Papadakis (Banca Lombard Odier): “Svolta negativa per gli Usa”

All’inizio della crisi gli Stati Uniti avevano due vantaggi in confronto a molti altri Paesi. Anzitutto quello temporale, poiché la pandemia aveva colpito prima l’Asia e poi l’Europa, concedendo loro più tempo per agire. In secondo luogo, i responsabili delle politiche con una potenza di fuoco fiscale e monetaria pressoché illimitata, nonché la volontà di metterla in campo allo scopo di alleggerire il colpo di quell’enorme shock esogeno”. Ad affermarlo è Bill Papadakis, Macro Strategist di Banca Lombard Odier, che di seguito illustra perchè invece gli Usa ora sono arrivati a una svolta negativa.

Questi fattori hanno consentito di elaborare prospettive relativamente più positive per gli Stati Uniti, poiché appariva probabile che sia gli effetti sulla sanità che sull’economia sarebbero stati più limitati. In effetti l’estesa epidemia iniziale avvenuta nell’area metropolitana di New York è stata contenuta con successo.

Altrove però sta diventando sempre più evidente che il vantaggio temporale è stato in parte sprecato. Molti Stati hanno revocato anzitempo le restrizioni, ansiosi di far ripartire in fretta le economie nonostante l’epidemia non fosse ancora del tutto sotto controllo. Di conseguenza il numero nazionale di casi confermati sta aumentando di nuovo, soprattutto (ma non esclusivamente) negli Stati del Sud, in forte contrasto con l’Europa o l’Asia industrializzata.

Questo colpo di scena rappresenta un’importante sfida per le prospettive economiche statunitensi, poiché le autorità stanno reintroducendo alcune misure di contenimento e probabilmente consumatori e imprese ridurranno le loro attività fintantoché il tasso di contagio rimarrà elevato. Quando le restrizioni sono state allentate ha preso piede una netta ripresa, come chiaramente emerso dalla maggior parte dei dati macro e soprattutto dal  sorprendente rialzo nell’ammontare delle retribuzioni di maggio e giugno. Tuttavia, l’evoluzione dell’epidemia sarà una variabile chiave nel determinare la futura estensione di questa tendenza.

Nel frattempo, mentre il supporto delle politiche è stato davvero senza precedenti, e ha certamente aiutato a contenere la portata della contrazione economica trimestre negli ultimi mesi, la sua mancanza di automatismo è un potenziale rischio. L’erogazione delle indennità di disoccupazione extra, che tanto ha contribuito a reintegrare i redditi perduti, terminerà a fine luglio. Gli Stati e i governi locali fronteggeranno un crollo delle entrate e dovranno apportare grossi tagli al bilancio, a meno che non ricevano aiuti finanziari dal governo federale. In altre parole, se non verrà approvato in tempi brevi un altro significativo pacchetto di stimoli fiscali, l’economia statunitense si troverà davanti a un grosso baratro fiscale. Inoltre, con l’avvicinarsi delle elezioni, entrambi i partiti stanno entrando in modalità “campagna elettorale”, facendo aumentare il rischio di politiche (ancora) più conflittuali e incrementando così le probabilità di errori programmatici.

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