Percorso ad ostacoli per gli investimenti alternativi

A cura di Stefan Graber, Head Commodity & Alternative Investment Strategy, Credit Suisse
Agosto è stato un mese difficile per gli investimenti alternativi, che chiudono in terreno negativo in quasi tutti i segmenti. Nel frattempo, sono emersi dei segnali stentati di stabilizzazione, e riteniamo che almeno gli hedge fund dovrebbero riuscire a chiudere comunque l’anno in territorio positivo. Restiamo neutrali sulle commodity e il mercato immobiliare.
Commodity: processo di rilbilanciamento lento ma continuo Il secondo semestre del 2015 è iniziato male per le commodity, con gli indici di riferimento che hanno perso terreno prima del recupero in vista di settembre. Di recente, il Comitato Investimenti ha modificato il suo parere da negativo a neutrale, poiché gli indici delle materie prime sono scesi a livelli che riteniamo ormai sottovalutati. Detto ciò, il forte eccesso di offerta sui mercati dovrebbe impedire un forte rialzo nel breve periodo. Prima che possa iniziare un ciclo di rialzo sostenibile, occorre che diminuiscano nettamente gli investimenti nel settore delle commodity e che l’economia superi la fase di debolezza in corso. Tuttavia, il processo di ribilanciamento sta procedendo. Per il momento appare opportuno mantenere una posizione neutrale su questa classe. Non si prevede più una flessione dell’oro, poiché i tassi reali potrebbero non aumentare tanto velocemente dopo la decisione della Fed di non intervenire, adottata in occasione dell’ultima riunione del FOMC.
Hedge fund: le speranze sono affidate al T4. Gli hedge fund sono riusciti a superare relativamente bene i recente picchi di volatilità delle borse, registrando comunque delle perdite. Nello specifico, l’indice Credit Suisse Hedge Fund ha perso il 2% in agosto, e ha visto la performance dall’inizio dell’anno (1 gennaio – 31 agosto 2015) scendere a meno dell’1%. Un lieve peggioramento del nostro Barometro sugli hedge fund – che misura le condizioni generali dei mercati per gli hedge fund – riflette lo scenario più difficile. Tuttavia, le prime indicazioni provenienti dalla performance di settembre puntano ad un certo miglioramento, e crediamo ancora che gli hedge fund possano realizzare buoni risultati, soprattutto se corretti per il rischio. Gli stili tattici (i.e. global macro e managed future) restano i favoriti, considerate le ampie opportunità a disposizione di questo approccio, visto che il tema della divergenza delle politiche monetarie mantiene intatta la sua validità. Anche l’arbitraggio fusioni ha buone prospettive, a nostro avviso, poiché le operazioni di fusione-acquisizione continuano ad aumentare.
Settore immobiliare: prospettive neutrali con una forte disomogeneità tra regioni. I fondi d’investimento immobiliare (REIT) hanno subito anch’essi una maggiore volatilità, con molte regioni – compresi i mercati emergenti e il Giappone – che hanno perso terreno in agosto prima di un modesto recupero a metà settembre. I titoli immobiliari svizzeri hanno seguito un percorso analogo, ma si sono dimostrati meno volatili. Nel frattempo, il nostro indicatore di valutazione per il benchmark globale è tornato positivo, grazie all’incremento dell’utile per azione (soprattutto negli USA e in Gran Bretagna). Tuttavia, dal momento che i nostri economisti ritengono ora che la Fed potrebbe aumentare i tassi già a dicembre, confermiamo il giudizio underperform sui REIT statunitensi, in considerazione della loro sensibilità ai tassi. Nel contempo, prevediamo una sovraperformance dei REIT britannici, favoriti dal buon incremento dei canoni di locazione e da fattori tecnici positivi.

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