Perché il prezzo dell’oro continua a salire: i fattori che non ti aspetti

A cura di OroVilla

Il prezzo dell’oro può subire fluttuazioni, a tratti importanti, ma la sua tendenza sarà sempre più in crescita. Questo affermano i trader. Ancor più di finanza e equilibri geopolitici ci sono due fattori che stanno diventando ancora più importanti nelle valutazioni degli outlook dell’oro e su cui ancora non è possibile fare previsioni precise, ma che mostrano una possibile svolta ancora più rialzista.

Le miniere d’oro si stanno esaurendo

Tom Brady, Chief Economist della Newmont Mining Corporation, non ha indorato la pillola: l’approvvigionamento di metallo da giacimenti è destinato a diminuire drasticamente nei prossimi anni.

“Nell’anno 1900 – dichiara Brady – la fornitura globale d’oro da miniere si attestò ad appena 12 milioni di once. Nel 1970, aveva raggiunto 50 milioni di once, in primo luogo incoraggiata dal successo delle esplorazioni minerarie condotte, in particolare, nel Witwatersrand in Sudafrica. Durante questi settant’anni, le miniere sudafricane hanno generato circa il 45% della fornitura totale d’oro del globo e nel 1970 hanno raggiunto una percentuale record del 70% del totale globale. Nel decennio successivo, tuttavia, l’offerta sudafricana è scesa quasi del 20%, poiché le aziende minerarie hanno incontrato sempre maggiori difficoltà di approvvigionamento. Di conseguenza, le forniture globali da miniera sono scese. Progressi tecnologici e le attrezzature all’avanguardia hanno fatto sì che la fornitura globale delle miniere sia più che raddoppiata negli anni ’80 e ’90, raggiungendo 85 milioni di once nel 2001. Il periodo più recente di crescita significativa nell’offerta delle miniere è iniziato nel 2009, guidato dal prolungato periodo di aumento dei prezzi dell’oro, da poco più di 250 dollari per oncia nel 2001 a oltre 1.700 per oncia nel 2012. Questo periodo di guadagni sostenuti ha consentito alle società di estrazione mineraria di espandere i budget di ricerca e sviluppo in modo aggressivo e l’approvvigionamento globale da miniere è schizzato a quasi 93 milioni di once. L’approvvigionamento da miniere cinesi è stato un altro fattore chiave, più che raddoppiato dai meno di 6 milioni di once nel 2002 a oltre 13 milioni del 2012. Nonostante i progressi della tecnologia, tuttavia, i siti estrattivi sfruttabili in modo redditizio stanno diminuendo drasticamente come pure la produttività di numerose miniere attive al momento e le campagne esplorative. Nel 2002, ad esempio, la spesa globale per l’esplorazione di nuovi siti auriferi era di soli 80 milioni di dollari USA. Poi, è aumentata di ben il 25% annuo, fino ad un picco di quasi 10 miliardi di dollari nel 2012. Da allora, la spesa globale per la ricerca di nuovo oro è diminuita di oltre il 65%, attestandosi a circa 3 miliardi di dollari nel 2016”.

Il costo dell’energia è sempre più alto

I trader non hanno dubbi: non sono solo le banche centrali a tirare le fila dei prezzi dell’oro, c’è un aspetto che pochi conoscono, ma che è alla base di ogni analisi. Il prezzo dell’oro (e dei metalli preziosi in generale) è strettamente legato al prezzo dell’energia e di conseguenza al prezzo del petrolio.

prezzo Oro VS Prezzo Petrolio

Da un’analisi dei costi di produzione delle due maggiori società di estrazione dell’oro è possibile dedurre che il costo di produzione deve essere, e così è sempre stato, inferiore al prezzo di mercato dell’oro, pur con differenze dovute alle contingenze economiche e sociali.

Ad esempio, nei primi anni 2000, la produzione delle due società minerarie più importanti degli USA era più vicina al prezzo di mercato. Successivamente al crollo economico del 2008, il prezzo del mercato dell’oro è aumentato notevolmente rispetto al costo della produzione. La quotazione stava iniziando ad acquistare la sua proprietà di “deposito” di valore.

Contro di produzione VS prezzo Oro

Ciò che è importante comprendere è che occorre una quantità enorme di energia, lavoro, materiali e capitale per produrre un’oncia d’oro. Non è quindi assolutamente possibile considerare un crollo del prezzo dell’oro, se si considera il costo di produzione e il mercato dell’energia, in un mercato trainato proprio dal settore energetico.

Le banche centrali non possono spingere il prezzo dell’oro ovunque vogliano. Gli algoritmi calcolano elettronicamente il prezzo di mercato in base al costo di produzione. L’unico modo in cui le banche centrali possono controllare l’oro è al rialzo per limitare che l’oro salga troppo in alto spingendo gli investitori lontano da azioni e titoli di stato.

In base a questi dati storici gli esperti escludono che l’oro possa mai iniziare un percorso al ribasso di lunga durata, per questo resta il bene rifugio per eccellenza, oggi come 2000 anni fa.

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