Oro, per VanEck può superare i 3mila dollari

Il prezzo dell’oro è sui massimi storici e il team di VanEck, con oltre 50 anni di esperienza nell’investimento in oro e titoli di società aurifere, conferma la propria chiamata rialzista sul metallo giallo.

VanEck aveva assunto una posizione rialzista sull’oro già a metà del 2019, indicando a sostegno della propria posizione l’incertezza sostenuta delle politiche delle banche centrali, il crescente stock di obbligazioni a rendimento negativo e la rottura di un importante supporto che durava da sei anni. Da allora sono successe molte cose, ma alla luce della situazione attuale la società conferma la propria visione rialzista sulla base di solidi fattori tecnici.

Il prezzo dell’oro negli ultimi 12 mesi (fonte: Bloomberg)

“Sin dal 1968, quando l’oro quotava 35 dollari l’oncia, i driver dei mercati rialzisti per questo metallo sono stati classificati in due categorie: inflazionistici e deflazionistici”, spiega Joe Foster, Portfolio manager e Strategist di VanEck, attivo da oltre quarant’anni nel settore aurifero, prima come geologo e quindi come gestore, analista e responsabile del team d’investimento sull’oro della società. “Non vediamo un aumento dell’inflazione in tempi brevi, quindi crediamo che questo sia un ciclo deflazionistico. Entrambi i recenti mercati deflazionistici al rialzo dell’oro suggeriscono che un prezzo superiore a 3mila dollari all’oncia possa essere ragionevole. Se misuriamo infatti l’inizio di questo mercato al rialzo dai minimi del 2015, allora si ritrovano analogie con il rialzo del 2001-2008, quando l’oro è aumentato di oltre il 200%”.

“Se si ritiene, come pensiamo noi, che l’attuale stimolo delle banche centrali per combattere gli impatti del virus Covid-19, insieme agli elevati livelli di rischio sistemico, siano simili a quelli della crisi finanziaria globale del 2008, allora 3.400 dollari potrebbero essere un punto di arrivo di questo mercato al rialzo”, aggiunge Foster.

Secondo VanEck, nell’attuale mercato al rialzo deflazionistico, i bassi tassi di interesse e l’impatto economico ancora sconosciuto della pandemia Covid-19 hanno guidato la recente domanda di investimenti in oro. Ma vi sono anche altri fattori tecnici che hanno rafforzato la visione rialzista, come la debolezza del dollaro statunitense, l’incertezza geopolitica e il continuo aumento dei livelli di debito. L’oro, inoltre, potrebbe essere pronto per una buona performance anche nel caso di aumento dell’inflazione, a causa delle massicce misure di stimolo adottate dalle banche centrali e dai governi di tutto il mondo.

“Insieme alla persistenza di tassi reali negativi, crediamo che per il futuro vi siano dinamiche molto favorevoli per l’oro e per le azioni aurifere“, dice Jan van Eck, Ceo della Società. “L’oro continua a essere un bene scarso e il fatto che non vi siano state nuove scoperte significative di oro dal 2016 non fa che aumentare la pressione sull’offerta. Nel frattempo, le società aurifere sono riemerse da un periodo di ricambio del management e di ristrutturazione fiscale e, a nostro avviso, sono ora meglio posizionate per restituire valore agli azionisti”.

Sia l’oro fisico sia i titoli auriferi possono fornire importanti vantaggi potenziali, presentando ciascuno un profilo di rischio/rendimento unico. I lingotti hanno storicamente mostrato un profilo di volatilità più basso, mentre le azioni tendono a essere più volatili e hanno storicamente sovraperformato l’oro durante i cicli del mercato al rialzo a causa della loro opzionalità attraverso i profitti e la leva sulle risorse.

VanEck è stata tra i pionieri nello sviluppo di strategie per fornire agli investitori differenti soluzioni per prendere esposizione sull’oro. Attualmente l’offerta di VanEck sull’oro di comprende il VanEck Vectors Gold Miners Ucits Etf (Gdx), il VanEck Vectors Junior Gold Miners Ucits Etf (Gdxj) e il Fondo VanEck Global Gold Ucits. Al 30 giugno 2020, il patrimonio in gestione di VanEck sulle strategie relative all’oro ammontava a 23,5 miliardi di dollari.

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