Palladio al top. Per quanto tempo ancora proseguirà la corsa?

A cura di Wings Partners Sim

Ancora una giornata interlocutoria sui mercati azionari occidentali in assenza di sviluppi concreti sui recenti temi internazionali: gli operatori si sono mostrati inclini alla cautela, specie in previsione delle minute della Fed in pubblicazione questa sera che dovrebbero, almeno nel comune sentire, mostrare un allineamento della Banca Centrale americana ai toni generalmente accomodanti in tema di politica monetaria mostrati dagli altri istituti in queste ultime tornate.

Se i mercati azionari scivolano in catalessi, quello dei preziosi sembra ormai definitivamente risvegliato dal lungo sonno che lo ha afflitto ormai da lungo tempo; sessione decisamente positiva per il comparto con oro ai massimi da 10 mesi argento e platino parimenti sostenuti. Niente a che fare comunque con la stratosferica performance del palladio, che consolidando una performance rialzista che dura ormai da sette mesi si invola sopra il tetto dei 1.500 dollari per oncia, praticamente triplicato rispetti ai prezzi registrati a gennaio del 2016.

Secondo i più accreditati analisti il palladio ha ancora potenzialità rialziste (Citigroup punta a 1.600 dollari l’oncia) in forza di una più che significativa mancanza di offerta generata dall’incremento di domanda del settore automotive che si sta affrancando dalle motorizzazioni diesel.

Eppure immancabilmente anche qui qualche voce dissenziente dato che se l’impiego del metallo nel settore auto è in incontestabile aumento, dall’altra parte la domanda di automobili sembra avere prospettive meno che brillanti, tra il crollo delle vendite in Cina nel 2018 (primo in oltre due decenni), possibili dazi tariffari sulle importazioni USA e crescente ricorso al Car Sharing.

 

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