli investitori è finalmente iniziato a tornare sull’oro.

Ma quali sono i fattori che hanno influenzato il mercato dell’oro nel secondo trimestre?
Il prezzo dell’oro è aumentato del 7,24% nel secondo trimestre. Come mostra il grafico sottostante, l’oro era rimasto relativamente piatto fino a quando non è salito alla fine del trimestre, raggiungendo il livello più alto verso la fine di giugno.

La forte domanda di oro fisico sul finire del mese di giugno, ha spinto quindi al rialzo le quotazioni dell’oro che ha toccato così il suo prezzo più alto in chiusura del trimestre proprio il 25 giugno, quando è stato scambiato a $1,423 per oncia, valori massimi da oltre sei anni, dopo che l’interesse degli investitori verso il bene rifugio è tornato a seguito dell’intensificazione delle tensioni tra Stati Uniti e Iran.

Ma quali saranno i driver chiave da monitorare nel prossimo trimestre?
All’inizio del terzo trimestre dell’anno, gli investitori interessati al mercato dell’oro dovrebbero essere consapevoli di una serie di fattori che potrebbero influire sul prezzo del metallo prezioso.

La maggior parte degli analisti e osservatori del mercato hanno notato che i movimenti del biglietto verde, le continue tensioni geopolitiche, un rallentamento della crescita economica e un potenziale taglio dei tassi di interesse continueranno a spingere il prezzo dell’oro per il resto del 2019.
Con il dollaro USA che ha mostrato segni di debolezza per una gran parte del secondo trimestre, l’oro fisico ha registrato al contrario un grande incremento di domanda. Inoltre, verso la fine del secondo trimestre, gli Stati Uniti non solo hanno alimentato le continue tensioni con la Cina, ma ne hanno anche create ulteriori con Iran e Messico, dove il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato sanzioni per entrambi i paesi.

Se nel secondo trimestre, gli eventi geopolitici, in particolare il conflitto USA-Iran, hanno spinto l’oro oltre il livello chiave dei prezzi da 1,400 dollari a un massimo di sei anni, le stime di una crescita economica più lenta (anticipata dalla debolezza dei posti di lavoro USA a maggio) ha portato gli investitori ad aspettative di politica monetaria allentate, che contribuiranno a sostenere l’oro nel terzo trimestre anche sopra al livello dei prezzi di 1400 dollari.

Queste questioni non sono passate inosservate alla Federal Reserve e durante la sua ultima riunione di giugno, la Fed non solo ha mantenuto la sua precedente decisione di non aumentare i tassi di interesse, ma ha anche accennato a tagliarle già all’inizio del terzo trimestre.

Se la situazione sopra descritta rimane invariata, come la maggior parte degli analisti si attende, allora le condizioni per un potenziale rialzo del prezzo dell’oro rimarranno valide.

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