Pechino frena i colossi dell’online shopping cinese

Pechino fa la voce grossa contro le piattaforme delle shopping online, a cominciare proprio dalle cinesi Alibaba, Tencent e Baidu. L’Authority cinese per la regolamentazione dei mercati, come riportato dal sito web della Rsi, intende infatti mettere un freno ai “comportamenti monopolistici” dei colossi del web con regole per limitare il credito online e nuove regole antimonopolio che potrebbero ridimensionarne notevolmente la portata.

Regole annunciate il giorno prima del “Single day“, avvenuto l’11 novembre, grande festa dello shopping online in cui il colosso Alibaba ha raddoppiato le vendite conseguite nel 2012 raggiungendo la cifra di 63 miliardi di euro.

Si tratta di norme, di cui certo bisogna ancora capire i contorni, ma che mirano a impedire ai giganti internet come Alibaba, Tencent o Baidu, di fare pressioni su consumatori e imprese per avvantaggiarsi. Per esempio, un colosso cinese della consegna del cibo a domicilio aveva convinto molti ristoratori che se si fossero appoggiati alla sua piattaforma avrebbero avuto un giro d’affari proprio in virtù della sua posizione monopolistica. Una legge quindi teoricamente giustissima, ma bisogna capire se c’è anche una motivazione politica che intende riportare all’ordine una nuova generazione di imprenditori digitali che in molti casi sono diventate vere pop star.

Tra questi, Jack Ma, patron di Alibaba, che il 24 ottobre definì la mentalità del sistema finanziario cinese “da banco dei pegni” e un freno alla innovazione delle piccole e medie imprese. In pratica, ha detto alle autorità economiche che sono troppo ottuse per pianificare il futuro. Il 4 novembre, poi, era previsto il debutto in borsa della finanziaria di Alibaba che offre microcredito, per quella che avrebbe dovuto essere la più grande offerta pubblica iniziale a memoria d’uomo. Ed ecco che le autorità finanziarie cinesi la bloccano introducendo nuove regole che impongono più garanzie economiche agli istituti di credito. La tempistica colpisce: a leggerla politicamente, è evidente che è stato comunicato a Jack Ma di togliersi dalla testa di cambiare il sistema finanziario controllato dalle grandi banche di Stato.

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